“Caro” amico quanto mi costi? Oltre 60 milioni gli animali domestici che vivono nelle case italiane

In Italia vivono in famiglia oltre 60 milioni di animali domestici, un settore che sembra non conoscere crisi, come dimostra il grande successo del “made in Italy” a Global Pet Expo, la più grande fiera annuale sulla pet industry.  La manifestazione, che si è svolta nei giorni scorsi a Orlando (Florida, USA), ha fatto registrare risultati da record: vi hanno partecipato 1.087 espositori, che hanno presentato oltre 3.000 nuovi prodotti a 15.478 visitatori.

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In Italia, secondo gli ultimi dati Eurispes, il 22,5% degli italiani ha un animale da compagnia, il 9,3% ne ha due, il 4,1% ne ha tre e il 7,4% dichiara di averne più di tre.

Il miglior amico degli italiani resta il cane (60.8%) seguito dal gatto (49,3%). Con grande distacco troviamo pesci e tartarughe (entrambi all’8,7%), uccelli (5,4%),conigli (5,2%), criceti (3,1%) e animali esotici (2,1%).

Ma quanto spediamo per i nostri amici “pelosi”?

Quello dei pet è un mercato che ha visto una crescita esponenziale negli ultimi anni, nonostante la crisi economica, ma che nell’ultimo anno, secondo Eurispes, ha subito una brusca frenata. Nonostante tutto  il giro d’affari del mercato del petfood in Italia è di 1.830 milioni di euro e un totale di 544.000 tonnellate commercializzate di prodotti per l’alimentazione per cani e gatti – segmento principale del mercato.

La maggioranza (38,6%) di chi ha un animale riesce a non oltrepassare la media dei 50 euro mensili per i pet e più del 35% contiene le spese sotto i 30 euro al mese. Solo il 19% spende fino a 100 euro mensili per cibare, tenere pulito o curare il proprio animale. Una minoranza coloro che possono permettersi di spendere ancora di più: il 43% che dedica al proprio pet un budget da 101 a 200 euro mensili, l’1,6% fino al 300 euro e un esiguo 1,4% che affronta una spesa di oltre 300 euro mensili.

Nonostante la crisi e le ristrettezze avere un animale domestico è comunque un impegno e un dovere tenerlo in buona salute.

Uno dei compiti del veterinario libero professionista, è quello di prevenire le patologie di cui sono affetti gli animali, prima ancora di curarle, fornendo al cliente le linee guida necessarie per mantenere il proprio pet in buona salute. Una particolare attenzione va prestata all’alimentazione” sostiene il Dr Giuseppe Febbraio, Medico Veterinario Delegato SCIVAC nel  rapporto ASSALCO ‐ ZOOMARK 2015.

I veterinari dovrebbero educare i loro clienti in merito all’alimentazione dei loro animali dato che la dieta di un cane o di un gatto gioca un ruolo essenziale per il suo benessere. Esattamente come noi, gli animali hanno bisogno di elementi nutritivi appropriati nelle giuste quantità per poter essere sani e, i loro fabbisogni cambiano a seconda dell’età e dello stile di vita.

La domanda quindi è: meglio le crocchette industriali oppure pappe preparate in casa? Secondo l’85% dei veterinari, consultati dalla Scivac in occasione del convegno “Quando il clinico incontra il nutrizionista. La dieta come strumento di gestione delle principali patologie degli animali da compagnia” ritiene che il ‘pet food’ sia decisamente migliore rispetto alle diete casalinghe.

L’alimentazione specifica consente di ridurre l’incidenza di patologie, facendo attenzione al corretto bilanciamento degli alimenti e delle proprietà nutrizionali, consentendo di far fronte all’incidenza di intolleranze e allergie alimentari.

Anche di fronte a situazioni patologiche il medico veterinario ha a disposizione alimenti dietetici completi, in grado di contribuire a risolvere o almeno a minimizzare la sintomatologia, rendendo l’alimentazione un vero e proprio strumento per la salute degli animali d’affezione alla portata di tutti.

Anche le amministrazioni comunali si stanno sempre più avvicinando al mondo petfriendly creando aree sgambamento e ponendo maggiore attenzione alla cura e protezione degli animali. A livello nazionale è stata anche presentata una proposta di legge per rendere ufficiale l’appartenenza dell’animale domestico al nucleo familiare.

A marzo presso la sala stampa della Camera dei deputati, è stata presentata una proposta di Legge, per inserire gli animali domestici nello Stato di Famiglia.

La novità arriva da FareAmbiente che ha presentato  una proposta di legge per creare un collegamento diretto tra la Anagrafe Canina di competenza regionale e lo Stato di Famiglia di ogni proprietario-adottante, utilizzando i Web Service.

La nostra proposta è di consentire una lettura all’interno dello Stato di Famiglia dell’Anagrafe Canina, una soluzione che dimostra maggiore attenzione verso i nostri amici a 4 zampe e un deterrente più alto contro l’abbandono” spiega Claudio La Rosa, responsabile Tutela e benessere degli animali di FareAmbiente.

La proposta di legge promossa dal’associazione ha come primo firmatario il deputato Paolo Russo (Pdl), e si basa sui Web Service messi a disposizione da ogni Regione, secondo le Direttive dettate dall’Accordo del 24 gennaio 2013 tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, Province, Comuni e Comunità Montane in materia di identificazione e registrazione degli animali da affezione.

FareAmbiente risponde con questa proposta di legge “ad un’esigenza sia delle famiglie italiane, che vedono nel loro animale un membro a tutti gli effetti del nucleo familiare, ed in Italia sono oltre 7 milioni i cani adottati iscritti alle Anagrafi Canine Regionali, sia ad una semplificazione delle procedure di adozione e riconoscimento dell’animale in caso di responsabilità del proprietario e una soluzione al randagismo” aggiunge La Rosa.

La lettura dell’anagrafe regionale tramite lo Stato di Famiglia garantirebbe anche “un aggiornamento più rapido dei dati e creerebbe i presupposti per l’istituzione di un’anagrafe nazionale e di una migliore pianificazione e verifica della gestione del randagismo” spiega ancora La Rosa. “L’animale non può e non deve essere considerato una proprietà privata quindi, credo sia più opportuno di parlare di adottante piuttosto che di proprietario” commenta il primo firmatario della proposta di legge, Paolo Russo.

“Con il 55% delle famiglie italiane in possesso di un animale domestico, era assolutamente doveroso pensare a una sorta di regolamentazione in tal senso” evidenzia Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente-Movimento ecologista europeo. “Il trattato di Lisbona, firmato dai 28 Paesi dell’Unione, riconosce giuridicamente gli animali come esseri senzienti a tutti gli effetti e come tali vanno trattati, non sono più ‘qualcosa’ ma ‘qualcuno'” ricorda La Rosa.

 

 

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