Il Festival di Sanremo e le polemiche che aprono il sipario

Potrebbe sembrare che l’edizione 2020 del Festival di Sanremo non dica no al Femminicidio.

Il rapper Junior Cally è veramente pentito?

junior Cally fonte foto web

Uno schifo, una totale indignazione, sono questi gli aggettivi usati da un’importante fetta di italiani   che si rifiutano ad assistere, al Festival della canzone italiana per l’edizione del 2020, e nello specifico al momento dedicato alla performance canora di un tale Junior Cally pseudo rapper italiano.

La sua presenza sul palco dell’Ariston è una vergogna, questo è quanto si legge sui social.

Misera società piegata al potere dei like sui social, inginocchiata al numero dei follower accumulati su Instagram.

Alcuni brani del cantante vengono considerati violenti, maschilisti con più di una nota che istiga al femminicidio.

Sembrerebbe che il contenuto delle canzoni proposte sul palco, abbia poca importanza per gli organizzatori della settantesima edizione della gara canora, un tempo simbolo artistico dell’animo romantico degli italiani.

I risultati dell’audience (talvolta a discapito di tutto e di tutti) governano le scelte.

Polemiche eccessive? Critiche fuori luogo? Il dato oggettivo è: buona parte dei testi delle canzoni di Junior Cally, esaltano senza mezze frasi lo stupro e l’omicidio di una donna, oggi definito femminicidio.

Forse mamma Rai, quest’anno ha osato un po’ troppo.

Si stenta a credere che l’indignazione per la presenza del suddetto rapper sia solo frutto di polemiche costruite per accendere i riflettori sulla Kermesse, ed anche quando fosse così, la vicenda diventa due volte più grave, la prima perché lo stesso cantante, ascoltato fondamentalmente dalle orecchie “fresche” e fervide degli adolescenti, si propone con testi assurdi e pieni di atti di violenza nei confronti della donna, e la seconda perché tali dinamiche lasciano credere che gli alti vertici Rai sfruttino queste polemiche per portare soldi in cassa.

Verosimilmente gli sponsor della trasmissione potrebbero avere bisogno anche di questo per “restare in vita”. Meglio l’assoluta perdita di valori che uno spettatore in meno?

In un triste momento storico della nostra vuota civiltà, in cui si lotta per educare i più piccoli e non solo ad amare ed a rispettare la donna, senza imporle il proprio volere con ricatti psicologici, violenze mentali, fisiche e verbali, cosa fa il Festival di Sanremo? Invita tra i big un rapper che canta vomitevoli testi che incitano ad usare, abusare ed uccidere la donna?

Il messaggio è semplice, la donna è proprietà di se stessa.

La donna non è carne da macello.

L’amore non può essere violento, il rapporto di coppia non deve essere una prigione gestita e diretta dal proprio partner, il quale arbitrariamente le sentenzia la pena di morte per mano propria.

Donne uccise per gelosia, donne massacrate a botte e pugnalate perché avevano capito di non amare più il proprio uomo e per aver chiesto il divorzio, bambini resi orfani di madre per volere del proprio padre.

Come si devono educare i propri bambini a non diventare bulli e violenti se i loro idoli, talaltro propinati e proposti anche dai media nazionali, sono l’emblema della brutalità?

Si spera che non vedremo in tv Junior Cally che a Sanremo canterà seduto su una panchina rossa.

Il Festival di Sanremo una pietra miliare della nostra televisione, i cantanti che hanno solcato il teatro Ariston rimangono ancora nei cuori del popolo italiano e non solo.

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La musica italiana un tempo non molto lontano, parlava di sentimenti, di amori senza fine. Compositori dall’animo nobile hanno segnato i ricordi di notti estive incorniciate dalle stelle e da un agognato bacio. Le diverse edizioni hanno incollato davanti allo schermo della televisioni, intere generazioni allietate dalla conduzione di eleganti presentatori Enzo Tortora, Corrado, Mike Bongiorno, Pippo Baudo o ancora ai nostri giorni Fabio Fazio, Fiorello, Baglioni, ma come si è arrivati a questo punto o meglio baratro?

La passionalità delle canzoni di Luigi Tenco, strazianti tribolazioni d’amore era poesia pura, la leggerezza di Nilla Pizzi, il garbo di Orietta Berti, l’originalità di Rita Pavone, l’energia della Nannini, la dolcezza degli amori di Gino Paoli, la grandezza di Lucio Battisti, il rock di Vasco Rossi, questi gli aggettivi con cui si potevano definire i cantanti italiani, per citarne solo alcuni.

I messaggi non subliminali mandati da alcune canzoni di Junior Cally non possono rappresentare, la musica italiana.

Restiamo fiduciosi, anche quest’anno, sicuramente, il Festival ci regalerà le sue canzoni romantiche con testi che risvegliano le emozioni sopite degli spettatori, canzoni che faranno sognare di amori trascorsi ed altresì non mancheranno gli allegri tormentoni che allieteranno le giornate estive.

Ci resta solo stare a vedere.

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