“In 6 ore 500.000 accessi a http://www.verybello.it! Come speravamo grande pubblicità da ironie, critiche e cattiverie sul web… Verygrazie!”. Così, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha commentato le prime ore di luce del sito che dovrebbe rappresentare una vetrina di tutti gli eventi culturali in Italia paralleli all’Expo 2015.
Una gigantesca agenda con l’obiettivo di informare e promuovere non soltanto le attività strettamente collegate all’Esposizione Universale, ma la nostra nazione.
Un evento che rappresenta una tale opportunità economica per il nostro Paese e un’occasione per comunicare le nostre ricchezze culturali, costituisce un momento di importanza assoluta, da maneggiare con gli attrezzi del mestiere. Sì, perché ogni piccolo dettaglio dovrebbe essere riposto in mani esperte.
E allora, la rilettura del baldanzoso e ironico tweet di Franceschini, facciamola prendendo le distanze tanto dai numeri, quanto dalla convinzione «nel bene o nel male, purché se ne parli» . Il fatto che in poche ore #verybello sia diventato trending topic, non significa che il polso della rete fremesse d’amore per il neonato sito. Interrogate il motore di ricerca interno di Twitter e scoprirete un’infinità di frasi ironiche, lamentele, critiche. Non stiamo parlando di giudizi estetici o delle solite lamentele dei “puffo brontolone” di turno, stiamo parlando dei giudizi degli utenti reali e delle osservazioni, motivate e documentate, dei professionisti del digitale in Italia (perché nonostante ce ne siano davvero molti – validissimi – si è riusciti a sprecare tanto talento per una faccenda così delicata). Per dirne una, il sito è solo in italiano.
Ma non avevamo detto che accogliere i turisti e informarli dell’offerta culturale dell’Italia fosse priorità assoluta? E no, non basta dire che le altre lingue saranno presto disponibili, non è ammissibile! Cos’altro non è ammissibile? Che le pagine social siano totalmente prive di contenuto e che abbiano delle immagini di copertina in cui compare l’Italia, ma con la Sicilia tagliata fuori, letteralmente mozzata. Perché pare fosse troppo difficile progettare una banalissima immagine di testata con le giuste dimensioni.
Ed è di stamattina il post sul blog ufficiale di Beppe Grillo che chiede chiarimenti relativi ai criteri secondo cui è stata selezionata l’agenzia incaricata di realizzare il progetto di comunicazione e di quanto esattamente sia stato speso per la realizzazione dello stesso. Inoltre nel post, si lancia la proposta della realizzazione di una piattaforma collaborativa condivisa.