Aula Magna della Corte d’Appello gremita per il convegno sulla criminalità organizzata

L’importante evento si è tenuto ieri 25 ottobre alle ore 10,30 all’Aula Magna della Corte d’Appello di Messina con applaudite relazioni sulla tematica trattata1

“Criminalità organizzata tra società, cultura e diritto” il titolo dell’evento seguito con attenzione da una Sala gremita in ogni ordine di posto. Molto atteso quindi questo appuntamento a conferma dell’importante tematica analizzata nei tanti interventi previsti dal programma.2

Il Convegno, svoltosi ieri 25 ottobre 2018, alle ore 10.30 all’Aula Magna della Corte d’Appello di Messina, è stato organizzato dall’UIF – Unione Italiana Forense del Distretto di Corte d’ Appello di Messina, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Messina e con “AVVOCATI”, la rivista dell’ Avvocatura Italiana, periodico di informazione, politica e cultura, Media Partner dell’evento formativo. Gli interventi dei relatori sono stati preceduti dai saluti di S.E. Dott. Michele Galluccio, Presidente della Corte d’Appello di Messina, dell’Avv. Vincenzo Ciraolo, Presidente dell’ Ordine Avvocati di Messina, dell’Avv. Ester Isaja, Presidente U.I.F. del distretto di Corte d’Appello di Messina che ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato all’evento e  dell’Avv. Giovanni Villari, Cons. Responsabile Formazione Ordine Avvocati Messina.3

All’Avv. Francesco Traclò, che ha fatto anche da moderatore, il compito di introdurre gli argomenti delle relazioni molto attese dell’On. Avv. Armando Veneto “La cultura della Giustizia” e del Dott. Piero Vinci, Sost. Procuratore della Repubblica “Confine tra concorso di persone nel reato e reato associativo”, relazioni che hanno concluso l’incontro.

L’Avv. Francesco Traclò, illustre penalista del Foro di Messina, ha tracciato un percorso storico della criminalità organizzata siciliana dal ‘900. La malavita organizzata, strutturata o come mafia, o come camorra, o ‘ndrangheta, o Sacra Corona Unita, ha condizionato la vita di questo paese, di questa società civile ed ha influito sulla cultura e sull’attività legislativa.4

L’Avv.Traclò ha introdotto quindi i relatori rivolgendosi dapprima all’avv. Armando Veneto: “Un Avvocato con la “A” maiuscola che ha fatto con noi importanti battaglie giudiziarie qui a Messina e che ogni volta che viene lo accogliamo con attestazioni di stima” e rivolgendosi dopo all’altro relatore, il dott. Piero VinciChe ha grandi meriti ed è un magistrato serio, preparato, puntuale, scrupoloso

L’Avv. Armando Veneto, dopo aver ringraziato per l’invito l’Unione Italiana Forense e ciascuno dei presenti ha detto che è poco dire essere orgoglioso e onorato di essere presente all’Incontro.

On. Avv. Armando Veneto
On. Avv. Armando Veneto

“La cultura della Giustizia” il titolo della sua relazione: “Quando mi è stato segnalato questo tema mi son permesso di scegliere un tema che racchiude un po’ tutto il resto: cultura e diritto, cultura e giustizia; chi è colto più facilmente comprende il senso della giustizia ma chi appartiene alla criminalità organizzata rifugge questo senso.

Per noi che siamo operatori del diritto è necessario chiarire alcuni concetti per lo sviluppo di una comunità che abbia il senso della giustizia. Ma che significa giustizia? E’ la virtù sociale che è rappresentata, resa evidente dalla volontà di riconoscere e rispettare il diritto di ciascuno secondo ragione e secondo legge. Facendo dei riferimenti all’Edipo Re di Sofocle, ha parlato del rapporto fra giustizia e diritto che è l’esplicitazione della giustizia stessa, la giustizia è il sistema ragionevole per riconoscere i diritti e pretendere l’adempimento dei doveri. La giustizia allora è qualcosa che da ragione a Sant’Agostino quando dice che uno Stato senza giustizia sarebbe uno Stato di banditi, ma la giustizia impone allo Stato di essere fonte produttiva di equità e sicurezza. Bisogna vivere la giustizia e avere una vittoria, se non definitiva, costante e continua sulla criminalità organizzata, il rispetto dei diritti e delle responsabilità da parte di ogni cittadino, del popolo ma la giustizia non come imposizione ma attraverso la condivisione. Chi porta la toga oggi ha la responsabilità di essere operatore sociale, non devono essere i clienti i punti di riferimento ma gli interessi dei clienti, chi porta la toga conosce l’importanza dell’avvocatura, il suo rilievo costituzionale e anche il metodo è importante, i paletti entro i quali far trionfare la giustizia, un serrato confronto fra idee, concetti, contrapposizione, la dialettica, la correttezza della dialettica, perché il vero del fatto emerga”. Ha concluso poi il suo intervento con la raccomandazione di non perdere mai di vista la strada centrale che è quella della giustizia, della sicurezza e della democrazia.

Dott. Piero Vinci
Dott. Piero Vinci

L’altro relatore, il Dott. Piero Vinci, Sost. Procuratore della Repubblica discutendo su “Confine tra concorso di persone nel reato e reato associativo” ha illustrato e analizzato alcuni articoli del Codice di Procedura Penale evidenziando l’importanza della logica e della ragione in ogni aspetto. Il giudice stesso deve ben ragionare, usare la ragione, maneggiare la logica e avere quindi la giusta capacità di ben giudicare un fatto. Citando il codice Zanardelli, (codice penale italiano del 1889 dal nome di Giuseppe Zanardelli, allora ministro di Grazia e Giustizia che ne promosse l’approvazione) ha poi parlato ed analizzato le norme riguardanti elementi e delitti di criminalità organizzata. Il reato di associazione a delinquere tempo addietro si poteva configurare come reato se vi erano coinvolte almeno cinque persone mentre in seguito si è ridotto a tre persone fra le quali non necessariamente c’è un organizzatore. L’associazione per delinquere è un reato punito dal codice penale all’articolo 416 e si verifica appunto quando tre o più persone si associano al fine di commettere più delitti.

L’evento per le tematiche trattate ha suscitato molto interesse rimarcato oltre che dal pubblico delle grandi occasioni anche dai calorosi applausi tributati ai relatori.

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