Fosfina: segnali di vita da Venere?

Quando ormai non sembrava più esserci speranza dell’esistenza di forme di vita nel sistema solare, ecco che giungono notizie speranzose da Venere.

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Teatro di storie di fantascienza insieme a Marte, Venere da sempre ha suscitato interesse e curiosità sia tra gli scienziati che nel mondo fantascientifico, spesso rendendolo protagonista di testi, film e serie tv.
In molti hanno creduto che le storie legate ad essa non fossero solo invenzione di autori con una fervida immaginazione ma che potessero esistere i “venusiani”.
Definito il “gemello” della Terra per la similarità di dimensioni e massa, un pianeta in cui nel secolo scorso si credeva potessero essere presenti forme di vita complesse. Studi condotti da scienziati avevano descritto come fosse impossibile vivere su Venere.
Carl Sagan, uno dei più famosi astrofisici ed astronomi del Novecento, attraverso studi sulle emissioni radio da Venere concluse come il pianeta avesse una superficie secca e raggiungesse una temperatura di oltre 450 gradi Celsius (dovuto all’effetto serra) capaci di fondere il piombo ed una pressione di 90 atmosfere superiore a quella terrestre.

PR0022G015E coversScoperte che erano lontane dall’immaginario sci-fi come ipotizzato ad esempio nelle prime storie di Perry Rhodan scritte da Walter Ernsting in cui Venere è un mondo di giungla abitato da dinosauri ed altre creature mostruose o come nei libri di Roger Zelazny che evoca un pianeta oceanico completo di mostruose creature pisciformi. Nascosta da una spessa coltre di nubi che rendono inosservabile la sua superficie, l’atmosfera di Venere ha una temperatura di soli trenta gradi Celsius ma resa iperacida dalla presenza di acido solforico.
Un pianeta rovente e arido, non un vero paradiso com’era nell’immaginario collettivo prima di questa scoperta. Negli anni ’60, nonostante i risultati ottenuti dai suoi studi, Sagan ipotizzò che le nubi di Venere, data la temperatura mite, avevano la possibilità di ospitare forme di vita. È proprio dalle nubi acide che gli astronomi dell’Università britannica di Cardiff, coordinati da Jane Greaves, hanno rilevato la presenza della fosfina (PH3), composto chimico formato da una molecola di fosforo e tre di idrogeno, considerato come un indizio dell’esistenza di vita. La fosfina è stata rilevata anche in altri pianeti quali la Terra, Giove e Saturno. Se su Giove e Saturno è presente nelle atmosfere per la vasta presenza di idrogeno, sulla Terra, la cui atmosfera tende più per composti dell’ossigeno, ha una durata breve ed è una “firma biologica“, generata dal metabolismo di microrganismi (precisamente in luoghi ivi non c’è ossigeno o durante processi di decomposizione) o dall’attività antropica.

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Un gas che nell’ambiente acido di Venere dovrebbe ossidarsi velocemente o fotodegradarsi grazie ai raggi solari, avendo durata molto breve come nel caso della Terra. La presenza della fosfina e da dove essa venga generata, ha riaperto alla possibilità che, qualora esistesse una qualche forma di vita extraterrestre, probabilmente si tratterebbe di microrganismi che vivono in condizioni estreme negli strati superiori dell’atmosfera acida di Venere e che potrebbero esser loro a sintetizzare questo gas e non omini verdi come nell’immaginario fantascientifico.
Una scoperta che pone più quesiti che risposte. Non basta infatti una molecola per accertarci della presenza di altre forme di vita nel nostro sistema solare ma bisognerà attendere studi su Venere e sulla fosfina per trarre le dovute conclusioni.
Non ci resta che attendere i risultati, ricordando le parole di Carl Sagan: “La ricerca di vita extraterrestre è uno di quei pochi casi in cui tanto un successo quanto un fallimento costituirebbero un successo su tutta la linea”. 

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