Intervista alla pittrice romana Federica Scoppa

Intenso periodo artistico per la pittrice romana Federica Scoppa: sue opere presenti nella GALLERIA GARD E NELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA.

Federica nasce a Roma, studia all’Accademia di belle arti  da sempre il suo intento è quello di mettere in risalto le varie forme di violenza che moltissime donne in tutto il mondo ancora subiscono. Attenta e sensibile a queste problematiche valorizza ogni suo gesto artistico su questo aspetto ma non soltanto. Di recente è stata invitata ad esporre un suo lavoro che rappresenta il suo grande amore per Dio;  che ha valorizzato rendendo i colori molto luminosi  che riflettono la “luce del Signore” e danno a chi osserva un senso di pace e di armonia.

Cosa ti ha spinto, artisticamente parlando, a essere presente con le tue opere nella galleria GARD – che ha aderito alla Rome ART Week?

“Conosco Sonia Mazzoli, una gallerista eclettica e sensibile con uno sguardo al sociale e all’impegno politico, da una decina di anni. Sonia ha una grande capacità di unire artisti con linguaggi diversi in un unico filone di pensiero. Nella curatela di Sonia, il fare arte dei singoli diventa opera d’arte osmotica collettiva, come in questa mostra dal titolo Arte e Parole”.

Eclettica e vivace la tua arte gentile Federica suscita un attento esame introspettivo e visioni di una realtà parallela e piena di spunti naturalistici. Cosa è per te la tua arte e cosa vuoi esprimere?

“La mia arte è per me un viaggio che si concluderà con la mia dipartita da questa terra. È un cammino che ho intrapreso nell’infanzia, e che mi ha portato ad avere uno sguardo acuto e riflessivo su tutto ciò che mi circonda. Rimango sempre affascinata dagli altri esseri umani, da quello che li muove, dalle loro storie. Mi sento come un pozzo senza fondo e qualsiasi esperienza, anche dolorosa, cerco sempre di accoglierla come un banco di prova che mi porterà ad una conoscenza più profonda dell’All (in tedesco), dell’universo. Con la mia arte cerco di comunicare il processo di questo apprendimento oppure una parte di questo viaggio oppure una riflessione che ho fatto sulla natura. Con la mia arte pongo un quesito a cui non riesco a rispondere, enfatizzo un problema sociale che ritengo importante e che diventa cardine di una mostra personale”.

Analizziamo adesso il dipinto esposto in galleria a Roma e che sarà in mostra fino al 12 novembre. Che cosa vorresti dire al pubblico, ai nostri lettori per invogliarli a vedere le tue opere?

“Questi quadri fanno parte di un ciclo più importante che si chiama VISIONI, con ben 70 opere. Il ciclo è stato esposto al pubblico in una personale proprio in questa galleria 2 anni fa. Le Visioni sono quelle che abbiamo tutti i giorni quando ci immaginiamo un mondo diverso, quando abbiamo la sensazione di aver già visto o vissuto un avvenimento. Le visioni sono anche tutte quelle immagini che ripropongono un mondo che prende forma solo nella nostra mente, e che grazie alla nostra personalità e alla nostra fisicità vengono interpretate come immagini uniche. Infatti, quando due persone si affacciano alla stessa finestra, vedono cose diverse e pongono l’accento su sensazioni spesso opposte. Le due opere in mostra Verso l’alto e In silenzio sono coronate da alcune riflessioni stampate su acetato. Queste riflessioni mettono l’accento sul fare arte e sull’essere artista. Eccole qui di seguito. Un pensiero ricorrente, che diventa un chiodo fisso, la necessità di essere convertito in un’azione concreta, in fatti tangibili, in una storia da raccontare. L’artista opera IN SILENZIO, cullato dalla propria anima. Fare arte è un’emergenza, è rinunciare alle comodità, è scegliere la strada più tortuosa, è superare la propria ombra. L’artista scende nei meandri reconditi della propria anima per incamminarsi VERSO L’ALTO in un immaginario personale e collettivo”.

Questo mese di ottobre, ti vedrà coinvolta anche in un’altra mostra che si terrà nella chiesa di SAN GIOVANNI BATTISTA, conosciuta anche come la chiesa dell’Autostrada (del Sole). Questa esposizione è incentrata nella doppia NATURA DEL CRISTO, UMANA E DIVINA; un tuo commento?

“Questa mostra è per me molto importante, sono ormai anni che rifletto sulla figura divina e umana di Cristo. Penso che ognuno di noi sia, su questa terra, Cristo, unito al divino e all’onnipotente e la vita terrena sia un percorso per prepararsi ad incontrarlo”.

Concentriamo adesso la nostra attenzione sull’opera che sarà esposta in chiesa. Come si intitola e che valore hai voluto dare a questo dipinto? (segue foto)

“Si compone di 8 quadri, affiancati a formare un’unica opera, che definirei astratti ma con riferimenti figurativi. In ciascuno presento con un tratto stilizzato un elemento della simbologia cristiana, il pesce, l’alfa, l’omega e dipingo la figura di Cristo in maniera riconoscibile, con le braccia aperte della crocefissione, ma con una figurazione che rappresenta la diversità del genere umano, più alto, più magro, più basso Infatti, il titolo dell’opera è PAN-UMANO, che sta a indicare la natura umana di Cristo e la sua unione con l’essere umano”.

Chi inaugurerà la mostra e un tuo messaggio/pensiero da cattolica?

“La mostra verrà inaugurata il 30 ottobre alle ore 11 da Monsignor Timothy Verdon, Statunitense di nascita, è uno storico dell’arte formatosi alla Yale University (Ph.D. 1975). Vive in Italia da più di 50 anni e dal 1994 è sacerdote a Firenze, dove dirige sia l’Ufficio Diocesano dell’Arte Sacra e dei Beni Culturali Ecclesiastici, sia il Museo dell’Opera del Duomo. Con lui ci sarà Don Vincenzo Arnone, parroco della Chiesa di San Giovanni Battista all’Autostrada, persona di grande gentilezza, e da Orlando Poggi, presidente dell’Associazione Arte Bellariva di Firenze, che ha contribuito in maniera determinante per la buona riuscita della mostra stessa. Dare un messaggio è sempre molto difficile. Penso che le opere debbano “parlare” da sole. Ognuno le interiorizzerà secondo la sua personale visione del mondo: la ricerca delle risposte è ciò che unisce il fruitore dell’opera con l’artista”.

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