A Taormina vince “Desierto”, giustizia privata contro migranti

Il figlio di Alfonso Cuarón, Jonas, trionfa col suo road-movie

Immagine Desierto

“Questa è la mia casa stronzi”.È l’urlo del protagonista di ‘Dieserto’ (2015), montato e prodotto da Jonás Cuarón figlio di Alfonso Cuarón, un film, questo, sulle rigide e ufficiali leggi sulle immigrazioni clandestine al confine tra Messico e Usa e su chi la giustizia se la fa da sé.

Giustizia privata, dunque, alimentata da un forte razzismo yankee, è quella di Sam (Jeffrey Dean Morgan)- nel film vincente al TaorminaFilmFest che si è chiuso sabato 19 giugno- che insegue gli immigrati messicani con tanto di cane lupo killer e fucile.

Insomma, un road-movie-thriller adrenalinico e pieno di ritmo, dove, a fuggire dalla rabbiosa e violenta furia omicida di Sam col suo cane assassino, sono circa una ventina di migranti che affrontano un lungo tratto di deserto che li divide dal confine.

Guidati dall’intraprendente Moises (Gael Garcia Bernal), i fuggiaschi vengono uccisi, crudelmente uno dopo l’altro e vengono sbranati dal cane, affezionato al suo padrone, ma, alla fine, nel caldo torrido del deserto, la sfida finale sarà uno contro uno. Proprio come un western che si rispetti.

  Uno contro uno. Sam contro Moises. E i due si battono, oltre che fisicamente, anche dal punto di vista esistenziale, ovvero il loro modo di vedere le cose del mondo.

  Scena chiave del film, quella iniziale, quando Sam incontra una guardia di confine e con zelo gli ricorda che sono stati avvistati una ventina di migranti nel deserto. Il poliziotto sembra non appassionarsi troppo a questa notizia e non alcuna ha voglia di andare a caccia di questi poveretti. Ma Sam non accetta il disinteresse da parte della polizia di frontiera. E così, il protagonista attaccandosi alla bottiglia di whisky inizia la sua sporca giornata di lavoro: fare tiro a segno con i migranti messicani.

  Il film, costato circa tre milioni di dollari e girato in Messico, è stato presentato alla sezione Special Presentations al Toronto International Film Festival nel 2015 e, sempre nello stesso anno, al  Toronto International Film Festival dove ha ottenuto il  Premio FIPRESCI della critica internazionale andato a Jonás Cuarón, infine, al London Film Festival, la pellicola ha ottenuto la candidatura per il miglior film, firmato musicalmente da Yoann Lemoine.

 

Maria Luisa Sisinna

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