A lezione di vita con Giancarlo Orsini: “Da noi la primavera si chiama progresso”

CATANIA – Ieri, 9 aprile, alle ore 20.00 presso il Teatro Don Bosco di Catania, grande meeting organizzato da Banca Mediolanum. Relatore il dr. Giancarlo Orsini, docente della Mediolanum Corporate UniversitySpettacolare serata ieri al Teatro Don Bosco di Catania organizzata da Banca Mediolanum dal titolo “Da noi la primavera si chiama progresso”. Fortemente voluta e sostenuta dal Group Manager di Catania, Alessandro Palermo, con l’appoggio della moglie Gabriella, l’evento ha avuto un ospite d’eccezione, Giancarlo Orsini, Training & Learning Manager della Mediolanum Corporate University. Ospite già nel pomeriggio di Globus Radio Station nella trasmissione “Radio Ritratto – Pennellate dal Mondo Vip”, condotta da Antonella Guglielmino, Franco Liotta e Enzo Stroscio, Giancarlo Orsini ha sfoderato tutte le sue innumerevoli doti oratorie al fine di raggiungere un traguardo tanto vicino, quanto impervio: riuscire a far concepire quanto l’origine della crisi, che in tutti i settori attanaglia la nostra meravigliosa Nazione, sia principalmente causa nostra. Ancora grettamente ancorati ad una concezione retrò di cultura, lavoro, commercio e vita sociale, continuiamo, “vittimizzandoci”, a rimanere ancorati ed arenati in un mondo che non è più il reale mondo odierno, stretti nella concezione che i confini siano limiti difficili da valicare… quando, invece, gli attuali canoni di società cui dovremmo – e dico dovremmo perché gli atavici concetti di limiti geografici faticano a sradicarsi nelle nostre menti – uniformarci, ci vedono “cittadini del mondo”.

Parlare di progresso, oggi, è difficile. Il mondo sta cambiando e repentinamente e dobbiamo convincerci che non sarà la specie più forte a sopravvivere, ma semplicemente quella più incline ai cambiamenti’, ha dichiarato Orsini.

Circa vent’anni fa un grosso meteorite fece irruzione sulla Terra: il suo nome è Internet, oggi nostro consueto compagno di vita, nel lavoro come nelle relazioni sociali. Il problema è che la vera difficoltà dell’uomo non sta nel credere nelle cose nuove, ma nel non riuscire ad abbandonare quelle vecchie. E, purtroppo, le eccessive difficoltà burocratiche tipiche del nostro Paese non facilitano certamente la situazione…In paesi come il Giappone per ricevere autorizzazioni e supporti finanziari all’apertura di qualsiasi genere di attività bastano 72 ore. E ribadisco 72 ore in tutto… Ma in Italia anche il sol pensiero di aprire un’attività, che certamente garantirebbe lavoro a molti – toccasana, quindi, per la dilagante disoccupazione – diventa un’impresa a dir poco ardua…A queste condizioni l’Italia non può affatto pensare di competere con il mondo, squalificandosi da sola e in partenza. Ma gli italiani hanno bisogno di una vera rinascita e perché ciò sia fattibile è necessario abbandonare il vecchio per far spazio al nuovo, ad un nuovo modo di pensare e concepire la propria vita come cittadino del mondo. Tanti sono i settori che potrebbero spezzare la crisi: il design, sfruttando l’alta creatività italiana; il settore agroalimentare, imparando a stare sul mercato in modo competitivo e di qualità; i beni artistici, in considerazione del patrimonio artistico di cui è depositario il nostro Paese, spesso mal tenuto e ancor di più non valorizzato; il turismo, nel cui campo ci poniamo in ultima posizione rispetto a tutti gli altri paesi, non essendo in grado di ben accogliere, ospitare e promuovere le ricchezze che la nostra nazione gratuitamente ci offre’.

Un monito icastico a tutti i settori e a tutti i livelli, quindi, allo scopo di far prendere coscienza a tutti delle enormi colpe che ci appartengono.

Con uno smartphone, oggi, si è cittadini del mondo e senza dazio alcuno. E per promuovere e portare in attivo un’azienda non servono grandi uomini e grandi magazzini, ma solo grandi idee. Perché le idee altro non sono che sogni, sogni cui ognuno di noi dovrebbe concentrare tutte le proprie energie, sfruttando l’incredibile e inesauribile bacino di potenziali clienti che la rete internet offre. Idee e tecnologia sono le uniche parole chiave e la scuola, purtroppo, è ancora oggi colpevole di una formazione culturale “vecchia”. Una scuola “congelatore”, ove si vive di indottrinamento fine a se stesso, non istruendo i giovani al futuro e al mondo del lavoro…’

Troppe chicche quelle snocciolate da Orsini, per un meeting che ha lasciato tutti i presenti a bocca aperta e con il fiato sospeso per oltre due ore.

Il dr. Orsini, alla fine, forse perché convinto che “vedere” è meglio che “ascoltare”, ha dato prova ai presenti di alcune delle applicazioni prima solo trasudate dal suo discorso, mostrando come il futuro sia della e nella tecnologia. Una meravigliosa stampante in 3D ha dato dimostrazione di come siano nati i droni dalle menti innocenti e goliardiche di due minori e soprattutto di come oggi l’applicazione di questo apparecchio sia di sostanziale e rivoluzionaria importanza nel mondo medico, con la creazione di “organi” – e non solo – utilissimi nei trapianti, arginando il pericolo delle crisi di rigetto.  Ha mostrato come oggi comunicare non sia un semplice e restrittivo dialogare con qualcuno al nostro fianco o, al massimo, al di là di una cornetta, ma sia intrattenere rapporti personali, lavorativi o anche semplicemente ricreativi con persone di altri paesi e di altre lingue, avvalendosi del traduttore simultaneo come App del proprio smartphone. E che la lingua madre – oggi più che ieri – è l’inglese, seconda anche all’italiano, in quanto “siamo cittadini del mondo”.  ‘Perché insegnare sin da piccoli ai nostri figli a pensare – o anche solo a sognare – cosa vorrebbero fare da grandi, significa già renderli cittadini del mondo, alimentando le loro massime aspettative. Il mondo della ripresa, del futuro, è nelle mani della tecnologia, dell’innovazione, nelle mani dei giovani, i meno ancorati al passato e i più spontaneamente inclini al cambiamento’.

Un incontro per pensare a come rimettersi in gioco, per non perdere le speranze in un momento storico in cui la speranza sembra averci abbandonato, per insegnare a chi proprio giovane più non lo è come supportare la florida gioventù e per impartire ai giovani la forza, gli strumenti e la voglia di mettersi sempre in gioco a livello planetario, uscendo dal guscio riduttivo dei confini geografi.

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