Aru vince la Vuelta di Spagna. Il perfetto gioca di squadra premia nel ciclismo

IL PERFETTO GIOCO DI SQUADRA. Fabio Aru in maglia rossa ha messo le mani sulla Vuelta. Il commento del Salotto del ciclismo.

Il sardo ha conquistato la Roja a conclusione della tappa disputata nella Sierra di Madrid, ultimissimo appello per dare l’assalto al primato detenuto, sin qui meritatamente, dall’olandese Dumoulin.
L’Astana ha cominciato applicazione puntuale del manuale del gioco di squadra sin dall’avvio, piazzando, nella numerosa comitiva in avanscoperta, due uomini di spessore, Zeits e Leon Sanchez. A lungo la corsa è sembrata languire con la Giant prima e la MTN Qubeka ad inseguire stancamente guidando con poca verve il plotone. All’improvviso, a più di cinquantacinque chilometri dall’arrivo, in piena seconda scalata del Puerto de la Morcuera, brusco cambio dell’andatura in testa al gruppo. L’autore è Dario Cataldo. Sapremo di lì a poco che è scattata la seconda fase odierna dell’assalto alla maglia.
Gli effetti sono immediati, in pochi chilometri il gruppo si riduce in modo netto mentre, evidentemente, aumentano le tossine nelle gambe di Dumoulin. Bisogna, però, ancora accertarsene. Ci pensa Landa, con Aru sempre a ruota. Il primo saggio da risultati importanti, l’olandese rintuzza dopo aver sofferto.
A due chilometri dallo scollinamento prova Aru, Dumoulin è sulle gambe. Tutti gli uomini di classifica lo sfilano inesorabilmente, eccezion fatta per Valverde già staccatosi con i primi venti di burrasca. In cima Aru, scortato dal bravissimo Landa, abile a non perdere contatto, ha un piccolo ma significativo vantaggio sul leader. Nel tratto che manca da qui all’inizio del Puerto de Cotos si completa la perfezione del gioco di squadra. Zeits e Sanchez, che attendevano il loro capitano, danno il colpo di grazia allo strenuo tentativo di difesa di Dumoulin, scongiurando con il loro lavoro il rientro dell’olandese che sembrava cosa fatta. Le fasi finali vivono sul tardivo attacco di Quintana e Majka. I due, partendo di rimessa, cercano invano di minacciare le posizioni di vertice. Majka riuscirà a raggiungere il terzo gradino del podio, ma solo grazie alla flessione di Dumoulin.
All’arrivo di Cercedilla, la nuova classifica generale, frutto della splendida tappa degli Astana, vede Aru al comando davanti a Rodriguez a 1’17’’, 3^ è Maika a 1’29’’, 4^ Quintana 2’02’’, 5^ Chaves a 3’30’’, solo sesto Dumoulin precipitato a3’46’’. Un lungo applauso ad Aru per la leadership meritatamente raggiunta, che sappiamo avere un sapore definitivo, ed un grande riconoscimento ai suoi compagni di casacca a cui va parte del merito di questo probabile successo.
Lo stesso Fabio lo ha onestamente riconosciuto, precisandolo nelle interviste dell’immediato dopogara e, subito dopo l’arrivo, manifestandolo apertamente verso i compagni con delle esternazioni emotivamente piene di significato.

E’ passato immeritatamente in secondo piano il giusto omaggio per la vittoria di tappa, ottenuta da Plaza al termine di una eccezionale azione nata quando ancora mancavano 117 chilometri al traguardo. Il trentacinquenne spagnolo mette così il suggello alla sua splendida annata che lo aveva già visto trionfare al Tour nel prestigioso arrivo di Gap. Braccato da uomini in un ottimo momento di forma, il vincitore di giornata ha inanellato chilometri su chilometri senza la benchè minima flessione, controllando a distanza il ritorno dei migliori fra i suoi inseguitori, Concalves e De Marchi, finiti nell’ordine  ad oltre un minuto.

La tappa odierna consegna a Madrid una degna passerella alla fine di una Vuelta molto combattuta. Una classifica generale netta che non lascia spazio a recriminazioni e polemiche di sorta.

Facendo i debiti scongiuri, domani nel tardo pomeriggio Aru indosserà la Roja più bella.

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