Intervista a Salvatore Requirez, primario dell’ospedale di Palermo

Salvatore Requirez, il direttore sanitario dell’ospedale civico di Palermo e dell’ospedale dei bambini, oltre ad essere un serio professionista e  anche un’eccellente scrittore: “Quando scrivo mi devo divertire!”

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La COPPA FLORIO è un vanto per noi siciliani. Nota la storia per chi, appassionato come noi, ha seguito le gare che in tutti  questi anni si sono succedute e, prima di noi, i nostri padri e nonni e avi. La Coppa Florio è stata la denominazione assunta a partire dal 1905 da una competizione automobilistica che già si svolgeva a partire dal 1900.

La denominazione derivò dalla decisione di Vincenzo Florio di istituire un premio di 50.000 lire e una coppa opera del parigino Polak.

Gentile Salvatore Requirez, perché parlare della COPPA FLORIO?

“Perché delle grandi corse inventate da Vincenzo Florio era stata fino ad oggi l’unica a non avere una monografia dedicata. E questo contrasta con la sua genesi: fu la prima ad essere organizzata dallo sportivo palermitano e fu, fino al 1906, l’oggetto del suo massimo impegno sportivo che venne poi spostato sulla Targa Florio. A questo motivo ne aggiungerei un altro. La Coppa Florio è stata, ingiustamente, sempre letta come una corsa minore nei confronti della sorella maggiore (per fama) e le notizie che la riguardavano, fino ad oggi, sono state avvolte da una sorta di mistero cronologico. C’era necessità di mettere ordine. Io ci provo con questo libro. I suoi nuovi contenuti spero che, quanto meno, serviranno alla comune conoscenza”.

Quali sono i comuni intenti che uniscono la Coppa Florio con la Targa Florio?

“La piattaforma motiva è la stessa: una smisurata passione per lo sport da parte del Florio e in particolare per l’avanguardia dello sport: aeronautica e automobilismo. Il gusto dell’avventura e del modernismo più puro si fondono mirabilmente nelle sue imprese che sposano anche l’attualità culturale più rappresentativa della sua epoca: lo stile Liberty. Tutti i primi documenti grafici che riguardano le sue corse sono redatti all’insegna dell’Art Nouveau. Coppa e Targa Florio, poi, in addirittura il 25% dei casi (5 edizioni su 20) corse negli anni ’20 si correvano concomitantemente e simultaneamente in prova unica. Erano, cioè, la stessa cosa”.

Vincenzo Florio fu certamente un personaggio poliedrico e dinamico. Ci potrebbe raccontare cosa ne pensa e le caratteristiche principali di questo protagonista del nostro passato?

“Fu un personaggio straordinario. Ho raccolto per 40 anni documenti che lo riguardano direttamente e tutto, ogni pezzo, mi parla di una vita eccezionale, vissuta pienamente essendo sempre uomo del suo tempo. Posto ai margini delle tante attività commerciali di famiglia (il fratello Ignazio, di molto maggiore, era quello che comandava) si inventò un ambito, quello sportivo, dove fin da giovanissimo dettava legge e costituiva un riferimento internazionale. Basti pensare che a soli 24 anni, nel 1907, ebbe la capacità di organizzare la corsa di automobili più acclamata della stagione e internazionalmente riconosciuta come “La Trionfale”.  Personaggio di raffinata cultura, di nobili ed esclusive frequentazioni, artista ispirato condusse una vita sempre a comunque all’insegna del savoir vivre anche durante gli anni più bui della sua esistenza”.

Lei, Salvatore Requirez, è il direttore sanitario dell’Ospedale Civico di Palermo e dell’Ospedale dei Bambini, una professione importante, notevole che dà un encomiabile contributo al bene della comunità. Le chiedo un commento in tempo di pandemia, ma quando trova il tempo per scrivere, di notte?

