Arriva l’hamburger di cellule staminali

Cellule sviluppate in vitro fino ad ottenere i 150 grammi di manzo, ‘sintetici’ ma indistinguibili – tranne per il sapore – dagli originali

LONDRA – Malgrado costi ancora 250.000 sterline (290.000 euro) la risposta alla fame nel mondo e alla salvaguardia dell’ambiente è in un hamburger realizzato grazie alle cellule staminali di un mucca, sviluppate in vitro fino ad ottenere i 150 grammi di manzo, ‘sintetici’ ma indistinguibili – tranne per il sapore – dagli originali. Annunciato domenica scorsa sarà presentato e cotto nel pomeriggio a Londra dal suo creatore, il ricercatore dell’università olandese di Maastricht, Mark Post.

Lo studioso partendo dalle staminali di un mucca ha sviluppato in vitro 20.000 fibre di muscolo di manzo nel corso di tre mesi. Ogni fibra è stata sviluppata individualmente in un gel di coltura. Poi tutte insieme sono state compattate insieme per formare l’hamburger, biologicamente identiche all’originale ma sviluppato in vitro.
 L’unico problema è che al momento il manzo sintetico non sa quasi di nulla, per l’assenza di grasso e di sangue. Per questo alla ‘polpetta’ cucinata oggi sarà aggiunto succo di barbabietola rossa e zafferano, per dargli il colore giusto, sale, uova in polvere, pane grattuggiato.

In futuro la cosiddetta carne sintetica potrà rispondere alle richieste di carne delle popolazioni in via di sviluppo (basti pensare alla domanda crescente in Cina), al momento soddisfatti dagli allevamenti di bestiame che hanno un impatto estremamente pesante sul clima. Ogni chilo di carne tradizionale richiede tra 4 e 10 chili di mangimi, che a loro volta richiedono acqua, fertilizzanti e pesticidi per essere prodotti, oltre ai carburanti per trattori e macchine agricole. Per dare un’idea al momento il 30% della superficie terrestre coltivata e’ impiegata per ottenere mangimi per animali e solo il 4% per colture vegetali per il diretto consumo umano.

La carne ‘sintetica’, invece, richiede il 99% in meno della terra di quella usata per alimentare il bestiame, tra l’82 ed il 96% di acqua in meno, e genera tra il 78 ed il 95% di gas serra in meno: basti pensare che il metano che si sviluppa naturalmente nei processi digestivi dei bovini e’ 20 volte piu’ dannoso dell’anidirde carbonica dei motori a scoppio e di ogni processo di combustione. Il bestiame allevato tradizionalmente, secondo una ricerca dell’università di Oxford, produce anzi piu’ gas serra di tutto l’intero sistema di trasporti mondiale. In particolare genera il 39% del metano, il 5% di anidride carbonica e il 40% dell’ossido di azoto.

In teoria, per Post, con le staminali (le cellule indistinte allo stato primitive che potenzialmente possono trasformarsi in ogni tipo di tessuto) di una sola mucca (o maiale, o pollo o agnello) si può avere milioni di volte più carne di quella ottenibile da un singolo capo di bestiame. E questo tra i prossimi 10/20 anni. (Fonte: Agi)

 

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