Al Teatro Stabile “Erano tutti miei figli”: nel dramma di Arthur Miller i traumi della società postindustriale

Lo spettacolo approda nel capoluogo etneo dopo il successo riscosso in prima nazionale a Napoli. Regia di Giuseppe Dipasquale, protagonisti Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini. Nuova coproduzione realizzata dal Teatro Stabile di Catania e Doppiaeffe Production s.r.l.
Compagnia di Prosa
Teatro Verga, dal 3 al 19 maggio 2013

CATANIA  – Un intenso, scavato Mariano Rigillo, una struggente Anna Teresa Rossini, guidati dall’incisiva regia di Giuseppe Dipasquale. Dopo il vivo successo riscosso in prima nazionale al “Mercadante” di Napoli, approda nel capoluogo etneo “Erano tutti miei figli”, nuovo allestimento del capolavoro di Arthur Miller, che ha conquistato il pubblico partenopeo per la superba prova degli interpreti e l’innovativa concezione registica e scenica, mirata ad esaltare un dramma di grande attualità, che punta il dito contro la spregiudicatezza e la corruzione del sistema economico. Un testo che lascia il segno, proposto nella traduzione di Masolino D’Amico e messo in scena da Giuseppe Dipasquale, direttore del Teatro Stabile di Catania, che produce l’allestimento in sinergia con Doppiaeffe Production s.r.l. Compagnia di Prosa.
   
 Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Verga di Catania dal 3 al 19 maggio. Protagonisti due grandi nomi del panorama teatrale italiano: Mariano Rigillo nel ruolo del magnate Joe Keller e Anna Teresa Rossini in quello della moglie Kate.
Accanto a loro un cast di qualità che annovera Ruben Rigillo, Silvia Siravo e ancora Filippo Brazzaventre, Barbara Gallo, Enzo Gambino, Annalisa Canfora, Giorgio Musumeci. Le scene sono di Antonio Fiorentino; i costumi di Silvia Polidori; le luci di Franco Buzzanca.  
 «Nella prodigiosa struttura della pièce – evidenzia Giuseppe Dipasquale – convivono allegoria e stringente concretezza. Un dramma familiare si fa paradigma dei traumi che travagliano ancora oggi la società postindustriale. Un tono esteriore da “conversazione galante” rende anzi più inquietante la logica spietata su cui si fonda una ricchezza accumulata senza scrupoli, frutto di ciniche equazioni tra guadagno e disonestà, successo e frode, illegalità e menzogna. A prevalere è il modello della società di massa, la ricerca acritica di un benessere solo economico, inconsapevole o peggio incurante di conseguenze funeste. Laddove l’errore di un padre diventa incarnazione di un sistema perverso che minaccia i figli di tutti». 

Pubblicato nel 1947, “Erano tutti miei figli” (All my Sons) è il primo grande successo teatrale di Arthur Miller, titolo di svolta della carriera dello scrittore americano,che precede il noto “Morte di un commesso viaggiatore” (Death of a Salesman) del 1949, entrambi adattati per il grande schermo, come “Uno sguardo dal ponte” e altre sceneggiature del drammaturgo statunitense.
 
«Come tutti i veri capolavori – dichiara Mariano Rigillo – “Erano tutti miei figli” conserva un’attualità costante. Scritto immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, ha un riferimento molto preciso a quell’epoca, ma la corruzione, la spregiudicatezza e il cinismo del magnate dell’industria di cui parla possiamo ritrovarli facilmente anche oggi».
 
 Il plot è qui incentrato sulla figura dell’imprenditore Joe Keller, che durante la seconda guerra mondiale, da poco terminata, non ha esitato a trarre profitti dalla vendita di pezzi “difettosi” all’aeronautica militare: una colpa grave, costata la vita a ben 21 piloti. Ma Keller è riuscita a farla franca, solo il socio marcisce in galera. Intanto la sua famiglia fa i conti da tre anni con il dramma della scomparsa in guerra di un figlio mai ritrovato. Mentre la madre è chiusa nell’illusione che il primogenito tornerà, sarà la giovane a cui era fidanzato – e della quale è ora innamorato il fratello del disperso – a far emergere le contraddizioni nella vicenda e a svelare i misfatti abilmente celati dal cinico industriale.
 
                                                           ERANO TUTTI MIEI FIGLI

di Arthur Miller
traduzione Masolino D’Amico
regia Giuseppe Dipasquale
scene Antonio Fiorentino
costumi Silvia Polidori
luci Franco Buzzanca
con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini
Ruben Rigillo, Silvia Siravo
Filippo Brazzaventre, Barbara Gallo,
 Enzo Gambino, Annalisa Canfora, Giorgio Musumeci   
produzione Teatro Stabile di Catania
in coproduzione con Doppiaeffe Productios s.r.l. Compagnia di Prosa  
 
 

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