App IMMUNI: qualche preoccupazione per il Grande Fratello

E’ vero! Orwell sarebbe felice, ma c’è da essere estremante preoccupati. E allora ecco una sana riflessione nelle mani e nella mente del dott. Santino Mirabella, GIP del Tribunale di Catania e ottimo letterato. Immuni

Per il mio ruolo e il mio mestiere, molto raramente su facebook entro in questioni ‘politiche’, a meno che senta pressante il bisogno di mettere in gioco il mio pensiero da addetto ai lavori allorquando sento alto il rischio per i valori costituzionali.
Sta prendendo piede l’idea di una APP, denominata ‘Immuni’, da scaricare ‘volontariamente’ sul proprio telefono e che permetta la tracciabilità dei movimenti di chiunque.
La volontarietà è un concetto che non collima con il fatto che chi non volesse scaricarla potrebbe avere delle limitazioni (non meglio specificate) negli spostamenti.
Questa conseguenza (non velatamente punitiva) sarebbe un incentivo per raggiungere la quota del 60% di adesioni, considerata soglia minima per garantire l’efficacia del sistema.
Quindi teoricamente si è liberi di accettarlo, ma se non si accetta ci si potrà muovere per il territorio nazionale in maniera estremamente limitata, per esempio non uscire dalla propria regione etc. E non si sta parlando dei contagiati, ma di tutti, in quanto chiunque potrebbe in fin dei conti prima o poi contagiarsi…
Tutto ciò appare assolutamente inaccettabile.
5177274_0754_corona_appL’art.16 della Costituzione prevede la assoluta libertà di movimento da parte di ogni cittadino, limitabile solo per legge e per motivi di sanità e/o sicurezza.
Qui il motivo di sanità appare niente di più che un pretesto: infatti, proprio perché è un divieto per tutti (positivi, negativi, guariti etc), non vi sono elementi che giustifichino sine die la tracciabilità di ogni cittadino italiano davanti alla eventuale futura possibilità di contagiarsi, anche in periodi non epidemici.
Se oggi è il coronavirus, domani sarà l’influenza (che ogni anno, nel silenzio degli ansiosi, miete fino a 10.000 morti) e così via.
Vi è poi la idea collaterale di utilizzare un braccialetto elettronico per anziani…
Il braccialetto elettronico, come per i detenuti… I commenti qui li evito a monte.sm

Eppure non è previsto per legge che tutti debbano (o possano) avere un Iphone o che siano capaci di scaricare le applicazioni.
Sento il fumus che, attraverso il cavallo di Troia del virus, possano introdursi elementi che comprimano le libertà fondamentali.
Anche perché il rischio di contagiarsi in futuro non è solamente eventuale e sempre più recondito, ma, soprattutto, è assolutamente contingente. Una volta introdotto questo sistema totalitario di controllo, esso verrà poi abolito o resterà come le accise per la benzina (ricordo, per esempio, che nel prezzo della benzina vi è ancora la quota per il finanziamento per la guerra in Etiopia) o altre emergenze collaterali?
Insomma, introdotto un metodo di controllo della popolazione, dubito che si tornerà indietro.
La regola fondamentale in una democrazia è che si possa fare tutto ciò che non è vietato, e non che si possa fare solo ciò che si è autorizzati a fare. Vietare i movimenti a chi non accetta di avere il fiato sul collo del Grande Fratello è assolutamente privo di base democratica. La-profezia-di-Orwell
Tra l’altro, se associamo tali idee con la intenzione ampiamente dichiarata e già parzialmente in esecuzione di puntare al pagamento di quasi tutto attraverso le carte di credito, otteniamo un mix pericoloso.
Infatti con il tracciamento del denaro anche in quote modeste non si sta più tracciando il denaro (esigenza generatrice a monte) ma la persona.
Conseguenzialmente, una app che monitori i propri movimenti associata ad un sistema che tracci ogni singolo pagamento, farà sì che a fine giornata da qualche parte sarà incasellato e conservato ogni momento della giornata di ogni cittadino onesto (i disonesti troveranno sempre un modo per dribblare): si saprà quando sei uscito di casa, dove sei stato, cosa hai fatto, dove hai bevuto il caffè, dove hai mangiato un toast etc.
Questa montagna di dati chi la conserverà? Il Sistema!, si dice. Ma dietro il sistema chi c’è o ci potrebbe essere? Come prevenire gli abusi?
E il garante della privacy che cosa dovrebbe ormai fare, in un sistema ove di tutti si saprebbe tutto, dietro il labile paravento di un segreto fruibile al Potere?
Orwell sarebbe felice, io sono estremante preoccupato…

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