Fischi impietosi, pietosi fischietti per un Catania che stenta

Fischi e fiaschi a tinte rossazzurre per la partita svoltasi il 28 settembre allo stadio Massimino di Catania. Il Catania pareggia col Fondi, delude ed esce dal campo tra i cori del pubblico

pezzocitti

Fischi e fiaschi a tinte rossazzurre per la partita svoltasi il 28 settembre allo stadio Massimino di Catania. Il Catania pareggia col Fondi, delude ed esce dal campo tra i cori del pubblico che dopo una gara di incitamento e di passione si lasciano andare ad una “mini contestazione”. Dopo sei giornate di campionato il bottino di punti raccolti non può soddisfare la piazza etnea, appena 7 quelli conquistati sul campo per una classifica che però per i noti fatti di questa estate dice zero e quindi ultimo posto.

Non convince la squadra di Pino Rigoli, contratta e timorosa, forse a causa della pressione ambientale dopo un avvio di stagione certamente non al passo con le aspettative della vigilia, condannata da episodi che hanno visto per protagonisti in negativo alcuni calciatori ma anche la classe arbitrale. Inutile negarlo: i fischietti designati fino ad oggi per la squadra dell’Elefante hanno sfoderato prestazioni ai limiti del possibile. Eclatante è il caso della gara contro l’Akragas, dominata dal Catania ma persa all’ultimo secondo. In quell’occasione ha pesato e non poco la decisione di annullare una rete regolarissima realizzata da Calil quando il risultato era ancora quello di parità. Contro il Fondi poi, i rossazzurri hanno contestato alcune decisioni relative a presunti fuorigioco e qualche contrasto ai limiti del regolamento in area di rigore.

Non ci sono alibi che tengano, sia chiaro. Lo hanno detto anche i protagonisti a fine gara: se non ci vince la prima responsabilità è del Catania, inteso come giocatori e tecnici. Manca forse una vera e forte identità di gruppo e di gioco, manca forse la tempestività nei cambi a partita in corso, manca forse anche quel pizzico di fortuna che nel calcio comunque conta. Ciò che manca sicuramente sono i punti e i goal degli attaccanti, elementi questi su cui prima della trasferta amarcord di Taranto tutti dovranno riflettere e lavorare. Dopo sei gare, pur senza guardare la classifica, è tempo di valutare le gesta del campo e correre ai ripari prima di compromettere il raggiungimento degli obiettivi. Anche qui, per dovere di cronaca, bisogna dire che non raggiungere l’obiettivo dichiarato di un piazzamento playoff sarebbe un’impresa, al contrario! Fino al decimo posto (ovviamente con un percorso più arduo), infatti, ci si gioca l’accesso agli spareggi promozione.

Alla luce di quest’ultima considerazione il tempo per raddrizzare l’andazzo non manca per il tecnico e per la squadra che deve però subito invertire il trend ed evitare che i malumori della tifoseria e del direttore Lo Monaco crescano vertiginosamente di giornata in giornata.

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