Attenzione a quando chiudete gli occhi! Sonno, sogno e …”sogno lucido”

Una stimolazione che induce sogni lucidi (e un po’ di autocoscienza). Il fattore del sonno

Vi capita mai di sognare? O persino di svegliarvi e credere che abbiate vissuto una situazione, che invece avete solo sognato? E di ricordare da svegli il sogno che avete fatto?

Tom Cruise nel celebre film “Vanilla Sky viveva uno stato simile, a metà tra l’essere sveglio, il sognare e persino il manipolare il sogno che stava facendo, cadendo da una realtà effettiva ad una meramente onirica, che si tramutava in reale, con tutte le pericolose azioni e scelte che ne conseguivano.

Probabilmente starete pensando “Ma quello era solo un film!” E, invece, no, vi sbagliate, perché l’esperienza del protagonista David Aames (Tom Cruise) è tutt’altro che surreale!

La stimolazione transcranica di alcune aree cerebrali, infatti, permette di passare dal sogno tipico del sonno al cosiddetto sogno lucido, quello in cui si è consapevoli di sognare e che si può perfino controllare. Questa dimostrazione di un nesso causale fra lo sviluppo di specifiche forme d’onda cerebrali prodotte dalla stimolazione transcranica e l’acquisizione della consapevolezza di sé, ha un potenziale interesse clinico per vari disturbi psichici, a partire da quello da stress post-traumatico: acquistando coscienza durante un incubo, infatti, i pazienti potrebbero intervenire direttamente nella trama del sogno, dissipando a poco a poco le proprie ossessioni.

Secondo uno studio condotto da neuro-scienziati dell’Università “J.W. Goethe” di Francoforte e delle università di Göttingen e di Düsseldorf – e pubblicato su “Nature Neuroscience – sussiste un correlato elettroencefalico alla consapevolezza autoriflessiva, ossia alla certezza di essere coscienti. Questa facoltà cognitiva superiore sembra in particolare legata a onde cerebrali delle regioni fronto-temporali di oscillazioni sincrone nella banda di frequenze compresa fra i 25 e i 40 hertz. È stata dimostrata, insomma, la possibilità di indurre a piacimento sogni lucidi con la tecnica della stimolazione transuranica con correnti dirette.

Il sogno lucido è uno stato di coscienza a cavallo fra veglia e sonno, che si colloca proprio nella fase REM – quella che appunto caratterizza il sogno –: in questa fase, possiamo essere consapevoli soltanto dell’immediato contenuto del sogno, mentre è soltanto quando siamo svegli che riusciamo generalmente a riflettere su noi stessi, a elaborare pensieri astratti e anche a essere coscienti del fatto che siamo coscienti. Durante i sogni, infatti, siamo completamente assorbiti da quello che ci si presenta immediatamente alla coscienza, ma non siamo in grado di riflettere su noi stessi come oggetto, né siamo in grado di controllare volontariamente l’accesso della coscienza al nostro passato o ai nostri piani per il futuro. Ci troviamo cioè nel cosiddetto “stato primario di coscienza”. 

Solo con il risveglio entriamo in una modalità secondaria di coscienza, caratterizzata da funzioni cognitive superiori, come la consapevolezza autoriflessiva, il pensiero astratto, la metacognizione e la volontà. Proprio quello che ha travolto il nostro caro David: lui, a seguito di un incidente, si ritrova a vivere una vita al limite tra sogno lucido, realtà e incubo, senza riuscire a tracciare le linee che delimitano uno stato dall’altro. Dal coma, conseguente ad un incidente, si ritrova catapultato in un mondo che non capisce se sia vero o sogno, confondendo sempre più se stesso e le sue azioni, delle quali non riesce nemmeno coscientemente a riappropriarsi (ama una donna – Sofia -, ne tradisce un’altra – Julianna -, con cui ha poi l’incidente. Lei muore e lui rimane in coma. Svegliatosi, viene avvolto in un turbinio di allucinazioni, che lo portano a uccidere l’amata, convinto che sia l’ex – morta – che lo perseguita. Quanto sta vivendo è un sogno artificiale, somministrato da “medici del futuro”, propedeutico alla resurrezione: un cosiddetto Sogno Lucido, di una vita simile a prima della morte. Probabilmente i suoi sensi di colpa repressi per Julianna o qualcos’altro nel suo inconscio, hanno trasformato il sogno in un incubo. Sul tetto di un grattacielo, sotto un cielo color vaniglia, su consiglio di quel misterioso personaggio ed al cospetto di una Sofia rediviva, David è posto davanti ad una scelta: continuare a vivere il suo sogno, senza ricordare l’incidente, o vivere una nuova vita reale, quando sarà, con il volto ricostruito ed il corpo risanato. David opta per una seconda morte, ovvero la fine del Sogno Lucido in attesa della sua rinascita. Saluta Sofia e si lancia nel vuoto. Qualche istante dopo una voce riecheggia e gli occhi di David si riaprono nella seconda vita reale nel futuro).
In quel singolare fenomeno che sono i sogni lucidi, coesistono aspetti dei due stati di coscienza, che consentono a chi dorme di essere consapevole del fatto che sta sognando mentre è ancora immerso nel sogno e, a volte, anche di “prendere il controllo” della trama onirica.

Alcuni ricercatori, nell’ambito di taluni esperimenti, hanno reclutato 27 persone (uomini e donne), che non avevano mai sperimentato un sogno lucido, per trascorrere diverse notti in un “laboratorio del sonno. Dopo che i volontari sono entrati nella fase REM – la fase del sonno in cui i sogni sono più vividi –, i ricercatori hanno applicato dei piccoli elettrodi sullo scalpo, che inviano una corrente alternata di bassa intensità, capace di indurre specifiche alterazioni nei tracciati elettroencefalografici (stimolazione transcranica).

L’applicazione ha aumentato l’attività neurale nella corteccia fronto-temporale, una regione del cervello associata all’auto-coscienza e che normalmente si rilassa durante il sonno REM.

Quando si sono svegliati, i volontari sono stati invitati a raccontare i loro sogni nel dettaglio. Coloro che hanno ricevuto una scossa più intensa (40 Hz), hanno avuto il 70% di sogni lucidi, mentre chi ha ricevuto un segnale basso o pari a 0, non ha ricordato nulla dei propri sogni.

In questo modo hanno ottenuto la prima dimostrazione di un nesso causale fra lo sviluppo di specifici modelli di forme d’onda cerebrali e acquisizione della consapevolezza di sé.

La stimolazione della corteccia pre-frontale dorso-laterale, oltretutto, è probabile sia di aiuto anche nella schizofrenia e si teorizza anche che la sincronizzazione o la soppressione dell’attività dei gangli della base possa permettere di alleviare i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo.

E noi, possiamo ancora dire – alla luce dei tutto ciò – “Niente paura, è soltanto un sogno!”?

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