“Questo libro, potremmo dire, è frutto della pandemia da Covid 19. Tutti gli italiani, nella primavera scorsa, si sono trovati a disposizione, durante il lockdown, un sacco di tempo libero da trascorrere tra le mura domestiche.  Quale migliore occasione per mettere a punto la marea di notizie catalogate e archiviate sull’argomento? Ricordo che in una di quelle serate scambiai impressioni in chat con un appassionato di Targa Florio che gestisce una bella pagina sul tema e che mi diede l’idea per lavorare su questo progetto. Io scrivo nel tempo libero. Anche di notte. E scrivo solo di cose che mi appassionano perché non mi interessano né le vendite né le classifiche né le operazioni di marketing capaci di far diventare best seller produzioni poco più che mediocri. Quando scrivo mi devo divertire: diversamente non avrebbe senso sacrificare il tempo libero”.

“COPPA FLORIO” è il primo libro che parla di questa importante e speciale manifestazione. Noi siamo a favore dei libri cartacei e lei?

“Pure. Rappresentano un presidio culturale, nel vero senso della parola, essenziale e ancora abbastanza distante dall’insidiosa alternativa rappresentata dal web. Intendiamoci: internet è una rivoluzione culturale indiscutibile per immediatezza e ampiezza delle informazioni. La qualità complessiva generale lascia ancora dubbiosi, nonostante non manchino siti veramente eccellenti.  Questo per il semplice fatto che sul web scrivono tutti, specie sui social, anche gente di dubbia preparazione scolastica, priva di quelle facoltà espressive e di comunicazione efficace che sono alla base dell’opera scritta secondo i canoni classici ma soprattutto oggi richiesti anche in rete. I libri cartacei, come ben li chiama lei, prima di essere pubblicati, a livello scientifico devono passare al vaglio dei comitati tecnici e/o dei board specialistici mentre a livello narrativo devono incontrare la fiducia dell’editore, prima, e del pubblico poi. Il libero accesso al web crea, a volte e purtroppo, sottocultura. Perché? Perché pullulano individualità concettuali isolate e fuorvianti così come associazioni culturali curate da semianalfabeti prede del delirio che il loro interesse specifico o, più semplicemente il loro punto di vista, meriti larga condivisione e corrisponda al bisogno di comune conoscenza che ritengono di poter soddisfare ritenendosi opinion leader di qualche cosa. Sono molti quelli che stanno dalla mattina alla sera davanti al PC collegati in rete a crogiolarsi nella loro onanistica paranoia convinti di far qualcosa di utile per la società o per la ristretta comunità in cui sono adusi a misurarsi: consumano nella polemica (ora sterile, ora ingannevole) il loro quotidiano impegno, ad esempio, sociale o politico. Distorsione frequentissima, questa, soprattutto nei siti di storia moderna. Ma, il discorso non si ferma qui. Io che sono scrittore per svago e non per mestiere posso permettermi alcune riflessioni: anche tra gli scrittori di cartaceo le castronerie dilagano. Premesso che in saggistica tutti possono fare errori (io per primo) è nella consistenza di alcuni progetti editoriali che sorgono le maggiori perplessità. Oggi quasi tutti scrivono, spesso autoproducendo i propri lavori. Perché? Desiderio di visibilità? Illusione di improvviso arricchimento? Delirio di militanza politica? Antropologica pulsione alla crescita dell’umana sapienza? Credo che Umberto Eco avesse ragione nel dire che la moderna tecnologia ha dato voce anche a chi dovrebbe imparare a tacere, a chi scambia la libertà di espressione con uno strumento di pervicace condizionamento solo perché dato alle stampe o all’aere terso. Ergo: bisogna aver spirito critico nella scelta delle letture. La facilità di utilizzo dei sistemi informatici di scrittura ha dato a tutti la percezione di essere scrittori. Così: senza la minima base progettuale di ciò che si vuole comunicare e condividere, senza quel fondamento preparatorio che solo anni di studio possono dare sebbene su un singolo argomento, spesso vissuto e restituito con enfasi smisurata. Un peccato di presunzione fondato sulla inconsistenza di pensiero e sulla numerosità di vuote pagine che nulla trasmettono se non soddisfazione all’autore: ho scritto un libro! Tutto qui. Leggere per credere”. 

