Acqua, clima e povertà: urgenti sfide per gli esperti di sostenibilità

Eco-sostenibilità. Il piano d’emergenza è sempre più chiaro. A tracciare il quadro è The 2013 Issues Survey. La Silicon Valley interviene, proponendo le “start up della green economy italiana”.

 

 

 

 

 

 

Gli esperti di sostenibilità indicano la scarsità dell’acqua, i cambiamenti climatici e la povertà le sfide più urgenti per la società. A tracciare il quadro è The 2013 Issues Survey, l’indagine realizzata da GlobeScan e SustainAbility Survey. Per la prima volta in questo sondaggio, gli esperti di sostenibilità sono stati invitati a esprimere la propria opinione, non solo sulle questioni più urgenti da affrontare per particolari settori industriali, ma anche su quali sono i settori più colpevoli.

In particolare, emerge che la scarsità dell’acqua è la maggiore preoccupazione per gli europei. Il cambiamento climatico, invece, è al top delle preoccupazioni dei mercati emergenti. Nonostante un miglioramento generale, nessuno settore industriale viene però indicato come pronto a gestire in modo efficace la transizione verso uno sviluppo sostenibile.

 

 

 

I settori considerati più responsabili dagli esperti sono: agricoltura/food & Beverage, olio/gas e il settore chimico.

Di questi, il settore agricoltura / food & beverage viene indicato come il migliore in termini di ‘performance nel campo della sostenibilità’. Secondo il rapporto, la collaborazione all’interno e tra industrie è necessaria per affrontare le numerose sfide alle quali sono chiamate le aziende e la società in generale.

La Silicon Valley, oggi, tenuto presente questo scenario “inquietante”, comincia a non occuparsi più solo di software e microchip: è, infatti, anche il luogo in cui prendono forma le start up più innovative e competitive della green economy italiana, quella più giovane e creativa. Dalla chimica verde all’efficienza energetica, passando per i rifiuti in orbita, sono 51 gli italiani che hanno creato 25 start up, passando per la ‘valle del silicio’ californiana, nelle sei edizioni di Best (Business Exchange and Student Training), programma nato per favorire il cambiamento culturale nelle giovani generazioni di scienziati, con un progetto basato su innovazione e trasferimento tecnologico.

 

 

 

C’è chi ha messo a punto un sistema per prevenire la spazzatura in orbita (i cosiddetti ‘space debris‘), chi si preoccupa di riforestare il mondo, chi punta sui biocarburanti creando opportunità di lavoro nelle zone desertiche, chi realizza sistemi per gli ‘smart buildings‘. 

Rivolto a giovani ricercatori nei campi Ict, Biotech, Tools and Machinery, Energy and Green Technology e, da quest’anno, anche design e fashion, il programma è dedicato a giovani, che lavorano su promettenti idee imprenditoriali, risultato di progetti di ricerca, da trasformare in un business gestito in prima persona.

Puntare sui giovani per lavorare e cercare di risolvere problemi contingenti, determinanti per il nostro futuro: questo è l’obiettivo, al fine di trovare soluzioni per un sistema eco-sostenibile, ragionando su beni di primaria necessità, come, per l’appunto, l’acqua, che, giorno dopo giorno, diventa preziosa molto più dell’oro. Dobbiamo farci carico delle “insofferenze” del nostro pianeta, perché sono frutto dell’azione lentamente corrosiva e irragionevole dell’uomo. Anche i cambiamenti climatici derivano dalla “mano umana” e la povertà…meglio non cercare di trovare tutte le cause che l’hanno determinata, perché tutti i capi della matasse ricondurrebbero, inequivocabilmente, a “Mr.Man”. Lavoriamoci su con coscienza, cominciamo a rispettare l’ambiente, smettendola di “spremerlo come un limone”, affinché l’azione depauperante di ognuno di noi smetta di uccidere il pianeta Terra, augurandoci di trovare soluzioni fattive, prima che soffochi completamente.

 

 

 

 

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