Debutto di “Capitan Seniu” di Nino Martoglio, alla Sala Di Martino

DEBUTTA L’8 NOVEMBRE 2019, ORE 21.00, ALLA SALA GIUSEPPE DI MARTINO, A CATANIA, “CAPITAN SENIU” DI NINO MARTOGLIO, REGIA DI ELIO GIMBO, NUOVA PRODUZIONE DI FABBRICATEATRO.

Locandina Capitan Seniu
Catania – Debutta l’8 novembre 2019, alle ore 21.00, alla Sala Giuseppe Di Martino di via Caronda 82, a Catania, la nuova produzione del Centro teatrale Fabbricateatro, la pièce “Capitan Seniu” di Nino Martoglio. Lo spettacolo, per la regia di Elio Gimbo, verrà replicato il 9, 10, 15, 16 e 17 Novembre. In scena Cinzia Caminiti, Franco Colajemma, Pietro Lo Certo, Gianni Nicotra, Daniele Scalia, William Signorelli, Marilena Spartà. Aiuto regia Nicoletta Nicotra, scena Bernardo Perrone, coreografie Sabrina Tellico, costumi Mario Alfino, luci Simone Raimondo.
“Con “ Capitan Seniu” noi di Fabbricateatro – spiegano Elio Gimbo e Daniele Scalia – riprendiamo la nostra più che decennale innovazione rispetto a una vulgata teatrale interpretativa, predominante nei teatri stabili e nelle filodrammatiche, che ha privilegiato l’aspetto puramente comico della produzione martogliana, con effetti di esilarante divertimento nei migliori casi, non senza il rischio, nei peggiori, di una banalizzazione folcloristica. Eppure Martoglio fu in vita un intellettuale progressista, impegnato nel sociale, pubblicista e polemista; questo aspetto “politico” è stato ampiamente trattato dal nostro gruppo sia con l’”invenzione” di “Sperduti nel buio-‘Ntra lustru e scuru” di Nino Bellia ( 2018 ), che con la ricerca storica, basata su documenti d’archivio, sulla sua tragica morte, avvenuta il 15 settembre del 1921, in seguito a una sua caduta nel cantiere dell’Ospedale Vittorio Emanuele, allora in corso di costruzione. Secondo i risultati dell’inchiesta giudiziaria questa morte fu accidentale, ma sussistono elementi che potrebbero rafforzare il sospetto che Martoglio sia stato ucciso per volontà di suoi nemici politici.
Martoglio estrae il comico dalla stessa miniera da cui Verga estrae il tragico: la meccanica delle classi sociali, con tutte le annesse manifestazioni di sofferenza, di ingiustizia, di rassegnazione o di malvagità che questo motore immobile della Storia comporta”.
Il protagonista di “ Capitan Seniu”, commedia del 1912, è un lupo di mare, un anziano capitano di golette ormai benestante, un “ self made man”, circondato da una  sorella e da due nipoti, alle prese con costanti dissapori familiari diventati ormai un modus vivendi. I quattro protagonisti, tanto gli anziani che i giovani, avrebbero tutto per essere felici: benessere, prosperità, un futuro assicurato, eppure la loro convivenza è attraversata da tensioni che sono fonte inesauribile di liti, contrasti, spaccature interne al nucleo familiare che hanno prodotto partiti trasversali alle generazioni rappresentate, zio e nipotina contro zia e nipote; accade spesso nella vita, e soprattutto nelle famiglie benestanti, che l’odio o l’antipatia nascondano misteriosamente l’amore e l’affetto, o meglio, nascano proprio da queste, le une dalle altre.

