"Taularde" di Audrey Estrougo, film dal cuore femminista

Anteprima al Bif&st di "Taularde" della regista Audrey Estrougo. La pellicola racconta la storia di carcere al femminile e di una coraggiosa Sophie Marceau che, acqua e sapone per dimostrare la sua età che avanza, interpreta Mathilde, insegnante di lettere e donna innamorata. Talmente innamorata è la protagonista che per salvare dalla prigione l’uomo che ama, lo aiuta a fuggire mettendo a rischio se stessa, nonostante le pressioni del figlio (Benjamin Siksou) che la supplica a collaborare con la polizia. E così, Mathilde diventa, come capita sempre in galera, solo un numero: il suo codice è 383205-B.
La sua è una scelta molto femminile e pragmatica in quanto preferisce scontare due anni in galera che perdere Philippe per diciotto anni. Decide così di aiutarlo a fuggire nascondendo una pistola dietro la schiena di una detenuta. Nel carcere, per Mathilde, tanta violenza, ma anche tanta solidarietà al femminile. A peggiorare la situazione, c'è il fatto che la protagonista non riceve nessuna lettera dall'uomo per il quale si è sacrificata. Per la donna, entrare nel clima carcerario non sarà facile, tra galeotte violente e omosessuali, e guardie carcerarie razziste.
"Intanto - spiega la regista - non considero "Taularde" come una prigione senza dimensione poiché al contrario, nutro l'ambizione folle di fare una riflessione sulla nostra società attraverso queste donne. La prigione è così solo un pretesto narrativo ideale per rinchiudere le nostre devianze e i nostri fallimenti, e per metterli poi in scena. E attraverso il rispetto di questa logica ho scritto la mia storia e pensato al mio casting.
Qui tutto si mescola e ogni dettaglio racconta gli errori della nostra storia della nostra giustizia insomma della nostra società. Perché infine è proprio quest'ultima conclude la regista di Regarde moi - che ci plasma, e io voglio tra queste mura darne il riflesso più fedele possibile. Da questa storia voglio tirare fuori insomma una testimonianza senza concessioni e sollevare interrogativi come, ad esempio: a chi serve la prigione oggi? Qual è il posto delle donne nella nostra società? In definitiva lontano dai loro referenti maschili, "Taularde" è dunque un film sulle donne che fanno il mondo e la società che le distrugge".
La regista francese, oltre a questo film dal cuore femminista, anticarcerario e sociologico, ha firmato in passato anche "Regarde-moi" (2007), "Encore un printemps" (2008), "Toi, moi, les autres" (2011), "Une histoire banale" (2014).