Buon compleanno, teatro Coppola

Non solo festeggiamenti, ma spettacoli, workshop, mostre, produzioni interne e tanti altri progetti in cantiere

Sono passati quattro anni da quando, il 16 Dicembre 2011, il Teatro Coppola è stato occupato da un gruppo di cittadini, vogliosi di togliere le ragnatele da un luogo che era stato trascurato ed inesorabilmente finito nel dimenticatoio. Si tratta di un teatro sorto nel 1821, come primo teatro comunale di Catania, che ha attraversato una duplice distruzione: quella dei bombardamenti del 1943 e quella dell’incuria di una politica che nei decenni ha cancellato i fasti del passato, negando ai cittadini un luogo cruciale per il fermento artistico della città. Adesso il Coppola è diventato il “teatro dei cittadini”, dove chiunque può partecipare alle assemblee e proporre spettacoli ed ogni altra forma d’arte. Un faro confortante in mezzo a troppe zone d’ombra, in ambito culturale. Abbiamo raccolto le testimonianze di chi partecipa attivamente alla gestione di questo spazio, a partire da Cesare Basile, musicista (fresco vincitore del suo secondo premio Tenco) che prima ancora dell’esperienza del Coppola è stato tra i principali promotori dell’Arsenale (“Federazione Siciliana delle Arti e della Musica”). 
“Nel 2011” spiega Basile “il nostro intento era mettere in atto un’azione, anche scoordinata inizialmente, che potesse aprirci una strada da seguire, allontanandoci dal piagnisteo nell’arte, dall’assistenzialismo, creando una rete tra gli artisti e rivendicando uno spazio che appartiene ai cittadini. Volevamo aprire quella porta”.
E la porta del Coppola è stata aperta, la programmazione è continuata anche quando al teatro è stata tagliata la luce, nel 2014.
“Ma non siamo stati ostacolati dalla politica” dice Marco Sciotto “piuttosto c’è stata indifferenza, da loro siamo stati ignorati, più che contrastati. D’altronde noi stessi inizialmente non potevamo prevedere il futuro di questa azione. Pensavamo addirittura di fare delle occupazioni-lampo, non potevamo immaginare di restare qui per quattro anni, crescendo giorno dopo giorno”.
Il riscontro positivo è invece arrivato dai catanesi, dalla gente che sempre più numerosa ha partecipato agli eventi del Coppola. La stessa ricostruzione del teatro è avvenuta anche grazie a libere donazioni dei cittadini, considerando che da un cumulo di macerie questo luogo ha ripreso vita, diventando  uno spazio accogliente e aperto a tutti.
“Anche se” continua Giovanni Tomaselli “non tutti i cittadini hanno tutt’ora capito la valenza politica, e vedono questo luogo solo come una normale sala da concerti. Spero che col tempo possa instaurarsi una nuova consapevolezza della portata di questa occupazione, e delle attività che il Coppola porta avanti con entusiasmo”.
Attività tese a coinvolgere la città in un bagliore artistico che offre a tutti concrete opportunità culturali, come spiega Chiara Carrera: “L’esperienza del Coppola incarna una serie di idee sulla cultura libera, una risonanza creativa per tutte quelle persone che trovano qui uno spazio aperto per esprimersi, giovani che iniziano a scrivere, a suonare, a fare laboratori teatrali, partendo dal concetto di “poterlo fare”. Questo grazie soprattutto alle relazioni che si creano, agli incontri diretti con gli artisti, rendendo l’arte raggiungibile, e non una chimera”.
L’esperienza del Coppola non è un caso isolato in Sicilia, come spiega Basile: “Abbiamo avuto anche i casi del teatro Pinelli di Messina e del teatro Garibaldi di Palermo. E’ un movimento che è avvenuto in tutta Italia, partendo dal Valle di Roma e allargandosi a raggiera. Nella nostra regione ci sono state vicissitudini che hanno portato allo sgombero del Pinelli a Messina e ad una nuova esperienza a Palermo, con il teatro Mediterraneo. Con gli altri teatri occupati c’è sempre sempre stata una forte collaborazione, come condivisione d’intenti e anche a livello di iniziative. Il tema della rivendicazione di uno spazio sociale autogestito ha creato in Sicilia un’attività intensa, e l’arte ne ha giovato”.
L’arte che non si piega, non si ferma e prosegue il suo cammino, come dimostra la programmazione dei prossimi mesi del Coppola. Oltre ai festeggiamenti del 16 Dicembre, sono previsti nei prossimi mesi spettacoli, workshop, mostre, produzioni interne e tanti altri progetti in cantiere.
Anche se Basile chiude con un “non ci preoccupiamo del futuro, ci preoccupiamo dell’oggi”, che è il termometro di un fervore che non ha alcuna intenzione di collassare nella logica dei voli pindarici, piuttosto misura la concretezza di un’azione in mano ai cittadini, con la speranza di non dover tornare a rimuovere le ragnatele dai luoghi della cultura. 

a Cognita Design production
Torna in alto