Al Teatro Vittorio Emanuele di Messina “Servo per due”

Al Vittorio Emanuele da martedì 9 febbraio “Servo per due”. Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli curano la regia di un classico del teatro proposto in chiave moderna

Servo per due Filippo Manzini _616_copyright 2013

Una riflessione diversa su un classico del teatro. “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni, diventa “Servo per due”, “One Man, Two Guvnors” nell’adattamento del noto commediografo inglese Richard Bean, riadattato nella versione italiana da Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen e Simonetta Solder. Al Vittorio Emanuele da martedì 9 febbraio sino a giovedì 11 febbraio, con repliche martedì e mercoledì alle 21 e giovedì alle 17.30, in scena “Servo per due”, regia di  Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli. Una commedia comica con attori che cadono dalle scale, sbattono le porte, fanno battute a doppio senso e interagiscono col pubblico, la musica è parte integrante dello spettacolo e viene eseguita dal vivo dall’orchestra “Musica da Ripostiglio”, composta da 4 elementi che hanno curato anche gli arrangiamenti delle più note canzoni dell’epoca. Una perfetta combinazione di commedia visiva e verbale che ha dato vita ad uno spettacolo che sino ad ora ha riscosso grande successo ad ogni replica.

SERVO PER DUE - Favino_D0B3830©Fabio LovinoUno spettacolo frutto dell’incontro tra l’attore Pierfrancesco Favino e Marco Balsamo, desiderio comune era quello di realizzare un classico rivisitato in chiave moderna cui partecipassero gli attori del Gruppo Danny Rose. Le sinergie aumentarono perché nel progetto fu coinvolta anche la Compagnia Gli Ipocriti che, partendo dallo stesso intento aveva preventivato di realizzare una nuova produzione. Si decise di mettere in scena “One Man, Two Guvnors” di Richard Bean tratto da “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni allestito al National Theatre di Londra con considerevole successo. Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli avrebbero curato la regia nonché la traduzione e l’adattamento del testo insieme a Marit Nissen e Simonetta Solder.

La storia di Pippo, moderno Arlecchino che, depresso, senza soldi e affamato, vaga per la Rimini degli anni ’30 in cerca di una soluzione ai suoi problemi. La trova in Rocco, ambiguo personaggio giunto in città per concludere un affare con Bartolo, padre della sua promessa sposa, la dolce e un poco svampita Clarice. Pippo diventa così il servitore di Rocco, ma ben presto comincia a dispensare i suoi servigi anche ad un secondo padrone, Ludovico. I due padroni ignorano l’esistenza l’uno dell’altro ma, in realtà, si conoscono molto bene e Pippo, servo ingordo e pasticcione, inizia a confondersi e a combinar guai. La vicenda si complica perché la dolce Clarice, in verità, ama ricambiata l’estroso Amerigo e anche al buon Pippo l’amore inizia a far girare la testa, incarnato dalla seducente Zaira. Missive scambiate, ricevute mangiate, bottiglie di vino consegnate per sbaglio: essere il servitore di due padroni è davvero difficile. Ci si mettono anche i camerieri Alfredo e Gennaro a combinarne delle belle e confondere il povero Pippo ancor di più. Quando il sogno d’amore di Clarice e Amerigo sembra definitivamente infranto, nonostante l’impegno dell’avvocato Altero e dell’amico Livio, e anche le vite di Rocco e Ludovico appaiono giunte all’inevitabile bivio, si svelano gli inganni e pure i malintesi.

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