Il Barocco Maltese sotto la lente storico-artistica di Melinda Miceli

La Scrittrice e critico d’arte ci offre un reportage sull’isola di Malta ripercorrendo i fasti del Cavalierato Melitense. In questo periodo di CoviDemia ci aiuta a sognare di viaggiare. Fort-St-Angel-Malta

Le isole maltesi dette Calipsee colpiscono subito per la loro bellezza e per i colori: l’azzurro del cielo, il blu del mare, le vivaci tinte delle imbarcazioni dette Luzzi colorate con gli Occhi di Osiride, il beige dell’architettura locale restituito dalla globigerina, la roccia calcarea dell’arcipelago, ne fanno un magico ritratto di Mediterraneo.

Fin dal neolitico, l’isola di Malta fu conquistata e popolata da etnie provenienti dalla costa siciliana che portarono con sé ceramiche simili a quelle di Stentinello, la cultura fiorente nella Sicilia sud-orientale. Nel 60 A.D. San Paolo fece naufragio su queste isole nel suo viaggio verso Roma e portò la fede cristiana a Malta.
Fino al 1530 Malta fu considerata come un’estensione della Sicilia: i Normanni, gli Aragonesi e gli altri conquistatori che dominarono la Sicilia, governarono anche su Malta. 

Malta-Three-Islands-One-DestinationI viaggiatori europei di fine Settecento come Jean Houel e Patrick Brydone, ben compresero i forti legami fra la Sicilia e Malta, e inclusero entrambe nel loro Grand Tour. L’arcipelago delle isole maltesi sembra destinato a condividere con la Sicilia vicende, arti, tradizioni e perfino i terremoti, di cui quello del 1693 devastò anche a Malta. Fu Carlo V che lasciò in eredità Malta all’Ordine Sovrano Militare di San Giovanni di Gerusalemme, prima residente a Rodi, che governò Malta dal 1530 al 1798.
Quella dei Cavalieri fu una vera e propria età dell’oro; il loro arrivo generò un crescente sviluppo economico che si manifestò, in un diffuso risveglio delle arti nei due secoli successivi, padroneggiati dallo stile barocco.
Come nell’Europa del Nord, l’arte e l’architettura diffusero tematiche e ideologie legate ai poteri religiosi e politico-militari che ne furono altresì committenti. A Malta questi erano esercitati rispettivamente dalla Cattedra Vescovile, con sede a Mdina, e dall’Ordine dei Cavalieri, con a capo il Gran Maestro, residente a Valletta; ambedue concettualmente legati al Papato, ma l’eccezionale “internazionalità” dei componenti dell’Ordine, permette all’isola un diretto legame culturale con altri ambienti europei, (un fenomeno da cui la Sicilia rimase esclusa) che si manifesta nelle influenze artistiche portoghesi e francesi.
Lo Stile Barocco simboleggiava prestigio, potere e ricchezza, con le sue forme curve, le dimensioni colossali degli edifici con ampie scalinate e stanze aerate.
I Cavalieri appartenenti a nobili famiglie europee attraverso quest’architettura, trasmettono l’eco artistico del loro potere, giunto fino a noi.

20200306_144901 (Copia)La realtà  artistica delle isole è un po’ la sintesi dei quasi trecento anni di presenza dei Cavalieri sull’isola, periodo durante il quale Malta fu arricchita dalla presenza di artisti come Caravaggio, Mattia Preti e Antoine de Favray, che vennero incaricati di abbellire chiese, palazzi e alberghi.

L’anima è barocca di Malta è la capitale La Valletta, Patrimonio Mondiale UNESCO, fondata nel 1566 dopo l’epica difesa dell’isola contro i turchi dell’impero Ottomano, dal Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri Jean de la Valette, da cui prese il nome. La Valletta sarà infatti nel 2018 Capitale Europea della Cultura a testimonianza del suo valore, della sua bellezza e della storia che incarna.

L’architettura maltese si differenzia dal più vasto movimento barocco cui è senz’altro legata a causa del suo condizionamento strutturale ed artistico alla pietra locale che, grazie alle sue ottime peculiarità e al gradevole aspetto, conferisce alle realizzazioni una preziosa coerenza “nazionale”.
Il Barocco Maltese inoltre adotta con decisione gli stilemi derivati dal barocco controriformista introdotto dalle opere di Francesco Buonamici, architetto che introdusse il barocco a Malta, residente dell’Ordine tra il 1635 e il 1659, e di Mederico Blondel che gli succedette. Questi grandi artefici eseguono entrambi un stile secentesco sobrio, di indubbia derivazione classicista, ed è a loro che le facciate barocche delle chiese maltesi devono il loro linguaggio tecnico ed espressivo; la generale piattezza, l’assoluta linearità, l’assenza di colonne in favore di leggeri pilastri lisci, le ampie aree di superficie non decorata. Si pensi alla Chiesa di San Paolo a Rabat, dal grandissimo prospetto, l’unica nell’isola con tre portali barocchi, dominata da un’alta cupola, meta di numerosi pellegrinaggi.

