Alberto Sironi: “Gli attori siciliani, il successo di Montalbano”

Questa sera omaggio a Roberto Andò, regista di Viva la libertà. Domani il ricordo di Franco Scaldati presentato da Pasquale Scimeca e la madrina del Festival Barbara Bobulova

 

MARZAMEMI (SR) – “Gli attori siciliani, per Montalbano, sono il sale della terra”. Lo ha affermato il regista Alberto Sironi, protagonista della serata di ieri dedicata a Montalbano dalla pagina allo schermo. Il regista ha ricevuto un ricordo da parte del Comune di Pachino, consegnato dal sindaco, Paolo Bonaiuto. Sul palcoscenico assieme alla conduttrice Michela Giuffrida, il “padre” televisivo di Montalbano ha commentato le immagini della celebre fiction, proiettate sullo schermo di piazza Regina Margherita. All’appuntamento erano presenti molti degli interpreti della fortunata serie tv che ha riscosso ampio consenso di pubblico e critica. Dalle attrici Guia Jelo a Lucia Sardo (protagoniste di alcuni episodi), fino ad Angelo Russo, l’imbranato ed amatissimo agente Catarella. Tutti attori siciliani che, come ha sottolineato Alberto Sironi, rappresentano la chiave del successo di Il Commissario Montalbano “che esiste perché esistono gli attori siciliani”.

Oltre agli attori siciliani, secondo Alberto Sironi, il vero grande protagonista della fiction è il paesaggio siciliano: “il mare, le spiagge, le strade, la campagna e i colori di questa splendida terra”.

“Vivo in Sicilia perché mi interessa la Sicilia” ha detto Guia Jelo. Poi, rivolgendosi al numeroso pubblico di piazza Regina Margherita ha aggiunto: “Mi interessate voi”. Si è invece soffermata sulla qualità del prodotto “sano e buono” per usare le sue parole, l’attrice Lucia Sardo, che ha aggiunto: “Montalbano è una fiction ma è molto vicina al cinema”. Chiusura all’insegna della simpatia con Angelo Russo, che svelando “il segreto” della riuscita del suo personaggio ha affermato “Sono stato fortunato per la genetica- e citando Totò ha aggiunto – Da piccolo ho avuto la meningite e con la meningite o si rimane scemi o si muore, e io non sono morto!”.

Prima dello spazio dedicato al Commissario Montalbano, la serata in piazza Regina Margherita è stata aperta dalla presentazione della giuria del concorso lungometraggi della tredicesima edizione del Festival presieduta dal regista Alberto Sironi e composta dallo scrittore e regista Roberto Andò, dall’attore e montatore iraniano Babak Karimi, dalla giornalista televisiva de “II Cinematografo” – Rai, Ornella Sgroi e dalla casting director Fabiola Banzi.

Per i film in concorso sono stati proiettati: No. I giorni dell’arcobaleno di Pablo Larrain e Il Caso Kerenes di Calin Netzer.

Protagonista della sezione “Chiacchiere sotto il fico – incontri con gli autori” è stata l’officina letteraria della famiglia Di Grado. Il dibattito, coordinato dalla giornalista Sabina Minardi, è stato incentrato sul flusso d’ispirazione tra l’attività letteraria della giornalista Elvira Seminara (madre), il docente universitario e critico letterario Antonio Di Grado (padre) e di loro figlia Viola Di Grado, rivelazione che ha folgorato la critica con il suo primo romanzo “70 acrilico 30 lana”. Antonio Di Grado si è subito tirato fuori dal gruppo creativo puntualizzando la vocazione critica del suo ruolo di scrittore e ha rimarcato “il commercio di idee” e d’ispirazioni tra madre e figlia. Viola ha aggiunto: “Con mia madre credo che ci sia un collegamento inconscio che crea in maniera quasi magica immagini speculari”. Il confronto su temi come la sicilianità o le nuove tecnologie digitali configura la particolarità delle varie percezioni dei tre autori catanesi, dando vita a un interessante “saggio sulla convivenza d‘ingegni” come l’ha amichevolmente definito il regista Roberto Andò.

 

A seguire la presentazione del libro “Chiarmastramma” (Maimone 2012), esordio letterario della regista e fotografa Giovanna Brogna Sonnino, che ha visto la partecipazione dell’attrice Lucia Sardo protagonista di un video che illustra il romanzo. “Chiarmastramma”, che in italiano significa “Colui che fa qualcosa sconvolge gli equilibri”, racconta in modo “cinematografico” la vicenda di Agata, la cammarera. La storia, che si apre e chiude come un film, narra di un incerto equilibrio che viene scardinato. “Catania, con la sua precarietà sismica, diviene il teatro ideale per narrare una storia che –  afferma l’autrice – è stata un’esperienza diversa e molto suggestiva”.

In conclusione, il cantautore Davide di Rosolini ha presentato e accompagnato in musica il suo film “Sdupagm”.

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