Costruito l'”interruttore della felicità”: una piccola luce e scatta il buonumore Esperimento sui topi fatto dagli scienziati americani e coreani, sospeso tra meraviglia e orrore: un led più sottile di un capello viene introdotto nel cervello ed è capace – comandato in wireless – di indurre i neuroni a rilasciare dopamina, il neurotrasmettitore legato alle sensazioni di piacere e ricompensa.
LA FELICITA’è un raggio di luce. E non è solo una metafora. Perché con un piccolo stimolo luminoso applicato all’interno del cervello gli scienziati sono riusciti a “creare” il buonumore. L’esperimento – sospeso tra meraviglia e orrore – è avvenuto sui topolini. Per la stimolazione è stato usato un led più sottile di un capello, introdotto a varie profondità del cervello e capace di indurre i neuroni a rilasciare dopamina, un neurotrasmettitore legato fra l’altro alle sensazioni di piacere e di ricompensa.
L'”apparecchio della felicità” viene descritto su Science dai ricercatori delle Università dell’Illinois, di Washington e di Sungkyunkwan, in Corea del Sud. Prima di essere sottoposte all’interruttore del piacere, le piccole cavie di laboratorio ricevono una terapia genica che rende i neuroni sensibili alla luce. Poi gli scienziati introducono nella loro testa un cavo così sottile da non provocare danni al cervello con una lampadina led fissata a un’estremità.
Anche se la strada è davvero molto lunga, i ricercatori annunciano future applicazioni sull’uomo. Oltre a far scattare “l’interruttore della felicità” per trattare la depressione, il metodo potrà forse un giorno essere usato per modulare altri neurotrasmettitori, agendo sul cervello come sulla tastiera di un pianoforte. Fra i parametri che potranno essere modificati dalla luce, secondo lo studio, ci sono risposta ai farmaci, Ph, livello di ossigeno nel sangue.
“Con questa strategia possiamo identificare – spiega il coordinatore dello studio Michael Bruchas dell’università di Washington – i circuiti cerebrali che gestiscono fenomeni complessi come sonno, depressione, dipendenza, ansia e provare ad agire su di essi“. Alcune applicazioni (che però usano stimoli elettrici e magnetici, non luminosi) sono già in sperimentazione per depressione e Parkinson.
Ma mentre le scosse elettriche – di intensità bassissima – influenzano un grappolo esteso di cellule del cervello, la luce emessa dal led riesce ad “accendere” un singolo neurone senza influenzare i vicini. Rappresenta dunque uno strumento molto più mirato e preciso.
Il team dei ricercatori. Da sx.: Andrew Yoo, Michael Bruchas and Robert Gereau IV.
Il led usato nell’esperimento è largo 6,5 micrometri (millesimi di millimetro) – circa le dimensioni di un neurone – mentre il cavo è più sottile di un capello. Essendo wireless, l'”interruttore del piacere” lascia i topolini liberi di muoversi. In alcuni compiti che le cavie erano state addestrate a svolgere, il raggio di luce riusciva a sostituire la ricompensa che di solito viene somministrata dopo una performance corretta. In questo caso la cavia doveva trovare la via di uscita da un labirinto.
Mostrava di darsi parecchio da fare per ricevere la ricompensa “luminosa”, oltre ad avere un comportamento tranquillo anche di fronte a situazioni che generalmente nei topolini provocano ansia.
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