Valeria Contadino interpreta la diversità in “Refugees”

Gesù, Einstein, Allende e di recente la squadra olimpica composta da rifugiati. Sono tanti nella storia i perseguitati ingiustamente. Valeria Contadino,  ai Giardini Della Filarmonica Romana, interpreta l’importanza della diversità in “Refugees”

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In un periodo storico in cui la paura per la diversità culturale sta aumentando, è il teatro a voler dar voce agli esuli, che oggi come in passato sono stati tanti e “famosi”: Gesù, Marlene Dietrich, Miriam Makeba, Isabelle Allende, Albert Einstein, Rudolf Nureyev, sino ad arrivare ai prossimi Giochi Olimpici in cui sarà presente un team composto unicamente da rifugiati.

Nello spettacolo “Refugees”,  domenica 24 luglio ore 21:30 all’interno dei Giardini Della Filarmonica Romana (via Flaminia 118 Roma) si racconteranno quattro storie vere tratte dal libro “La notte della fuga”, edito da Avagliano Editore e curato dal Centro Astalli.

Fra le voci narranti non poteva mancare colei che ha ammaliato con il suo talento, trasporto e charme il pubblico della 59^ edizione del Festival dei 2Mondi di Spoleto ne “Il Casellante” di Camilleri: Valeria Contadino, che, in “Refugees”, spettacolo ideato da Ugo Bentivegna, interpreta il ruolo di Maria.

Secondo le testimonianze, questa giovane donna, emigrò in Argentina nei primi anni del Novecento e l’interpretazione della Contadino cerca di trasmettere come ci sia del positivo nella “scoperta” di un nuovo mondo e di un’appartenenza a una comunità di individui che supera le singole differenze accogliendole in un’identità universale. Dopo la toccante narrazione, sarà il tango a divenire protagonista del  “nuovo ritmo della vita”.

Insieme all’attrice Valeria Contadino, sul palco ci saranno Ugo Bentivegna, Marco Ciardo al pianoforte e Enrica Arcuri che canterà brani tipici dei paesi di provenienza dei rifugiati.  Al giovane attore Stefano Grillo è affidata una breve descrizione statistica del processo migratorio in Italia e nel mondo, evidenziando come sia di forte attualità un fenomeno universale che trova le sue radici nel lontano passato. Le coreografie sono di Theodor Rewyler.

Concludono lo spettacolo le immagini sugli sbarchi degli immigrati di Lampedusa di Antonio Parrinello, fotoreporter di fama internazionale, catanese come Valeria Contadino.

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