Brillante serata al teatro Bellini di Catania per la 17°edizione del premio Danzuso

Nel foyer del teatro Bellini di Catania, luogo magico ove si percepisce l’ideale dei tempi che furono, si è svolta la diciassettesima edizione del premio intitolato a Domenico Danzuso, illustre critico teatrale nel cui nome si è creato quello che nel corso degli anni è divenuto un piacevole appuntamento culturale per la città

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Nel foyer del teatro Bellini di Catania, luogo magico ove si percepisce l’ideale dei tempi che furono, si è svolta la diciassettesima edizione del premio intitolato a Domenico Danzuso, illustre critico teatrale nel cui nome si è creato quello che nel corso degli anni è divenuto un piacevole appuntamento culturale per la città. Con l’organizzazione della brava collega Caterina Andò, presentato da Marina Cosentino, il premio si è dipanato per una lunga serata (forse anche troppo dilatata ma si sa che a Catania il tempo è letteratura, se poi trascorso in teatro ancor più gradito) durante la quale si sono intervallati i premiati a momenti musicali gradevoli e di gentile delizia.

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Prima di accennare ai premiati, ci preme brevemente precisare che Domenico Danzuso fu per la Catania della seconda metà del XX secolo, specie tra gli anni Sessanta e Novanta, quel che Giuseppe Patanè prima , Saverio Fiducia e  Renato Simoni ancor pria, furono per Catania negli anni Trenta e Milano nel primo trentennio del meraviglioso secolo: dei riferimenti cioè imprescindibili per chi si interessava di teatro, prosa e musica classica lirica e sinfonica. Uomo di gran classe e vero signore, ne serbiamo alcuni ricordi personali preziosi che ci attestano esser stato coltissimo ma umile, aperto a’ giovani (da lui apprendemmo ragazzini i primi rudimenti della critica musicale), di grande sensibilità ed umanità.  Discreto ed elegante, fu l’ultimo rappresentante della Catania che andava a teatro in punta di piedi ma sapeva farsi ascoltare con un tratto deciso di penna, quella Catania che ebbe per figli illustri Mario Rapisardi, Federico De Roberto e Giovanni Verga, il quale sedeva silenzioso (a volte accompagnato da Dina di Sordevolo) nel palco numero due (lo stesso palco che negli anni novanta indegnamente occupammo per seguire le stagioni: ma quello ci assegnavano…).

Tra i premiati, piace citare primariamente il mezzosoprano Sonia Fortunato: formatasi alla Accademia della Scala e in quella di Brera, affianca alle notevolissime e brillanti  doti musicali una seria attività teatrale, essendo presente in diverse opere rappresentate in vari teatri nazionali, primariamente nel nostro Bellini: ultima e in corso, il nuovo melodramma “La capinera”; prossimamente ella si esibirà in “Fedora”. La brava Sonia, dalla voce alta nei gravi e dagli acuti degnissimi, ha dato nell’occasione saggio della sua eccellenza, con l’aria “Se Romeo m’uccise un figlio”, dai Capuleti e Montecchi di Vincenzo Bellini: la statua del sommo catanese (opera di Salvo Giordano) che troneggia nel foyer, idealmente annuiva.

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Premiati il regista assai noto Roberto Andò, l’attore Sebastiano Lo Monaco (che iniziò la carriera con Paola Borboni: ha voluto recitare a suo modo il canto V dell’Inferno dantesco), il critico teatrale Totò Rizzo, la pianista Ketty Teriaca, il docente Peppino Ortoleva, Virgilio Piccari già direttore della Accademia di Belle Arti, l’attrice Graziana Maniscalco (che ha letto una densa poesia di Baudelaire, sul rimpianto per la giovinezza perduta) e altri; premi alla memoria al critico cinematografico Sebastiano Gesù ed all’attore dialettale Gilberto Idonea, recentemente scomparso e di cui è stato proiettato un video ove egli legge la poesia significativa, “Nun semu nenti”… Idonea doveva ritirare il premio ma la malattia lo ha involato prima, indi il figlio ha raccolto il riconoscimento.  Diversi intermezzi musicali di giovani violinisti hanno allietato la serata, particolarmente apprezzato l’intervento della giovane cantante lirica disabile Alfina Fresta; così il giovane pianista Giovanni Bertolazzi allievo del Maestro Comis ha ricevuto la borsa di studio da parte del club Lions Catania host, dopo aver suonato pagine di Chopin e Rachmaninov.    

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L’evento fu introdotto dal collega Giuseppe Lazzaro Danzuso e dal dottor Filippo Donzuso (del comitato per le feste agatine), ovvero la famiglia dell’illustre critico.   Presenti per l’occasione diversi esponenti del mondo musicale teatrale e sociale della città: tra gli altri, dal Sovrintendente del Bellini Grossi all’assessore alla Cultura del comune di Catania Barbara Mirabella, ad Orazio Torrisi del Teatro Stabile, al regista teatrale (già senatore)  Nino Strano; dalla scrittrice e giornalista Maria Lombardo a Mirella Patanè presidente del Soroptimist Catania al giornalista Carlo Alberto Tregua, al Coordinatore per la Sicilia e per Catania della Legione Garibaldina (associazione che ha particolarmente a cuore gli eventi culturali nel solco della tradizione risorgimentale) alla giovane cantante lirica soprano Elisabetta Zizzo, distintasi al festival pucciniano di Torre del Lago e in diversi teatri nazionali; il premio Danzuso si conferma in tal guisa uno degli appuntamenti più simpatici e gradevoli del tardo autunno catanese.

                                                                                          

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