Akhal-Teke il cavallo dorato e levriero del deserto

L’ Akhal-Teke anche detto “cavalo celeste” il cavallo più bello del mondo è resistente alla fatica, amato per la particolarità del suo pelo che, una volta illuminato e colpito dalla luce del sole, sembra trasfigurarsi e brillare di luce propria.

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Viene considerato il cavallo più bello del mondo! L’Akhal-Teke anche detto “cavalo celeste” è una delle razze più antiche e belle tra gli equini.

Originario del Turkmenistan (ex URSS) è il diretto discendente del cavallo Turkmeno che è a sua volta progenitore anche del Cavallo Arabo.

L’Akhal-Teke era ed è il cavallo delle tribù aborigene del Turmenistan; per questi popoli il cavallo è tutt’oggi, fonte di ricchezza nonché di salvezza. Storicamente l’ Akhal-Teke veniva curato come un membro della famiglia, messo al riparo dal freddo e dal caldo, alimentato come meglio si poteva.

In occidente l’Akhal-Teke è molto apprezzato per la sua bellezza e per il suo pelo peculiare che riesce a riflettere la luce in modo unico. Inoltre, è molto apprezzato per la sua funzionalità: utilizzato endurance, trekking e salto ad ostacoli.

La razza rappresenta ancora una rarità, per la diffidenza della popolazione turkmena a vendere il loro tesoro agli stranieri, ha rischiato più volte di scomparire, ma l’intervento nel 1955 di Vladimir Sciamborant ha permesso un lavoro di selezione.

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Un cavallo non molto alto (da 1.60 a 1.65 m) ma slanciato, aggraziato, fine, aristocratico, dalle andature flessuose, dalle lunghe gambe, dall’incollatura assai rilevata, con la testa espressiva e il ciuffo quasi inesistente.  Il mantello, liscio come seta, è costituito da peli cortissimi e da una pelle sottile, caratteristici i riflessi metallici che, secondo alcuni studi, potrebbero dipendere dalla rifrazione della luce sui singoli peli dotati di una particolare struttura, il ventre è retratto, simile a quello di un levriero che gli rende un fisico asciutto, da qui anche il soprannome il “levriero del deserto”. Lo zoccolo è di media dimensione e molto robusto, con unghia così dure che spesso non necessitano di ferratura.

Anche Napoleone Bonaparte che fu possessore di ottanta cavalli, tutti di razza araba, di piccola stazza e con il manto bianco o molto chiaro, rimase affascinato dalla bellezza dell’Akhal-Tekè.

Il purosangue è impossibile da categorizzare all’interno di uno standard fisico; ci sono diciassette linee di sangue che si differenziano le une dalle altre, da un punto di vista morfologico e per attitudini caratteriali.

Il prezzo per un cavallo Akhal-Teke è di circa 12 mila euro di partenza. Essendoci molte linea di sangue il prezzo può salire drasticamente. È ovvio che anche altri fattori determinano il prezzo, ma se il prezzo è troppo basso c’è da chiedersi perché e se molto alto deve esserci una buona motivazione. Un puledro di una buona linea può costare sopra a 20 mila euro.

Inoltre si lega profondamente al suo padrone, tanto da instaurare con lui, un rapporto di lealtà, fedeltà e devozione.

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Questa particolare razza di cavallo veniva impiegata sia per le corse che come mezzo di trasporto per attraversare il deserto, infatti, è un ottimo fondista ed un cavallo estremamente resistente.

Nel mondo antico avere un Akhal-Teke era anche garanzia di libertà, indipendenza e sopravvivenza poiché esso ha rappresentato per secoli il mezzo fondamentale per la fuga e la salvezza in caso di attacchi improvvisi da nemici esterni. Addirittura, per alcune etnie Turkmene, l’importanza di questo cavallo era seconda solo al capo famiglia.

Akhal-Teke è conosciuto appunto come “Cavallo Celeste” perché si ritiene che anche gli imperatori cinesi montassero questa antica razza equina, considerato il simbolo della nazione tanto da apparire al centro dello stemma della Repubblica.

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Tra i pionieri nell’allevamento di Akhal-Teké in Italia è l’Allevamento Prati Nuovi situato a Travagliato (BS) che, con il suo stallone Muzar, ha vinto il Campionato Europeo Stalloni ed è stato primo in classifica come miglior riproduttore nel mondo.

Inoltre, c’è anche Absent uno dei stalloni Akhal-Teke più famosi al mondo: vinse infatti una medaglia d’oro a Roma durante le Olimpiadi del 1960 (montato da Sergei Filatov), due di bronzo a Tokio nel 1964 (individuale e a squadre, montato sempre da Sergei Filatov) e una d’argento a squadre in Messico nel 1968 (montato da Ivan Kalita). Per tutte queste vittorie riportate Absent venne soprannominato il “Cavallo del secolo”. La leggenda vuole che Bucefalo, il cavallo di Alessandro Magno, fosse proprio un Akhal-Teke.

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Questa genere di equino grazie alle sue capacità di apprendimento, sommata alla sua straordinaria bellezza, ne fa un animale ricercato anche dai circhi di tutto il mondo.

Si pensa ad un incontro tra le associazioni europee Akhal-Teké per valutare la reale possibilità di organizzare un Campionato del Mondo per il 2018 proprio a Fieracavalli.

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