Topazia Alliata, una mostra dedicata al suo spirito eclettico

Inaugurata nei giorni scorsi a palazzo Sant’Elia a Palermo, la Mostra dedicata a Topazia Alliata, la nobildonna siciliana, madre della scrittrice Dacia Maraini.

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Primogenita dello scrittore ed etnologo toscano di origini cinesi Fosco Maraini e della principessa siciliana e pittrice Toazia Alliata, appartenente all’antico casato siciliano di origini pisane degli Alliata di Salaparuta.

Dacia trascorse l’infanzia in Giappone dove la famiglia si stabilì dal 1939 al 1946. Lì, dal 1943 al 1946, la famiglia fu internata in un campo di concentramento giapponese, dove patì fame estrema. Al ritorno in Italia, la famiglia si trasferì in Sicilia, presso i nonni materni, nella Villa Valguarnera di Bagheria, e in seguito, a Roma. Quindi, il padre Fosco tornò a Firenze. Questi anni sono raccontati dalla stessa Maraini nel suo romanzo Bagheria:

«Conoscevo troppo bene le arroganze e le crudeltà della Mafia che sono state proprio le grandi famiglie aristocratiche siciliane a nutrire e a far prosperare perché facessero giustizia per conto loro presso i contadini […] Io non ne volevo sapere di loro. Mi erano estranei, sconosciuti. Li avevo ripudiati per sempre già da quando avevo nove anni ed ero tornata dal Giappone affamata, poverissima, con la cugina morte ancora acquattata nel fondo degli occhi. […] Io stavo dalla parte di mio padre che aveva dato un calcio alle sciocchezze di quei principi arroganti rifiutando una contea che pure gli spettava in quanto marito della figlia maggiore del duca che non lasciava eredi. Lui aveva preso per mano mia madre e se l’era portata a Fiesole a fare la fame, lontana dalle beghe di una famiglia impettita e ansiosa. […] E invece eccoli lì, mi sono cascati addosso tutti assieme, con un rumore di vecchie ossa, nel momento in cui ho deciso, dopo anni e anni di rinvii e di rifiuti, di parlare della Sicilia. Non di una Sicilia immaginaria, di una Sicilia letteraria, sognata, mitizzata».

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Nella Foto la scrittrice Dacia Maraini

Gentilissima signora lei è una grande scrittrice di successo ha girato e gira il mondo ma spesso è qui in Sicilia cosa la tiene tanto legata a questa terra? Schietta mi risponde: “Mia madre è morta a 102 anni, ha girato il mondo quando ancora non era cosa usuale per una donna, scalò montagne, eppure nel suo cuore aveva sempre la sua amata Bagheria fino alla fine tanto che ha voluto essere seppellita a Casteldaccia accanto a suo padre.

Ho avuto una nonna cilena un nonno inglese una nonna toscana un nonno siciliano, per me le radici sono tutto ed ho la fortuna di essere cittadina del mondo ma con tante radici”. Un concetto questo delle radici della memoria dei valori tante volte espresso dalla scrittrice. Un altra domanda mi viene spontanea dato che amo anche io la mia terra sicula: ha una ricetta magica per questa “sonnacchiosa” terra la Sicilia?

Con orgoglio la risposta arriva netta: “E importante recuperare il valore di noi stessi, fare progetti comuni, recuperare la storia ed il vissuto di generazioni di eccellenze che resero grande questa terra. Ecco questo si dovrebbe recuperare e dare dignità e valore alle tradizioni”.

La mostra e’ dedicata ad una donna dallo spirito affascinante ed anticonformista, eclettica nel suo tempo: Topazia Alliata, la madre di Dacia. Il parterre di ospiti è già di per se un fattore rilevante della grande importanza che questa nobildonna palermitana, figlia del Duca Enrico di Salaparuta, suscita. In sala oltre all’immancabile sindaco di Palermo Leoluca Orlando, anche la grande amica di famiglia, la Baronessa Renata Pucci Zanca, la curatrice della mostra è critica d’arte Anna Maria Ruta, il Presidente dell’ Associazione dimore storica il Marchese Bernardo Tortorici, il Presidente di Maredolce professor Domenico Ortolano, l’Assessore Emilio Arcuri,  e il Marchese Agostino Fardella, uno dei primi estimatori dei lavori di Donna Topazia è amico di Lucio Piccolo, che fu cugino di Giuseppe Lanza Tomasi Di Lampedusa, l’autore del ” Gattopardo”. Oggi “Fondazione Lucio Piccolo”, diretta dal Barone Alberto Samona’.

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Nella Foto Dacia Maraini presente alla mostra

La mostra ha attirato anche tanti ragazzi  provenienti dall’ Accademia di Belle Arti e dai licei artistici palermitani. La Maraini è un fiume in piena; parla delle stravaganze della madre, di come lei fu una donna fuori le righe eclettica e creativa e ci coinvolge in un vortice culturale; sembra di assistere alle lotte che con grande garbo conduceva negli anni ‘60 a favore dell’amore per la poesia e la letteratura; tutto cio’ si volge in pieno centro a Palermo dove ‘ ubicato Palazzo Sant’Elia, mentre tutto il caos di una città ,ancora al lavoro, va avanti incurante delle proprie storie ecco che l’autrice affonda sagaci osservazioni su di un popolo italiano che non ha più valori. “Topazia Alliata un vita per l’arte”in mostra fino all’undici Gennaio 2017; un percorso tra radici di famiglia, suggestivi manoscritti, quadri privati e opere di Guttuso, Mirabella, Samona’, Cali’, Rizzo e tanti altri.

 

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