Come sembra dirci Martoglio quanto più ci allontaniamo dallo stato di bisogno, dalla povertà, tanto più identifichiamo nel nostro congiunto, il nostro convivente, un rivale, un avversario; il consanguineo diventa un usurpatore del benessere che abbiamo raggiunto, un abusivo in casa nostra. In condizioni simili, molto concrete e sperimentabili nella vita di tutti i giorni, i casi sono due: o la famiglia esplode e si disgrega, oppure occorre stipulare un nuovo patto, trovare una nuova alleanza che ripristini, almeno temporaneamente, l’armonia reciproca tra singoli e tra generazioni.
Questo secondo caso è proprio ciò che accade nel finale del “ Capitan Seniu”.
LA COMPAGNIA FABBRICATEATRO
Nasce nel 1992 con il principale scopo di rinnovare le pratiche del teatro contemporaneo catanese sull’onda del movimento siciliano antimafia, per volontà di Elena Fava, Giacinto Ferro, Elio Gimbo – che ne è ancora il regista e direttore artistico – Cinzia Finocchiaro, Cinzia Caminiti, Bruno Torrisi, Domenico Gennaro, Marco Marano, Giusi Gizzo. Nel corso dei primi 25 anni di esistenza è stata veicolo di innovazioni tecniche grazie anche a rapporti di intensa collaborazione con altre importanti realtà teatrali di gruppo: gli allestimenti attori e pupi condotti con la Marionettistica fratelli Napoli, la collaborazione con il Living Theatre di New York e con l’Odin Teatert di Eugenio Barba, in particolar modo con i referenti italiani, il Teatro Potlach di Fara in Sabina e il Teatro Ridotto di Bologna e i progetti di “correzione teatrale dello spazio urbano” come il teatro di paglia estivo, il Carro di Tespi e Shakespeare al Castello, i progetti di promozione e diffusione della cultura teatrale con la facoltà di Lettere quali TEATRIDEUROPA. Oggi i suoi componenti stabili sono Elio Gimbo, Daniele Scalia, Sabrina Tellico. Molti qualificati artisti catanesi sono  sorella e da due nipoti, alle prese con costanti dissapori familiari diventati ormai un modus vivendi. I quattro protagonisti, tanto gli anziani che i giovani, avrebbero tutto per essere felici: benessere, prosperità, un futuro assicurato, eppure la loro convivenza è attraversata da tensioni che sono fonte inesauribile di liti, contrasti, spaccature interne al nucleo familiare che hanno prodotto partiti trasversali alle generazioni rappresentate, zio e nipotina contro zia e nipote; accade spesso nella vita, e soprattutto nelle famiglie benestanti, che l’odio o l’antipatia nascondano misteriosamente l’amore e l’affetto, o meglio, nascano proprio da queste, le une dalle altre.

Come sembra dirci Martoglio quanto più ci allontaniamo dallo stato di bisogno, dalla povertà, tanto più identifichiamo nel nostro congiunto, il nostro convivente, un rivale, un avversario; il consanguineo diventa un usurpatore del benessere che abbiamo raggiunto, un abusivo in casa nostra. In condizioni simili, molto concrete e sperimentabili nella vita di tutti i giorni, i casi sono due: o la famiglia esplode e si disgrega, oppure occorre stipulare un nuovo patto, trovare una nuova alleanza che ripristini, almeno temporaneamente, l’armonia reciproca tra singoli e tra generazioni.
Questo secondo caso è proprio ciò che accade nel finale del “ Capitan Seniu”.
LA COMPAGNIA FABBRICATEATRO
Nasce nel 1992 con il principale scopo di rinnovare le pratiche del teatro contemporaneo catanese sull’onda del movimento siciliano antimafia, per volontà di Elena Fava, Giacinto Ferro, Elio Gimbo – che ne è ancora il regista e direttore artistico – Cinzia Finocchiaro, Cinzia Caminiti, Bruno Torrisi, Domenico Gennaro, Marco Marano, Giusi Gizzo. Nel corso dei primi 25 anni di esistenza è stata veicolo di innovazioni tecniche grazie anche a rapporti di intensa collaborazione con altre importanti realtà teatrali di gruppo: gli allestimenti attori e pupi condotti con la Marionettistica fratelli Napoli, la collaborazione con il Living Theatre di New York e con l’Odin Teatert di Eugenio Barba, in particolar modo con i referenti italiani, il Teatro Potlach di Fara in Sabina e il Teatro Ridotto di Bologna e i progetti di “correzione teatrale dello spazio urbano” come il teatro di paglia estivo, il Carro di Tespi e Shakespeare al Castello, i progetti di promozione e diffusione della cultura teatrale con la facoltà di Lettere quali TEATRIDEUROPA. Oggi i suoi componenti stabili sono Elio Gimbo, Daniele Scalia, Sabrina Tellico. Molti qualificati artisti catanesi sono  stabilmente coinvolti nelle realizzazioni: la Marionettistica Fratelli Napoli, Cosimo Coltraro, Cinzia Caminiti, Gianni
e Nicoletta Nicotra di Schizzi d’Arte, Antonio Caruso, Giuseppe Carbone e altri.
SALA “GIUSEPPE DI MARTINO” E SPAZIO “PIPPO FAVA”
La Sala “Giuseppe Di Martino” è lo spazio al chiuso del nuovo Centro Teatrale Fabbricateatro. Ha una ampiezza di 45 mq, è dotata di impianto luci e fonica, ampi camerini con bagno autonomo, un piccolo foyer, è volutamente priva di strutture fisse atte a designare gli spazi di scena e platea, può accogliere sia spettacoli a pianta centrale che a visione frontale. I posti a sedere variano, perciò, da un minimo di 25 ad un massimo di 45 grazie ad un sistema di praticabili e panche che consentono in poco tempo di ricreare lo spazio della sala.
Il Centro dispone di analogo spazio all’aperto, intitolato a Pippo Fava, dotato di cortile e giardino en plein air dove svolgere attività affini alla linea della Compagnia Fabbricateatro, residente stabile del Centro.
a Cognita Design production
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