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La Coppa Florio non ha mai precluso l’accesso anche alle donne ed è questo che anche la rende unica?

“Non solo per questo, ma era certamente aperta a campionesse che, già negli Anni Ruggenti, davano spettacolo mettendosi dietro fior di piloti maschi. Una fra tutte Eliška Junková. Alla Coppa Florio del 1927 prese parte, correndo, anche la prima donna dichiaratamente omossessuale comparsa nelle grandi corse. Nel volume ne traccio una breve storia compresa la orrenda e inaccettabile fine”.

La prima automobile è stata inventata nel 1844; con il tempo questa fantastica e rivoluzionaria invenzione ha preso sempre più strada per fare una facile battuta. Qual è il valore della macchina nel ‘900 ed Il senso delle corse di automobili: stigmatizzare la superiorità’ dell’essere umano rispetto alla natura?

“Lo ha detto lei. Ha rivoluzionato gli usi e i costumi del mondo. È stato il pacemaker della crescita culturale ed economica del secolo breve. Ha inciso su un semplice rapporto fisico: quello che intercorre tra lo spazio e il tempo, regalando all’individuo più vita, più scambi e più conoscenza. Prima erano pochi quelli che potevano permettersi la scoperta diretta di beni architettonici, paesaggistici, archeologici o di svariate altre specie anche nell’ambito della stessa regione di residenza. Il turismo di massa è una conquista del progresso umano sconosciuto fino alla comparsa dell’automobile. Quanto alle corse non so se abbiano il senso di stigmatizzare la superiorità’ dell’essere umano rispetto alla natura. Forse, ma può essere anche il contrario. L’ingegno dell’uomo è natura? Allora le corse sono esaltazione dell’ingegno dei progettisti meccanici. Il coraggio, le doti sportive dei piloti sono espressioni naturali dell’uomo? Le corse di automobili li evidenziano e in alcuni casi raggiungono vette semplicemente straordinarie. Questo sport misura entrambi i versanti”.

Ci potrebbe scrivere i titoli degli altri libri che ha scritto e che argomenti hanno trattato?

“Io scrivo soprattutto di Storia siciliana e di Sport, di quel che mi appassiona oltre tutto quel che pubblico per professione. Mi permetta di citare solo i miei libri più fortunati così chi ci legge, spero in tanti, possano ricercarli tra quelli che possiede. Mi interessa più che promuovere le mie produzioni più recenti. Le ville di Palermo (1996 presentazione di Dacia Maraini sulla storia degli antichi insediamenti nobiliari suburbani)Targa Florio (1997 presentazione di Luca Cordero di Montezemolo Targa d’Onore al Premio Bancarella Sport 1998). Casa Florio (1998) I Campioni della Targa Florio (2003) Il Leone di Palermo. (2005 romanzo sulla vita di Ignazio Florio) Storia dei Florio (2007) Di nessun colore (2008 romanzo sull’ingresso della mafia a Palermo) La Regina delle Madonie (2013 Tutte le Porsche in Targa Florio) Il segreto dell’anfora (2015 romanzo ambientato nella Sicilia del Cinquecento sulle fosche vicende della Santa Inquisizione).Cento volti di un Mito (2016 sulla vicenda storica, sociale, culturale e folcloristica del più grande fenomeno sportivo siciliano di tutti i tempi: la Targa Florio). Con gli occhi di Franca Diario del tramonto dei Florio (2018)  Il Giro Automobilistico di Sicilia. (2019) Coppa Florio (2020) I Messaggeri dell’Apocalisse. Le pandemie tra medicina, storia, filosofia e arte. (2020 con altri Autori)”

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