Referendum Costituzionale: si vota il 4 dicembre

Il Consiglio dei Ministri, su proposta di Matteo Renzi, ha approvato la data del Referendum sulla riforma costituzionale, si vota domenica 4 dicembre

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Dopo gli appuntamenti elettorali del referendum sulle trivelle tra qualche settimana i cittadini saranno chiamati nuovamente alle urne per il referendum costituzionale 2016, domenica 4 dicembre.

Cominciamo dal principio. Lo scorso 12 aprile, alla Camera, è stato approvato, con la maggioranza assoluta dei membri il disegno di legge sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi. Ma, come prevede l’articolo 138 della Costituzione, però, se una legge costituzionale non viene approvata con la maggioranza dei 2/3 dei componenti del Parlamento, occorre stabilire un referendum di tipo confermativo con cui gli elettori potranno approvare o no la riforma della Costituzione.

Per questo motivo è stato istituito il referendum costituzionale 2016 con cui gli italiani voteranno per confermare, oppure bloccare, la riforma della Costituzione prevista dal ddl Boschi.

Dall’esito del voto si deciderà il futuro non solo della Costituzione, ma anche del Parlamento. Tuttavia, la maggior parte degli italiani é ancora poco informata sui motivi del Si e su quelli del No.

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Gli elettori dovranno scegliere se approvare o no l’intero testo del ddl Boschi sulla riforma costituzionale. Chi andrà a votare dovrà esprimere il proprio voto sbarrando il Sì (se è favorevole alla riforma costituzionale), o No (se intende bocciare il ddl Boschi).

A differenza di quanto accaduto al referendum sulle trivelle, per questo tipo di referendum non è necessario il quorum e quindi vincerà l’opzione che otterrà la maggioranza dei voti.

In sostanza, il ddl Boschi segna la fine del bicameralismo perfetto. Infatti, dopo la riforma la Camera dei Deputati avrà molti più poteri rispetto al Senato, che sarà composto da 95 membri eletti dai Consigli Regionali. In pratica, la riforma costituzionale introdotta dal ddl Boschi prevede:

  • 1. La riduzione del numero dei senatori;
  • 2. Solo la Camera dei Deputati potrà dare, o togliere, la fiducia al Governo;
  • 3. Il Senato avrà competenza legislativa piena sulle leggi di competenza diretta e su quelle Costituzionali;
  • 4. Non ci saranno più i senatori a vita;
  • 5. Il Presidente della Camera diventerà la seconda carica dello Stato;
  • 6. La nuova riforma del Titolo V della Costituzione. Tornano allo Stato, infatti, alcune competenze come energia, infrastrutture e protezione civile.

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Dunque secondo il ddl il Senato avrà un ruolo più marginale, mentre il Governo deterrà più poteri perché sarà soltanto una Camera ad approvare la maggior parte delle leggi e a concedere la fiducia, inoltre con la nuova legge elettorale, la lista che raggiungerà il maggior numero di voti alle elezioni politiche, otterrà un premio di maggioranza molto alto e di conseguenza avrà il maggior numero di seggi alla Camera dei Deputati.

Oltre ad un aspetto più tecnico, potrebbero affacciarsi, all’indomani del Referendum, anche cambiamenti sul piano politico, in quanto il premier Matteo Renzi ha dichiarato che se vincerà il No, lui lascerà la politica.

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