L’OPERA-MUSICAL “LA DIVINA COMMEDIA” VENERDI’ SCORSO AL PALACATANIA

CON VIRGILIO E BEATRICE, DANTE ATTRAVERSA I REGNI DELL’INFERNO, DEL PURGATOIO E DEL PARADISO

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Dante affascina, attira attenzioni, e le ricambia, sposandole appieno anche in teatro: venerdì scorso, al PalaCatania (dopo lo spettacolo mattutino riservato al mondo della scuola, uguale programma per il sabato), l’intero pubblico si è impegnato nello scovare ogni scenario e parola del testo che potesse inequivocabilmente individuare gli incontri di Dante e Virgilio con tutti gli straordinari personaggi, dannati o beati, dell’opera. A spettacolo ultimato, l’approvazione generale ha premiato il musical che ha visto “La Divina Commedia” vestirsi di un suggestivo abito fatto di scenografie e coreografie che ben caratterizzano un cast di attori e ballerini di gran spessore artistico e professionale. Magnetizzati dai pensieri di Dante, espressi dalla “grande” voce narrante dello spettacolo di Giancarlo Giannini, tutti i presenti hanno accompagnato il Poeta attraverso i tre regni dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso: prima tra rovine e dannazione, vizi e peccati, poi in ambienti più tranquilli, infine luminosi e celestiali.

“Nel mezzo del cammin…”: è il buio, l’ignoto, che impaurisce da sempre l’uomo, e nella selva non vi sono certezze. Accompagnato dall’amato maestro Virgilio, Dante si muove fra allestimenti scenici di grande impatto, su tutti il palco modulare automatico che si solleva su diversi piani, amplificati dalle proiezioni di ultima generazione animate In 3D. “Caron dimonio, con occhi di bragia…” trasporta le anime dei morti da una riva all’altra del fiume Acheronte. Ecco Dante incontrare il suicida Pier delle Vigne, accusato in vita di tradimento, che si presenta a Dante come uomo-albero, poi l’adultera ma innamorata Francesca (“Amor, che a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte…”), il presuntuoso Ulisse, lo straziato Ugolino nel ricordo del delitto bestiale, non vi è dubbio alcuno, qui l’Inferno dura per l’eternità!

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Nel Purgatoio, adeguato a redimere i peccati dell’uomo, perché possa dopo la purificazione intraprendere l’ascesa al Paradiso, il poeta incontra l’austero condottiero Catone, poi la pudica di Pia de’ Tolomei, nonché i suoi amici e colleghi di Stil Novo Guinizzelli e Daniel. Se Inferno e Purgatorio sono collocati sulla terra, il

Paradiso è posto nell’alto dei cieli, perchè Dio è al di là dello spazio e del tempo. Qui si separa da Virgilio, perché solo la donna amata in vita può portare a compimento la missione. Dante necessita di Beatrice, perché solo lei può portarlo con sé a visitare il Paradiso; e lì trova il proprio paradiso, nell’amoroso sorriso che Beatrice, guardandolo, gli regala.

In un rigido (per la fredda temperatura) PalaCatania, ambiente a mio modesto avviso poco consono ai toni intensi di un simile spettacolo, la scarsa attitudine dell’immensa struttura (su tutti, la totale assenza di pannelli fono-assorbenti) a tale tipo di spettacolo ha purtroppo negato qualche passaggio, fra testo e note, delle potenti voci degli attori. Però, la bravura dell’intero cast, i canti e i balli, spesso con performance acrobatiche, gli originalissimi costumi, le musiche e le luci, il 3D delle scene, hanno reso piena giustizia alla grande opera del regista Ortis, che – è il caso di evidenziarlo – ha chiamato a raccolta un pubblico non numerosissimo ma certamente omogeneo nel rappresentare le tante fasce d’età.

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