Neri Marcorè a Taormina omaggia Fabrizio De Andrè

“Come una specie di sorriso” di Neri Marcorè al Teatro Antico di Taormina per il concerto-omaggio a Fabrizio De Andrè; Neri Marcorè, per l’occasione cantante e anche chitarrista, omaggia una delle più incisive firme della canzone d’autore italiana partendo proprio dal verso di una delle sue canzoni più famose, “Il pescatore”.

Neri Marcorè 1

Sotto il cielo stellato di una notte d’estate, al Teatro Antico di Taormina, giovedì 18 agosto, non sono mancate le premesse per una serata da scintille. Tanti erano gli elementi degni di nota presenti sulla scena del Teatro Antico per il concerto-omaggio a Fabrizio De Andrè, “Come una specie di sorriso”: un singolare interprete, come lo può essere il poliedrico Neri Marcorè (apprezzato attore, a tutto tondo, di cinema, teatro e televisione), le eccellenze dell’Orchestra Sinfonica Siciliana e la brillante direzione del M° Roberto Molinelli a cui si aggiunge la presenza di un originalissimo gruppo musicale come gli GnuQuartet e le belle canzoni di De Andrè.

L’Orchestra Sinfonica Siciliana, dopo 26 appuntamenti a Palermo e in giro per la Sicilia, chiude la stagione musicale estiva con questo programma d’eccezione, unica tappa da Roma in giù, un “Omaggio a Fabrizio De André”, promosso dagli Assessorati Regionali al Turismo e ai Beni Culturali e inserito nel cartellone di “Anfiteatro Sicilia”, nell’ambito del progetto “Sensi Contemporanei”, in collaborazione con Taormina Arte.

Come una specie di sorriso - Taormina 1

Neri Marcorè, per l’occasione cantante e anche chitarrista, omaggia una delle più incisive firme della canzone d’autore italiana partendo proprio dal verso di una delle sue canzoni più famose,Il pescatore”, che, pur non essendo inserita nel programma, dà il titolo all’evento Come una specie di sorriso” con l’obiettivo di puntare le luci, con particolare attenzione, sul De Andrè meno conosciuto ma che in molti amano, a partire dallo stesso Marcorè, che ce lo presenta attraverso dei brani proposti con meno frequenza.

Appare chiaro quello che sarà il segno di una bellissima serata, di musica e poesia insieme, già con Fiume Sand Creek”, che ne caratterizza l’inizio, con il suo fondo di verità sugli Indiani d’America contrapposta alle favole che ci venivano raccontate su chi fossero i buoni e i cattivi: magia uditiva allo stato puro, schiocca come una freccia infuocata nel cielo, toccando le corde più profonde delle nostre anime.

Neri Marcorè 2

E via con i brani, uno dopo l’altro, Se ti tagliassero a pezzetti”, Rimini da cui fluisce una struggente e poetica malinconia, l’incalzante Dolcenera”, la delicatezza di Hotel Supramonte”, Quello che non ho estesa a tutti gli oppressori e agli oppressi in un blues quasi  rockeggiante, Suzanne”, Giugno 73”, Le acciughe fanno il pallone in un bello e singolare arrangiamento e ancora Andrea”, le indimenticabili atmosfere di Amore che vieni, amore che vai”, Anime salve”, “Khorakhanè”, “Il testamento di Tito sino a giungere alla fine in cui non potevano mancare, a grande richiesta, i bis con Volta la carta”, “Creuza de mä e ancora con Quello che non ho”.

Ed è nel cuore di Anime salve”, l’album considerato come il testamento artistico, musicale e spirituale di Fabrizio De André che si può individuare la chiave di lettura di questo concerto che abbiamo  “sentito”, con i brividi sulla pelle, essere un viaggio ideale anche accanto ai dimenticati, ai reietti, agli umili, figure che sono state sempre molto care al cantautore genovese.

Come una specie di sorriso - Taormina 2

«Sarebbe curioso» – ha detto Marcorè, colloquiando con il pubblico prima dell’esecuzione di “Anime salve”«in questi giorni, in queste stagioni, sentire la parola di De Andrè, quello che penserebbe lui, perché ci ha abituati, con le sue canzoni e con tutte le sue esternazioni di pensiero, a liberarci il più possibile dai pregiudizi e quindi, a cominciare da noi stessi, cercare di toglierci di dosso tutte queste tare mentali, tutti questi pensieri che a volte ci fanno comodo anche per cercare dei capri espiatori…».

Sul palco, nell’incantevole scenario del Teatro Antico, un encomiabile supporto per Neri Marcorè è stato il gruppo dei GnuQuartet, composto da Stefano Cabrera al violoncello (artefice dei sofisticati ed originalissimi riarrangiamenti per orchestra), Roberto Izzo al violino, Francesca Rapetti al flauto, Raffaele Rebaudengo alla viola insieme alle belle voci per i cori di Flavia Barbacetto e Angelica Dettori e la prestigiosa potenza dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, il tutto cucito dalla magistrale ed eclettica direzione del M° Roberto Molinelli.

