Baustelle: standing ovation a Zafferana Etnea

Dopo i recentissimi concerti con Niccolò Fabi e Antonello Venditti, anche Baustelle ottiene l’Anfiteatro Falcone e Borsellino pienissimo per tutti i posti a sedere. Evidentemente indovinatissime le scelte operate dal Direttore Artistico, per Puntoeaccapo, Nuccio La Ferlita e l’Assessorato al Turismo e Spettacolo, con Giovanni Di Prima

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Dopo i recentissimi concerti con Niccolò Fabi e Antonello Venditti, anche Baustelle ottiene l’Anfiteatro Falcone e Borsellino pienissimo per tutti i posti a sedere. Evidentemente indovinatissime le scelte operate dal Direttore Artistico, per Puntoeaccapo, Nuccio La Ferlita e l’Assessorato al Turismo e Spettacolo, con Giovanni Di Prima, con una grande accoglienza di pubblico che sta seguendo con entusiasmo le iniziative artistiche promosse per questa caldissima estate.

Baustelle in Tour per il settimo lavoro discografico, molto bene “suggerito” dal nuovo singolo “Amanda Lear”, estratto dal disco “L’Amore e la Violenza”, omonimo del Tour.

Moltissime le date, in tutta Italia e Zafferana Etnea non poteva essere esclusa, naturalmente.
Bellissima l’impostazione scenografica, con un palco realizzato ad hoc per ospitare strumenti e loro suonatori, cinque, ossia: Ettore Bianconi (elettronica e tastiere), Sebastiano de Gennaro (percussioni), Alessandro Maiorino (basso), Diego Palazzo (tastiere e chitarre) e Andrea Faccioli (chitarre), oltre alla formazione dei tre Baustelle, con Francesco Bianconi (voce, chitarre, tastiere), Claudio Brasini (chitarre) e Rachele Bastreghi (voce, tastiere, percussioni).
Grande impostazione di luci, anche se per le tre prime canzoni canoniche (quattro, addirittura, contando anche il brevissimo intro!!!), per i fotografi, davvero numerosi, raggruppati in angusti spazi sulle scalinate, il magenta usato, molto carico e per tutti i tre primi brani, non era il massimo, salvo il cogliere lo sprazzo momentaneo di bianco, che veniva inserito di tanto in tanto, ma tant’è…questo ci è stato concesso.
Però l’atmosfera, dal punti di vista spettacolo, è stata davvero indovinata e il suono, potente e preciso, arrivava alla perfezione ovunque, frutto di grande cura ed esperienza.

IMG_0506+gÈ valsa la pena assimilare nota per nota tutti i vari brani inseriti in scaletta. Pochi gli interventi parlati di Francesco Bianconi, che ha dimostrato di saper ottenere una bella empatia con il pubblico e, per chi usa solitamente inquadrare Baustelle come una formazione “asettica e inespressiva”, ecco alcune battute umoristiche davvero simpatiche scambiate con alcune persone tra il pubblico.
Chi li conosce sa bene del grande uso di elettronica che viene fatto, con uno spiegamento di Synthetizer e varie tastiere, oltre agli altri strumenti, per una grande scelta, oltre alla tradizionale batteria, chitarre e basso, che si sposano perfettamente con la voce, le canzoni di Baustelle.
Intro e i primi brani, a partire da “Love”, “Il Vangelo di Giovanni”,”Amanda Lear”, a seguire con “Betty”, “Eurofestival”, “Basso e Batteria” e poi gli altri, sono stati accolti da un’ovazione incredibile e sono stati in tantissimi a cantare, assieme agli artisti sul palco, i brani eseguiti durante tutto il concerto.
Quasi inesistenti i tempi morti tra un brano e l’altro, salvo per quei pochi commenti descritti poco sopra e per ogni brano si è assistito allo spostamento dei vari polistrumentisti, come una coreografia teatrale, tra uno strumento e l’altro, in tempistiche rapide, ma eleganti, idem per Rachele Bastreghi, bella voce femminile, oltre che bravissima polistrumentista. Naturalmente non dimentichiamo l’altro componente Baustelle, ossia Claudio Brasini alle magiche chitarre.

IMG_0511+gCome è in uso praticamente per tutti gli artisti, esauriti i brani previsti dal contenuto del lavoro discografico presentato nei tour, la scaletta prevede una “ripassata” ai pezzi più storici che non poteva certo mancare, sia verso il finale, quanto per i bis, “Veronica, Numero 2” e “La Canzone del Riformatorio”, seguiti dal pubblico, in standing ovation…Uno spettacolo nello spettacolo, in particolare quando Francesco Bianconi aveva intonato “Stranizza d’Amuri” verso fine scaletta…
Il rituale che segue, poi, è praticamente sempre lo stesso, con un assalto alle transenne davanti ai camerini, per attendere gli artisti all’uscita, per gli autografi, foto e quant’altro…
Beh, piccola nota personale… Rientrare a casa con la musica dei Baustelle nel riproduttore dell’auto, e a palla, significa non averne avuto proprio abbastanza…
Niente intervista anche questa volta, pazienza, ma noi di Globus non demordiamo mai!!!

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