“Amy”, una storia ai margini al festival di Cannes

Presentato ieri, 18 maggio 2015, in prima stampa alla sessantottesima edizione del festival del cinema di Cannes, il documentario di Asif Kapadia sulla cantante Amy Winehouse.

Il tributo alla jazz-pop star Amy Winehouse, morta suicida a soli 27 anni, è stato presentato oggi fuori competizione al festival di Cannes dal regista Asif  Kapadia.

La cantante, che ha sempre vissuto ai margini della follia, caratteristica, questa, tipica degli artisti geniali e incompresi, viene così descritta dal regista inglese: “Amy’ è un film su una persona che desidera amore e non sempre ne riceve”. Nel film-documentario, ci sta tutta la storia della miscela esplosiva che ha ucciso la cantante ‘dalla voce alla Billy Holiday’. Un mix letale, insomma, quello della Winehouse, fatto di bulimia, eroina, alcool e antidepressivi.

La pellicola, interamente in bianco e nero, vede una Amy che va al funerale del suo cuore infranto dopo la separazione dal marito. L’inquadratura mostra la cantante in una macchina che segue il carro funebre. Ma sarà lei stessa a guidare il corteo fino al cimitero dove invece si sta celebrando un vero funerale. Il suo funerale. Alla fine del brano, lei getta sulla bara la terra e una rosa bianca, e, sullo sfondo, una scritta: “Riposa in pace, cuore di Amy Winehouse”.

La Winehouse, sola e dal cuore fragile, come la descrivono gli amici d’infanzia, è morta proprio nell’età maledetta delle rockstar. Se n’è andata il 23 luglio del 2011,  e, prima di lei, tanti anni fa la stessa sorte per Jim Morrison e Kurt Cobain. Ma secondo Kapadia, la morte di Amy nasconde qualcosa di diverso. “E’ successo qualcosa con Amy – dice il regista – E io volevo capire come questo qualcosa potesse essere accaduto proprio davanti ai nostri occhi. Come può una persona morire così al giorno d’oggi? Non si è trattato di un episodio improvviso: in qualche modo sapevamo che sarebbe potuto accadere perché Amy stava percorrendo quella strada“.

Dal documentario, che arriverà nelle sale in Italia a settembre con Nexo Digital e Good Films, non ne esce proprio bene Black Fielder-Civil, il grande amore della cantante che gli ha dedicato il brano “Back to black”. E questo perché suo marito ebbe un ascendente negativo sulla vita della Winehouse. E’ infatti noto che l’uomo ebbe un ruolo decisivo nella sua morte, accompagnando la star nel percorso letale verso l’uso di droghe. “E questo non senza interesse da parte sua“, dichiara il regista.

Insomma, la voce di “Back to black”, a quattro anni dalla sua scomparsa, desta ancora interesse nel pubblico.

Continua Kapadia “Tutto quello che dovevamo fare era svelare i testi musicali. Questa per me è stata la vera rivelazione: la scrittura di Amy. Tutti sanno come cantava, ma forse solo pochi si rendono conto di quanto scrivesse bene. Ha scritto testi e musica: tutto era suo“.

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