Ad Acireale “Nove anni a Tientsin”, del regista Marcello Trovato

“Nove anni a Tientsin”: Battaglione “San Marco” film evento con attenta e oggettiva ricostruzione storica di Marcello Trovato, affiancato da un valido cast

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Film evento interessante in anteprima al multisala “Margherita” di Acireale “Nove anni a Tientsin”, del regista acese Marcello Trovato, presentazione 5 aprile alle ore 18,30 a cui seguirà la proiezione del film e il 9 aprile, sempre al multisala “Margherita” proiezione alle 17,15 – 19,15 – 21,15.

Un lavoro stimolante che si arricchisce continuamente, ricostruendo una storia attraverso documenti inediti originali. Un racconto che si snoda nel crinale allargato del secondo conflitto mondiale, con una trama che acquista singolarità attraverso la forma che il regista modella, la luce che sa cogliere e il suono che l’accompagna.

Nel 1939 il Battaglione San Marco partecipò ad una spedizione diplomatica in Cina, nella concessione italiana a Tientsin. Ma il secondo conflitto mondiale, bloccherà i nostri commilitoni in estremo oriente. “Nessuno si prese cura, a guerra finita, come sottolinea con dolore il regista, di recuperare chi era rimasto in vita. Una tragedia per le famiglie che non avevano più notizie, dei propri cari rimasti in terra straniera. Solo due, un siciliano e un calabrese, resistettero su circa 1300 soldati”.

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Scritto e diretto da Marcello Trovato, con un valido cast: Rossella Caramma protagonista, interpreta con stile donando nuances commoventi, il ruolo della moglie di Pietro, nonno di Marcello il regista; Agostino Zumbo, si immedesima con sicurezza e partecipazione nei panni del vescovo di Acireale Mons. Russo; Santo Santonocito emoziona ed è Pietro, il commilitone rientrato dopo diverse peripezie, a cui si affiancherà Diego Cannavò nella parte giovanile; Federica Bucolo, la figlia Paola bambina introversa, nei confronti del padre “straniero”, a cui seguirà Carmela Buffa Calleo, nella rappresentazione da adulta che troverà nella vicinanza e quotidianità un profondo contatto e complicità con il padre; Enzo Grancagnolo, il calabrese Francesco Giraldini e Santo Pennisi da adulto, danno una coloritura ancora più forte ed esaltante nei rapporti di amicizia tra lui e Pietro; Carmelo Cannavò, personaggio intrigante militare non identificato; Daniele Sapio, rappresenta la parte autobiografica del regista; il film si arricchisce con la partecipazione di Vitalba Andrea. Musiche originali composte da Giuseppe Romeo, direttore Orchestra V. Bellini di Catania, produttori esecutivi Marcello Trovato, Rossella Caramma.

La storia, come progettata da Trovato, si divide in due parti: una storica, con focus su una donna che non cede alla speranza e va in visita al vescovo di Acireale Mons. Russo, che ha operato attivamente dal 1939 al 1970 e, insieme alla volontà di Pio XII, grazie all’archivio della Santa Sede e della Diocesi, che conteneva tutti i prigionieri e dispersi dopo la Seconda Guerra Mondiale, aiutò la dama Rosa a far pervenire a Tientsin, una lettera al marito Pietro con una foto della figlia Paola, avendo maggiori probabilità di farla giungere a destinazione attraverso il Corriere Vaticano. Dal giugno del 1941, con l’Operazione Barbarossa, la via transiberiana della posta attraverso la Russia Sovietica tra Oriente e Occidente era resa impraticabile dai frequenti attacchi dei briganti.

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La seconda parte ha motivazione psicologica introspettiva autobiografica, legata alla malattia del nonno Pietro cardiopatico e al suo incontro con la figlioletta Paola lasciata a sei mesi e ritrovata a nove anni: nuovi rapporti da riconciliare, affetti da riconquistare, c’è il desiderio da parte del regista di ricostruire e ricordare la scomparsa di 1.300 soldati, divenuti dispersi e senza notizie. Chiarisce “una storia che potesse esorcizzare la scomparsa prematura di mio nonno a 71 anni, dovuta alla mala sanità di cui mi porto dentro la sofferenza e voglio lasciare una traccia per altri nonni”.

Il film fa conoscere la rappresaglia giapponese subita dal battaglione, in quel periodo le acque territoriali erano chiuse dal 1939 e nel 1948 i commilitoni vennero abbandonati. Gran coraggio e passione ha spinto il regista, a portare a termine il progetto con le sue sole forze economiche, poiché è stato negato il finanziamento, nonostante le continue presentazioni dell’istanza avallate dalla Rai, redazione “La storia siamo noi”. Ciak si apre la prima scena dell’incontro tra Rosa e il vescovo nella Curia di Acireale, e rilancia Trovato “grazie a Mons. Raspanti, da lì ho costruito film e cast, girando nella chiesa di S. Camillo, S. Rocco, Basilica collegiata S. Sebastiano”. “Un aiuto importante e incisivo dal Comune di Sutera, spiega, che ha ospitato e messo a disposizione il museo etnoantropologico, oggetti scenici originali, insieme alla parte storica urbana del paese; e ancora assistenza dal Comune di Aci Catena girando a Palazzo Riggio, il Museo dello Sbarco a Catania, location utili a ricostruire la Seconda Guerra Mondiale”.

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Film indipendente accompagnato da un gruppo di attori presi per strada, ma anche attori beniamini del pubblico, tutti personaggi semplici, genuini, di grande coraggio come Rosa moglie-madre siciliana, che sa ascoltare e ragionare con il sorriso, soffre con orgoglio, accetta le trasformazioni. Tutti hanno la possibilità di scrivere la storia, compiendo un percorso in evoluzione utilizzando sfumature diverse; il regista incarna la vicenda, ci fa rivivere gli umori, riesce a trasmettere i vuoti interiori ancestrali, colmandoli di amore, orienta ad attraversare l’esistenza, unendo bellezza e fragilità della condizione umana.

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