Addio Rita Levi Montalcini, premio Nobel e Signora della Scienza

All’età di 103 anni è morta Rita Levi Montalcini, Premio Nobel e senatore a vita.
Si è spenta nella sua abitazione di Roma, in via Villa Massimo

Nel 1986 premio Nobel per la medicina grazie alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa. Il Presidente Giorgio Napolitano commosso esprime il cordoglio del Paese. Le esequie il 2 gennaio a Torino in forma privata. Il suo corpo sarà cremato giovedì e le ceneri saranno conservate in una ‘Urna Sacra’, secondo il rito ebraico.

 Camera ardente al Senato, funerali il 2 gennaio. La camera ardente per la professoressa Rita Levi Montacini sarà visitabile dal 31 dicembre (dalle 15,30 alle 21) al Senato. Parteciperanno il presidente della Repubblica e il presidente del Senato, Renato Schifani. ”Al termine della cerimonia – ha detto la nipote Piera – il feretro sarà portato a Torino dove verrà celebrato il funerale con rito ebraico”.

 

 Ci ha lasciato anche la Rita Levi Montalcini. Una vita per la scienza, la ricerca, l’Italia: erano queste le persone che facevano da contrappeso all’estero in questi anni in cui i più del nostro Paese ridevano. E tutto ciò, con una leggerezza, un’umiltà e una consapevolezza straordinari.
È un luogo comune, ma veramente se ne vanno i migliori: nessuno che ci porti via tutti gli altri? (Carlo Massarini)

 

Nata a Torino il 22 aprile del 1909, si è laureata in Medicina all’Istituto di Anatomia umana della stessa Università nel ’36, già allieva dell’istologo Giuseppe Levi. Nel1938, in quanto ebrea sefardita, fu costretta dalle leggi razziali del regime fascista a emigrare in Belgio con Levi, dove continua le sue ricerche sul sistema nervoso in un laboratorio domestico.

 Nominata senatrice a vita nel 2001 dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, aveva 103 anni. “Per noi è la prima linea che se ne va, una delle persone su cui tutti potevano contare, rassicurava, con la sua autorevolezza“, risponde, con gentilezza pacata e triste, la nipote Piera Levi Montalcini. “Il suo impegno era per tutti“, aggiunge ricordando che “non ha mai smesso di lavorare e studiare fino all’ultimo, e quando se ne è andata lo ha fatto così, con tranquillità“.

Lavoro per un futuro che non è il mio, ma è dei giovani… Solo l’istruzione può garantire il futuro ai tanti giovani nel mondo, che non devono aver paura delle difficoltà. Personalmente ogni crisi mi ha portato più in alto, spronandomi a fare sempre di più“: sono parole di Rita Levi Montalcini, pronunciate nel corso di una conferenza stampa, su “L’istruzione chiave dello sviluppo“. Nel 1992 Rita e Paola Levi-Montalcini, in memoria del padre Adamo Levi, istituirono la Fondazione Levi-Montalcini Onlus, con il motto “Il futuro ai giovani” con lo scopo di favorire l’orientamento allo studio e al lavoro delle nuove generazioni. Nel 2001, lo statuto viene modificato e la missione è “venire in aiuto alle donne di paesi dove si lotta ogni giorno per la sopravvivenza“, perché “lo sviluppo dei paesi ad alto livello culturale ha dimostrato che l’istruzione è la chiave di volta del progresso di un paese“.

Autentica femminista. Nella presentazione di uno dei libri promossi dalla fondazione Montalcini, “L’altra parte del mondo“, scrive: “Il futuro del Pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l’accesso all’istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace“. (Kat from virgilio.it).

 

Bio

I suoi primi studi (degli anni 1938-1944) furono dedicati ai meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati. Nel 1947 accetta l’invito a proseguire le sue ricerche al dipartimento di Zoologia della Washington University (nello stato Usa del Missouri), dove rimane fino al 1977. Nel 1951-1952 scopre il fattore di crescita nervoso noto come Ngf (Nerve Growth Factor), che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Per circa 30 anni prosegue le ricerche su questa molecola proteica e sul suo meccanismo d’azione, per le quali nel 1986 viene insignita del Premio Nobel per la medicina insieme allo statunitense Stanley Cohen. Nella motivazione del riconoscimento si legge: «La scoperta del Ngf all’inizio degli anni ’50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza, i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo».
 

Dal 1961 al 1969 dirige il Centro di ricerche di Neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).  Dal 1993 al 1998 presiede l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. È stata membro delle più prestigiose accademie scientifiche nazionali e internazionali, quali l’Accademia Nazionale dei Lincei, l’Accademia Pontificia delle Scienze (fu la prima donna ad essere ammessa), l’Accademia delle Scienze detta dei XL, la National Academy of Science e la Royal Society, presidente onorario dell’Associazione Italiana Sclerosi. Ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti: fra l’altro tre lauree ad honorem delle Universita’ di Uppsala (Svezia), Weizmann-Rehovot (Israele) e St. Mary (Usa). Ha vinto inoltre il Premio internazionale Saint-Vincent, il Feltrinelli, e il premio “Albert Lasker” per la ricerca medica.

(Stefano Biolchini – Il Sole 24 Ore)

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