Una serata indimenticabile e il risultato di quando l’arte, affiancata da grande professionalità, riesce a regalare delle emozioni vere e uniche.

Stefano Cabrera dei GnuQuartet

Dopo il concerto, per qualche domanda, abbiamo sentito Stefano Cabrera dei GnuQuartet, autore degli arrangiamenti dello spettacolo, ed il M° Roberto Molinelli:

Stefano cosa la ispira quando sceglie un progetto? I contenuti, il suo istinto o cosa?

S.C.- Ogni nuovo progetto è una sfida: un sogno da realizzare attraverso un lavoro di orchestrazione lungo e minuzioso, progettando e “suonando con l’immaginazione” la parte di ogni singolo strumento. Poter infine sentire il risultato reale, eseguito da una grande orchestra sinfonica, è una delle più grandi emozioni e dei regali che io possa ricevere. L’istinto è una componente molto importante nelle scelte più coraggiose, come la scelta di eseguire tutto il programma senza l’aiuto di strumenti tradizionali come pianoforte, basso e batteria; il resto è affidato molto allo studio e al momento in cui si scrive.

Da cosa nasce l’input per “Come una specie di sorriso”?

S.C.- L’idea è nata da Neri che si è subito confrontato con me per la realizzazione dello spettacolo, specialmente per la parte di arrangiamento e orchestrazione. Ci siamo accorti, da subito, della necessità di creare una scaletta di canzoni che potesse recuperare e valorizzare anche quelle meno conosciute, senza dimenticarsi di accontentare il pubblico con alcuni immancabili successi.

Quanto conta nel suo percorso artistico Fabrizio De André e cosa vuole che rimanga nell’animo dello spettatore del suo Faber?

S.C.- Negli ultimi 15 anni mi sono accostato varie volte al repertorio di De André, scrivendone versioni per quartetto di violoncelli e voce, orchestra d’archi e per lo GnuQuartet. Basti pensare che il primo arrangiamento scritto per lo Gnu è “Le acciughe fanno il pallone” e che quest’anno ha compiuto 10 anni! Le canzoni di Faber mi hanno sempre affascinato per la ricerca dell’equilibrio e della sonorità. Credo che “Anime salve” riesca a condensare tutto questo e sia uno tra i dischi più emozionanti e importanti della discografia italiana.

Roberto Molinelli

Maestro Molinelli cosa lo ha spinto ad aderire all’iniziativa di questo evento?

R.M.- “Come una specie di sorriso” è uno spettacolo interessante e coinvolgente col quale avevamo già debuttato a Trento nell’ottobre dello scorso anno, con grande successo. È subito nata un’intesa spontanea tra Neri Marcoré, gli GnuQuartet e il sottoscritto che è il loro tramite nel colloquio musicale con l’orchestra sinfonica che li accompagna. Una bella sinergia artistica va spesso di pari passo con l’affiatamento sul piano umano e personale, e così è stato nel nostro caso. Quando sono stato contattato, per la data di Taormina, ho subito accettato con gioia, sicuro di rinnovare il grande piacere di fare musica insieme.

Qual è il suo sentire verso De Andrè?

R.M.- La tradizione cantautorale italiana è sicuramente un patrimonio culturale importante del nostro Paese, e l’area genovese è stata, e continua ad essere, uno dei centri più prolifici per aver dato i natali ad alcuni tra i più illustri rappresentanti. Fabrizio De Andrè, agli occhi di chi ha avuto una formazione prettamente classica, è stato un artista che ha saputo unire l’inconfondibile narrazione poetica, dai toni spesso crudamente amari e malinconicamente sarcastici, con il recupero di alcuni stili musicali del passato, melodicamente e armonicamente riferibili al patrimonio di danze e villanelle cinque-seicentesche. Ciò suscitò in me un sicuro interesse verso la sua musica, fin dagli anni di Conservatorio, durante i quali vidi confermare l’ascesa di Faber al grande successo discografico e mediatico. Io amo tutto ciò che è fortemente immaginifico, emozionale, appassionato e creativo, e le poesie in musica di De Andrè hanno pienamente saputo coniugare tutti questi aggettivi, spesso declinati con l’aggiunta di quell’estro e di quell’originalità che hanno definitivamente ascritto alcune tra le sue canzoni tra le creazioni che saranno ricordate per sempre.

L’Orchestra Sinfonica Siciliana insieme a Fabrizio De Andrè: come accresce il suo già nutrito bagaglio musicale?

R.M.- Ho trovato a Palermo alcuni musicisti che già conoscevo e stimavo, in forza all’Orchestra Sinfonica Siciliana, e tanti altri che ho potuto conoscere e apprezzare in questa occasione. L’OSS è una compagine orchestrale di alto valore e di grande disponibilità; i professori d’orchestra si sono senz’altro divertiti sulle note di Fabrizio De Andrè e nella collaborazione con bravissimi artisti quali Neri Marcorè, che è parimenti straordinario come attore e cantante, particolarmente adatto al repertorio di Faber, e gli innovativi musicisti dello GnuQuartet, che sono il vero e proprio motore creativo di questo progetto.

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