Oggi Vi Vogghiu Cuntari … di Riccardo III

I Pupi de La Marionettistica Fratelli Napoli invitano, questo gentile e rispettabile pubblico alle 21.00 di Martedì 19 e di Mercoledì 20 Luglio, ad assistere a LA TRAGEDIA DI RICCARDO III.

gammazita_cuntari_cover_riccardoiii copia

Il terzo appuntamento con il teatro al Castello Ursino di Catania della rassegna “Oggi Vi Vogghiu Cuntari…”, promossa dall’Associazione culturale Gammazita ed inserita in “Estate in Città”, contenitore di eventi organizzato dal Comune di Catania per la stagione estiva 2016

Oggi Vi Vogghiu Cuntari … di Riccardo III con le proditorie trame ordite contro il suo proprio fratello Clarence, il pietosissimo assassinio dei suoi nipoti innocenti, la sua tirannica usurpazione, e tutt’assieme il corso della sua esecrata vita e della sua meritatissima morte. L’Opera dei Pupi della Marionettistica Fratelli Napoli, martedì 19 e mercoledì 20 luglio, ci porta a riflettere sulla drammaticità dell’esistenza umana, in cui il Bene deve sì lottare contro il Male, ma non è detto che quest’ultimo non vinca e trionfi, nella splendida cornice del Castello Ursino.

gammazita_cuntari_post_illustrazioni

Personaggio tipico ma complesso per la resa di tutte le sue sfumature, Riccardo III, gobbo duca disegnato da Shakespeare, impegna chi lo interpreta in un lavoro difficile che in questo spettacolo si sdoppierà, coinvolgendo in egual misura ‘u parraturi che gli darà voce e ‘u manianti che gli darà vita e movimento. Andrà in scena al Castello Ursino tutta la formazione della Marionettistica Fratelli Napoli al completo, dai pupari più anziani ai rappresentanti della nuova generazione. L’adattamento e la riduzione per pupi catanesi dell’opera shakespeariana è firmata da Alessandro Napoli con la confidente complicità di Gabriele Baldini e Salvatore Quasimodo.

13672071_10209960144310358_1338007661_n

Scrive Alessandro Napoli, presentando l’opera “La Tragedia di Riccardo III”: <<Negli anni liceali mi appassionavo a Shakespeare, grandissimo interprete della sapienza tragica dell’orizzonte europeo, e letteralmente lo divoravo. Avvenne così l’incontro con Riccardo III, il gobbo duca di Gloucester, tremendo ma titanico e affascinante villain le cui azioni e i cui efferati delitti non potevano non richiamarmi alla memoria Gano di Magonza, il Traditore Massimo dell’Opera dei Pupi. Antonio Pasqualino, il più grande studioso dell’Opra, mio maestro di studi, aveva già compreso quante affinità avessero con le storie e i codici di rappresentazione dei pupi siciliani le vicende, i delitti, le scene e il personaggio di Riccardo III: infatti, alla fine degli anni Sessanta, insieme al regista Accursio Di Leo, aveva realizzato un allestimento della tragedia per pupi palermitani. Noi pupari di tradizione catanese non vedevamo l’ora di cimentarci col perfido gobbo, che già da parecchio tempo stuzzicava la nostra immaginazione.>>

13720574_10209960144030351_967589470_o

Riccardo III nei cinque atti della tragedia dispiega la stessa perfidia e lo stesso spessore psicologico e drammatico che Gano di Magonza all’Opera dei Pupi svolgeva, sviluppava e reiterava nelle numerose puntate del ciclo. Riccardo III, come Gano di Magonza, smania per impadronirsi del trono e, per ottenerlo, non ha ritegno alcuno ad accumulare delitti su delitti, per i quali si serve con sadica gioia di assassini e sicari, né esita a circuire e sposare la vedova di un suo nemico (lui con Lady Anna, vedova del giovane principe Edoardo; Gano con Berta, vedova di Milone, padre di Orlando). Il gioco di certe scene del dramma è omologo a scene famose dell’Opira Catanese: nel corteggiamento di Lady Anna sembra di rivedere Beltramo che concupisce Galiacella nel giardino della città di Risa. Infine, la parte finale del dramma, con la sua sequenza tripartita di campo dei buoni (Richmond), campo dei cattivi (Riccardo III) e battaglia finale, riproduce fedelmente la sequenza di scene di moltissimi terzi atti finali di serate dell’Opera dei Pupi. E la conclusione del dramma, con la gran parlata di Richmond vittorioso, conferma ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la sostanziale affinità della tragedia con un’altra fondamentale cifra ideologica dell’Opera dei Pupi: l’aspirazione a un ordine del mondo più giusto.
13734698_10209960144190355_759982321_n (1)

La Marionettistica dei Fratelli Napoli, “Pupari di Catania” dal 1921, non ha di certo bisogno di troppe presentazioni. Con la sapienza e la pazienza artigianale che si tramandano da generazione in generazione, quella artistica, quella teatrale e con il preziosissimo patrimonio materiale che hanno prodotto in quasi cento anni di attività artistica – che ancora oggi non riesce a trovare una sistemazione conservativa e museale adeguata – sono oggi tra i massimi custodi della memoria storica e popolare della città etnea.

La compagnia dei F.lli Napoli viene fondata da Gaetano Napoli e oggi, giunta alla sua quarta generazione, senza interruzioni, rappresenta la più significativa realtà del tradizionale teatro dei pupi di tipo catanese.
Tutti i membri della famiglia Napoli prendono parte alla messinscena degli spettacoli ricoprendo con maestria i ruoli tipici dell’Opera: Italia Chiesa Napoli parratrici, Fiorenzo direttore artistico della compagnia, parraturi principale e maestro conduttore dei pupi; Giuseppe capo manianti e scenografo; Salvatore ideatore delle luci e fonico; Gaetano parraturi; Davide manianti e secondo parraturi; Dario assistente di palcoscenico; Marco manianti; Alessandro antropologo, manianti e addetto al fabbisogno degli spettacoli; Agnese Torrisi, direttore di scena.
I pupari veri sono ancora gente di teatro… i pupari <<di l’Opera de’ Pupi>> hanno per i pupi il rispetto <<che ogni pupo vuole portato>>

a Cognita Design production
Torna in alto