Al teatro Coppola da Versace ai nuovi orizzonti della moda

L’estro, l’eleganza e la creatività di Gianni Versace applaudita ed ammirata icona internazionale del made in Italy insieme alla dirompente personalità della sorella Donatella

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L’estro, l’eleganza e la creatività di Gianni Versace applaudita ed ammirata icona internazionale del made in Italy insieme alla dirompente personalità della sorella Donatella e la scalata economica di moda e di stile della maison Versace con la conseguente discesa dopo l’omicidio dell’allora cinquantunenne stilista davanti alla sua villa di Miami sono gli argomenti della speciale lezione organizzata e diretta al teatro Coppola- Spazio Occupato dalla professoressa Liliana Nigro, docente di Storia del Costume per lo Spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Catania.

Una ricca lezione divisa in tre momenti: la proiezione del film canadese “House of Versace”; l’analisi del film e il racconto dell’esperienza nel campo della moda di Arcangela Aiello, stilista catanese apprezzata dalla critica internazionale in particolar modo negli Stati Uniti, Vincenzo Longhitano, imprenditore del noto marchio di moda Ellevu, il fotografo Massimo Pantano e la modella Astrid Darcy, soci dell’agenzia Sicily Models che insieme a Liliana Nigro, organizzatrice dell’evento, e Vincenzo Tromba, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catania, coordinati dalla giornalista Elisa Guccione hanno descritto l’evoluzione stilistica e sartoriale nelle passerelle dagli anni 80 ad oggi; dibattito e confronto sullo sviluppo professionale della figura dello stilista nel mondo lavorativo.

Importanti le parole di Arcangela Aiello la quale ha spiegato come a piccoli passi con grande impegno e devozione si possa diventare imprenditori di se stessi senza dover andare via dalla propria terra: “È fondamentale capire quale sia il proprio obiettivo e il settore dove poter esprimere la propria creatività, cercando sempre di costruire un proprio stile che ci differenzi dagli altri rendendo unici i nostri lavori, senza pensare che per vincere in questo settore si debba per forza abbandonare la Sicilia e trasferirsi a Milano”. Grande lo stupore dei ragazzi a tale affermazione. “Tutto grazie ad internet si è ravvicinato ed accorciato ed è importante non farsi illudere dalle false chimere, dalle fashion blogger e dalle influencer che non portano a nulla, poiché questo è un lavoro fatto di scelte e sacrifici con le stesse opportunità per tutti gli aspiranti stilisti indipendentemente dalla collocazione geografica”.

Dello stesso parere anche il fotografo Massimo Pantano che insieme alla modella Atrid Darcy hanno investito tempo e denaro rimanendo in Sicilia: “Non esiste più il mito delle grandi città per lavorare, perché l’equazione laurea- viaggio della speranza verso il nord uguale lavoro non esiste più”.

Il dibattito è stato concluso dalla professoressa Liliana Nigro la quale, prima di annunciare la sfilata dell’abito “L’Uccello di fuoco” della stilista emergente Vania Mazzeo per sottolineare il legame tra Versace e il teatro, ha spiegato come  dall’incontro e dal libero scambio delle idee possa nascere, indipendentemente se al nord o al sud, una formazione artistica e professionale capace di dare voce a tutte le diverse realtà sociali senza distinzione di colore.  

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