Ancora lavori bloccati per il Terzo Valico, l’alta velocità Genova-Milano

Ecco l’opera pubblica più discussa del momento. Luci e ombre sui lavori dell’alta velocità.

1536 sono le infrazioni ambientali accertate per la regione Liguria che si aggiudica così il primo posto tra le regioni del Nord Italia per illeciti ambientali e 5608 sono, secondo quanto riportato dall’Ansa, gli episodi di criminalità ambientale registrati in totale al Nord. Ecco i numeri di un’Italia dove i reati ambientali non sono più soltanto una prerogativa del Sud, ma si sono diffusi su tutto il territorio nazionale. Cosa succede quando tale fenomeno e i progetti di opere pubbliche si incontrano? Il Terzo Valico, opera pubblica dell’alta velocità progettata per collegare Genova e Milano, rappresenta la dura realtà alla quale sembrano andare in contro alcune opere pubbliche in Italia intrecciandosi nei cavilli della burocrazia, pubblica amministrazione e reati ambientali.

I lavori dell’opera, a partire dallo scorso luglio 2015 sono stati bloccati a causa del ritrovamento di fibre di amianto nel cantiere di Cravasco, luogo dei lavori di scavo volti alla concretizzazione del progetto dell’alta velocità. Stando ai dati dell’Arpal, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente Ligure, il Cociv, Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, ha svolto delle indagini ambientali durante la progettazione dell’opera a seguito della presenza di amianto riscontrata durante gli scavi, che supererebbe i limiti previsti dalla legge. Secondo la legislazione italiana l’utilizzo di materiali di scavo come sottoprodotti per la realizzazione di opere pubbliche è prevista, ma deve essere garantita la qualità ambientale, cioè quando il contenuto di amianto all’interno dei materiali di scavo è inferiore al valore limite di 1000mg/Kg.

A seguito di questa scoperta l’Arpal ha effettuato con frequenza sopralluoghi e attività di monitoraggio nel Cantiere di Cravasco, che hanno portato a confermare la presenzia di amianto superiore ai limiti previsti dalla legge, cioè 1,7 grammi per chilo. Tra alcuni referti di laboratorio, pubblicati sul sito dell’Arpal, assume un’importanza significativa quello risalente al 22.09.15 in base al quale l’aria del cantiere del Terzo Valico risulta inquinata da amianto. La presenza del pericoloso materiale è stata calcolata utilizzando il volume d’aria dichiarato dal prelevatore.

Tutto questo ha portato a un blocco prolungato dei lavori del cantiere, che durerà fino a quando non verrà risolto il problema dello smaltimento delle terre contaminate dal materiale pericoloso. Dunque, ecco che si vede come l’inquinamento del suolo diventa un ostacolo non solo per la salute delle persone e dell’ambiente, ma anche per la realizzazione di opere pubbliche che si trovano oggi a dover fare i conti con un suolo sfruttato e inquinato.

Dopo analisi condotte sulle terre inquinate del cantiere è risultato che le fibre di amianto si trovano in 14 milioni di metri cubi di terre di scavo che dovrebbero essere estratte dai 25 chilometri di galleria. Le terre inquinate dovrebbero essere smaltite in Germania, ma il costo aumenterebbe notevolmente. Ora, se un metro di rocce smaltito in una normale discarica costa 5 euro e la stessa quantità smaltita in Germania costerebbe 250 euro, 1 milione di metri cubi di materiale cancerogeno da smaltire salirebbe a 25 milioni di euro. Gli eccessivi costi portano dunque ad una situazione di stallo nella quale riversa il cantiere dallo scorso luglio 2015. Le terre inquinate e il loro relativo smaltimento si trasformano in un ostacolo per la concretizzazione dell’alta velocità Genova-Milano.

Il cantiere potrà riaprire solo quando il Cociv presenterà un dettagliato piano di gestione. Dopo quanto scoperto si è dato vita all’attivazione di un gruppo di lavoro Asl/Arpa/Cociv finalizzato a controllare le possibili disperioni nell’aria delle polveri pericolose. Il Terzo Valico rappresenta l’ennesimo caso di opera pubblica incompiuta, questa volta per “anomalie” ambientali del terreno su cui dovrebbe sorgere l’alta velocità. Attualmente sul sito del Ministero dell’Ambiente è stato pubblicato l’aggiornamento del piano cave del Terzo Valico, consultabile sul sito del Ministero dell’Ambiente, con l’importante novità che tale aggiornamento comprende tutti e cinque i lotti costruttivi dell’opera. Tuttavia sono ancora molti i passaggi che devono essere discussi e ciò riguarda ad esempio l’aggiornamento parziale del piano cave che riguarda la parte piemontese.

Quello che si prospetta è un quadro complicato pieno di nodi difficili da districare, riusciranno mai a riprendere i lavori del Terzo Valico nel pieno rispetto della sicurezza per i cittadini e per l’ambiente?

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