Bersani rompe il silenzio e apre al M5stelle

Si profila complicata la compagine governativa che all’indomani dalle elezioni politiche ci consegna un paese in cui le due maggiori coalizioni, il Pd di Bersani e il Pdl del Cavaliere si giocano la partita sul filo di un punto di scarto, con una leggera prevalenza del centrosinistra (31,6% contro 30,65% al Senato).

Una manciata di voti che, se da un lato  non consente al Pd la governabilità al Senato, dall’altro lato gli consentirà di aggiudicarsi il premio di maggioranza, grazie alle alchimie del Porcellum,  pensate per attribuire governabilità e stabilità al partito con più voti ma che non ha vinto le elezioni. Per questo Bersani ha richiamato ognuno al senso di responsabilità, senza però tirarsi indietro.

 “Rimango da mozzo o da capitano ma non abbandono la nave. E dopo il no ad un governo Pd-Pdl, c’è  la consapevolezza che i conti si faranno con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Il vero vincitore delle politiche, che irrompe lo scenario politico italiano con numeri a due cifre:  23,79% al Senato e il 25,55% alla Camera. Risultato che ne fa il primo partito a Montecitorio e il destinatario della sfida lanciata da Bersani proprio in queste ore come possibili interlocutori del nuovo governo: “Tocca a noi, M5S dica cosa vuole”.

Immediata la risposta di Grillo: “Noi non siamo contro il mondo. Vedremo riforma per riforma, legge su legge. Se ci sono proposte che rientrano nel nostro programma, le valuteremo”. E aggiunge: “Andrò io alle consultazioni con Napolitano” .

Queste le parole d’ordine di un’operazione diplomatica che apre le trattative per una maggioranza di governo forte.

E  proprio nel pomeriggio Bersani, presso la sala stampa del Pd all’Acquario Romano, una struttura dietro la stazione Termini,  mentre ammette la sostanziale sconfitta, lancia le prime dichiarazioni ufficiali. Il clima è teso e si respira l’aria di una vittoria a metà che sa di amaro:  “Affronterò con serietà i problemi di questo paese- dichiara Bersani- non sono uno che abbandona la nave”.

Ai grillini dice “non basta dire vadano tutti a casa, adesso ci sono, devono dire cosa vogliono fare per il paese e i loro figli”, il Partito Democratico è “disponibile a una condivisione dei carichi istituzionali”. “. Bersani dice di apprezzare “l’apertura del Movimento 5 Stelle a votare tema per tema” alcune proposte di legge, secondo il modello che i grillini stanno sperimentando con il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta.

Esperienza politica cominciata da qualche mese e  definita dallo stesso Grillo un modello politico “meraviglioso”. Un Grillo dai toni inediti, disposto a parlare pacatamente con i giornalisti che elenca subito un paio di punti ai quali tiene in maniera particolare: “Se non ci sono soldi non si fanno le grandi opere, né la Tav né la Gronda (il nuovo asse autostradale di Genova). Per chi perderà il lavoro noi proponiamo il reddito di cittadinanza“.

In tutto questo Berlusconi starà a guardare mentre Grillo e Bersani mettono mano alle riforme, magari al conflitto d’interessi? Terrà il collante Pd-M5stelle, viziato dalla constatazione grillina che il Pd non è stato in grado di far riforme né di tener testa a Berlusconi? Se l’idillio dovesse scemare, come Berlusconi e Monti scommettono, Bersani per senso di responsabilità o semplicemente per giocarsi la sua occasione virerà la nave in tempesta verso Pdl e Scelta Civica? Insomma la partita è ancora aperta e tutta da giocare. 

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