20200310_103829 (Copia)I primi edifici ad essere costruiti furono gli Auberges, i quartieri generali corredati da piccole chiese o cappelle, in cui si dividevano i cavalieri in 7 gruppi etnici, oggi 5,  rivaleggiando tra loro con le rispettive realizzazioni per la bellezza del disegno rinnovando completamente in chiave barocca la zone centrale di Valletta e il versante su Marsamxett.
Durante il XVII e il XVIII secolo l’austero tessuto di Valletta, concepito a servizio di una fortezza, viene trasformato,  nel rispetto della rigida griglia, attraverso l’arricchimento dello spazio urbano di nuovi edifici di forme più ridondanti come la Cattedrale di San Giovanni che impreziosita da una decorazione fittissima, sfoggia un’architettura dove l’horror vacui è il principale protagonista. A costruirla fu l’architetto militare Gerolamo Cassar, apprezzato artista locale che fu influenzato dal genio del Caravaggio.
Luogo sacro per i Cavalieri, la Cattedrale custodisce i corpi dei figli di molte famiglie nobili europee del tempo (fra il 1500 e il 1700). Vi si trova anche la tomba del fondatore della città, il Gran Maestro Jean Parisot de la Vallette.
Anche il pittore Caravaggio che vi dimorò per oltre un anno, lasciò il segno della sua arte con la “Decollazione del Battista” nel 1608 una delle opere di più tragico pathos sacrale. Considerata fra i primi esempi completi di barocco la cattedrale custodisce anche la “Vita di S Giuseppe Battista”, santo Patrono dell’ordine, opera di Mattia Preti.

Tra gli architetti più interessanti che determinarono il patrimonio artistico di Malta e soprattutto de La Valletta, Romano Carapecchia è ricordato per la realizzazione del Teatro Manoel inaugurato nel 1732, è uno dei più antichi al mondo con scalinate in marmo e stucchi in stile Rococò,  anche se l’espressione del barocco più significativa ed evidente resta il Palazzo del Gran Maestro con due ingressi principali in stile barocco. Tra i vari cortili, quello più grande, chiamato “Cortile di Nettuno”.  Monumento nazionale e parte della Heritage Malta, colpisce con l’architettura e gli arredamenti della ‘Council Chamber‘, la Camera del Consiglio, ornata dai famosi arazzi francesi delle Manifatture Gobelins di Parigi, i corridoi arredati con oggetti d’arte e tipiche armature dei Cavalieri, i dipinti e ritratti dei Gran Maestri e del Grande Assedio di Malta contro i Turchi dell’Impero Ottomano e episodi della Vita dei Cavalieri. L’Armeria del palazzo ospita una delle più grandi collezione del suo genere nel mondo.

Anche a Malta nei secoli XVII e XVIII l’edificio della chiesa viene preferibilmente innalzato su un podio in genere di pochi gradini: per ovvi motivi di strategia difensiva non se ne trovano a Valletta ma abbiamo una vasta e varia serie di ottimi esempi di sistemazioni differenti nei tre villaggi di Attard, Balzan e Lija.

  1. 20200307_170201 (Copia)Dingli fu il primo architetto maltese a dare un contributo personale e innovativo allo sviluppo del tema della cupola; le sue realizzazioni presentano all’interno una calotta sferica sorretta da un semplice ottagono e all’esterno l’estradosso non è visibile ma compreso nel volume del tamburo. Il raro talento di Lorenzo Gafà, già manifestato nella costruzione di magnifiche cupole nelle Chiese di S.Nicola a Siggiewi e S.Caterina a Zejtun, e la sua vasta esperienza, acquisita con numerosissime realizzazioni di suoi progetti e di disegni di altri, danno forma alla più bella cupola dell’isola, un capolavoro di dinamismo e vigore, che corona la nuova Cattedrale di San Paolo a Mdina che, al suo interno  custodisce 5 tele di Mattia Preti.
    La medievale Mdinala città silenziosa” con i suoi 190 metri di altezza sul livello del mare è un punto privilegiato per osservare dall’alto l’intera isola e, in particolare, Rabat, Mdina e presenta un mix di architettura normanna e barocca e molti palazzi oggi abitazioni private, un tempo, residenze delle famiglie nobili più importanti di Malta, feudatari siciliani e spagnoli.

Anche Vittoriosa mostra stupendi edifici del XVI secolo come la Chiesa di S.Lorenzo opera di Gafà, il museo marittimo e il Palazzo dell’Inquisitore capolavoro di architettura barocca che oggi ospita il Museo Popolare.

20200306_133503 (Copia)Gozo colpisce per i paesaggi mozzafiato, villaggi particolari e anche le bellissime spiagge. La più incantevole è Ramla l-Ħamra. Notevole l’itinerario di Victoria o Rabat a Gozo per la Cittadella. Comino non è abitata, tranne che per una famiglia e l’unica struttura alberghiera sull’isola, che apre solo fra aprile e ottobre.

Lì si trova la famosa spiaggia di Blue Lagoon e una delle torri costruite dai Gran Maestri dell’Ordine di San Giovanni. Una curiosità: la scena del Chateau d’If per la versione cinematografica più recente de «Il Conte di Monte Cristo» è stata girata proprio su Comino e Chateau d’If è infatti la torre che si trova a Comino.

L’Isola dei Cavalieri e la Sicilia mete turistiche d’eccezionale impatto estetico e culturale immettono in un universo di sole, di spiagge, di leggende, di città fortificate, di chiese che queste due leggendarie terre condividono da secoli, ed attendono di essere scoperte per il loro infinito valore.

 

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