Il maetro Pietro Scalisi e il suo grande amore per la Sicilia

‘U puparu” maestro Pietro Scalisi: grande amore per la sua Sicilia

pietro

I pupi, dal latino “pupus” che significa bambino, sono le marionette (simbolo di riscatto di una classe sociale). L’opera dei pupi è un tipo di teatro, tipico siciliano, nato nel 1800. Solitamente, dai pupari, vengono rappresentati degli scontri tra cavalieri. I pupari sono coloro che si occupano dello spettacolo dei pupi. Devono dar vita alle atmosfere, alle sensazioni, alle suggestioni, attraverso il timbro della loro voce.

Ci sono diverse scuole (palermitana e catanese le più importanti) di appartenenza dei pupari che trasmettono diversi modi di muovere le marionette, diverse misure delle marionette. Ogni pupo rappresenta un cavaliere caratterizzato dalla corazza e dal mantello specifici e, solitamente, il pubblico comincia un vero e proprio tifo per questo o quel cavaliere.

Generalmente si mettevano in scena le figure più amate: Orlando Rinaldo Carlo MagnoAngelica e Gano di Maganza (il traditore), lo spettacolo era chiuso con una farsa. Ancora oggi sopravvivono dei pupari che cercano di mantenere viva la tradizione e portare in scena delle manifestazioni.

Maestro Scalisi in che cosa consiste il suo lavoro?

“Il mio lavoro consiste nel realizzare i pupi, passione che mi ha tramandato mio padre. Mi dedico a quest’arte da quando ero ragazzino perché aiutavo il mio papà poi è diventata la mia professione nel 1970”.

Ha avuto dei collaboratori?

Ho avuto dei collaboratori che oggi, purtroppo, anche se molto bravi nel fare i pupi, fanno altri mestieri: uno  fa l’autista di camion, l’altro lavora in una fabbrica che realizza oggetti in argento”.

Che differenza c’è tra i pupi di Catania e quelli di Palermo?

La differenza sta nel fatto che il pupo catanese tiene le gambe rigide e la spada in pugno, invece quello palermitano si muove mimicamente meglio e sguaina la spada al momento del duello. Inoltre i pupi da teatro catanesi sono alti 110 cm mentre quelli palermitani 90 cm”.

Le storie raccontano…

“Lo spettacolo dei pupi  siciliani è stato ideato da Giusto Lodico che scrisse  il libro “La Storia dei paladini di Francia” traendo spunto da Ludovico Ariosto, Matteo Maria Boiardo e la Chanzon de Roland. È su questo testo del Lodico che  si sono basate le rappresentazioni dei pupari siciliani. Ogni pupo rappresenta un preciso paladino caratterizzato per la corazza e lo scudo

Ha un suo teatro?

“Ho avuto un teatro che prendeva il mio nome e cognome, ed ho portato i miei pupi in varie parti del mondo Dallas, Bristol, Firenze. Ho realizzato armature per il teatro Biondo di Palermo, per il teatro San Carlo di Napoli, per il teatro Svizzero. Ho fornito i miei pupi al teatro di Giacomo Cuticchio, al Museo Internazionale delle marionette di Antonio Pasqualino dove si possono ancora ammirare”.

Il suo messaggio culturale  è?

Ritengo che bisogna  incitare i giovani a portare avanti l’arte siciliana poiché è un modo per tramandare la storia dei nostri padri”.

Nel 2008 l’UNESCO ha iscritto l’Opera dei Pupi tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità, penso che sia un grande orgoglio per tutti i siciliani, pertanto, bisogna sempre tenere alto lo spirito delle  tradizioni della nostra terra, ricche di storia.

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