Antimafia e Microcredito, condivisione trasversale dal mondo della politica

Consegnata presso l’aula magna del Rettorato – Palazzo Centrale, piazza Università a Catania la proposta ddl per utilizzo sociale dei beni confiscati. I deputati nazionali manifestano la volontà di partecipare al percorso legislativo

 

CATANIA – Trasversalità politica oltre l’appartenenza partitica, impatto zero sulle finanze pubbliche, riscatto socio-culturale per la collettività e rilancio di un circuito economico sano e legale. Questi i motivi che hanno visto tutti d’accordo nel riconoscere il valore della proposta avanzata ufficialmente dal mondo dell’Associazionismo alla Commissione antimafia nazionale e regionale, e alla deputazione siciliana che siede in Parlamento.

Al Rettorato dell’Università di Catania si è infatti concluso l’iter di elaborazione e definizione della bozza di modifica del Codice Antimafia, basata sulla stretta connessione tra beni confiscati e microcredito, che propone di mettere i primi a presidio per la concessione del secondo, con più vantaggi: «Offrire nuovi strumenti per una gestione dei patrimoni confiscati più efficiente, dare una seconda possibilità a quell’ampia fetta di imprenditoria locale sana e produttiva, creare consenso sociale nella lotta alla mafia e fare finalmente decollare il canale del microcredito». Così ha sintetizzato la mission della proposta l’economista Antonio Pogliese (Past Governatore del Distretto Lions e presidente dell’associazione Amici dell’Università di Catania) che nel 1982 fu il primo amministratore antimafia d’Italia.

Un’iniziativa che non ha colore politico, accolta e condivisa pubblicamente da orientamenti diversi ma uniti nel credere alla concreta possibilità di sbocco della proposta. Tra questi, Giuseppe Berretta, (PD) che manifestando piena disponibilità a condividere il percorso legislativo ha dichiarato che «Il progetto di ddl presentato oggi è un’ottima base di partenza su cui ci attiveremo per un ulteriore approfondimento in sede parlamentare per rendere realizzabili gli obiettivi che si pone, in particolare la collaborazione sinergica tra i diversi soggetti interessati (Agenzia, istituzioni politiche, giudiziarie e bancarie del territorio) e per l’attenzione rinnovata che pone sui cittadini e sul territorio per coinvolgere tutti nella lotta alla mafia». Basilio Catanoso (FI) ha parlato di «segnale normativo forte e condiviso da tutti, per cambiare l’assetto nella gestione dei beni confiscati», mentre Vincenzo Gibiino (FI), che intravede nella proposta una concreta prospettiva di sviluppo e lavoro, ha sottolineato l’importanza di rimettere in moto il circuito economico sano attraverso modelli virtuosi. Tra i presenti anche il presidente Commissione antimafia Sicilia, Nello Musumeci, che ha evidenziato la paternità catanese del progetto, ponendo l’accento sulla necessità di creare consenso sociale, «senza il quale non si possono tagliare i traguardi auspicati».

«Cinque gli articoli e nove le prestigiose firme in calce: quattro riconducibili al mondo dell’associazionismo, due a quello bancario, due alla Chiesa cattolica e una all’Università di Catania, per il ruolo che svolge e per la centralità che la conoscenza deve assumere in qualsiasi iniziativa», come ha affermato Pogliese e ribadito il Rettore Giacomo Pignataro, «a dimostrazione che il mondo accademico c’è e deve fare la sua parte, creando occasioni di crescita per il territorio».

Presenti al tavolo dei relatori anche il giudice e presidente Lions Club Acireale Pietro Antonio Currò e il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè, entrambi puntuali nell’analisi dell’ingente patrimonio confiscato alla mafia tradotto in immobili, terreni, attività imprenditoriali, ed entrambi attenti a puntare l’attenzione sull’efficacia di contrasto che potrebbe avere il disegno di legge contro l’usura o ancora l’effetto deterrente per il fallimento di aziende che, depurate dalla contaminazione mafiosa, hanno margini di ripresa. La presentazione di oggi – coordinata dal giornalista Nino Milazzo – è frutto del lavoro svolto di concerto dal Lions Club Acireale rappresentato dal Governatore Gianfranco Amenta, che ha espresso massimo supporto per l’iniziativa parlando di operatività lionista come nuova frontiera dell’associazionismo, della Fondazione Club Lions Distretto Sicilia (rappresentata dal presidente Antonio Sardo) e dall’Associazione Amici dell’Università di Catania. Le conclusioni sono state affidate al prof. Giuseppe Vecchio che ha sintetizzato l’incontro, sottolineando il valore etico e morale che un tale percorso assumerebbe se fosse intrapreso normativamente, aspetto che vede tutti d’accordo.

All’incontro hanno preso parte anche l’europarlamentare Salvo Pogliese, il segretario alla Presidenza Commissione Nazionale Antimafia Angelo Attaguile, il prefetto di Sondrio Carmelo Casabona, il direttore di Confindustria Catania Alfio Franco Vinci, l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Catania Angela Mazzola, il direttore della Banca d’Italia Pietro Raffa, il vicedirettore generale del Credito Siciliano Vittorio Pellegatta e il direttore della Caritas don Piero Galvano.

 

 

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