Congresso internazionale Ami Ayurveda, si chiede uno spazio per la medicina biointegrata

L’Ayurveda si propone come medicina complementare e integrata alla medicina cosiddetta convenzionale. Ed è in quest’ottica che questa disciplina sta cercando uno spazio istituzionale per incrementare la conoscenza di questo caratteristico supporto terapeutico che, a oggi, risulta essere finalizzato a modello clinico aggiuntivo.

congresso Ayurveda foto di gruppo
Ma è proprio all’interno di un corollario di tecniche per il mantenimento del benessere e il conseguimento della salute attraverso uno stile di vita più ottimale che si snoda il concetto di quest’antica scienza: il primo Congresso internazionale dell’Ami Ayurveda (Associazione medica italiana Ayurveda) che è tenuto il 19 ottobre a Roma è stata l’occasione per confrontarsi e fare il punto sull’attualità emergente e quella che dovrebbe essere intesa come la pratica corretta. La medicina allopatica offre indagini, diagnosi, cure, interventi che innegabilmente curano e la maggior parte delle volte guariscono come buona parte degli studi dimostrano. La medicina complementare invece, è basata sulla prevenzione, il trattamento e la promozione della salute ottimale attraverso l’uso di metodi terapeutici e modalità che incoraggiano il processo di autoguarigione e non sono invasivi. Nel 2010 l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha sancito che ˂<se l’Ayurveda viene praticata correttamente, può contribuire a proteggere e migliorare la salute e il benessere dei cittadini>>.
Istituzionalizzazione della medicina Ayurveda
La policy dell’associazione Ami Ayurveda sta puntando alla divulgazione di conoscenze legate alla metodologie medico-diagnostico-terapeutica intesa come strettamente quale sistema completo e integrato tra cura e prevenzione. Vale a dire che medicina convenzionale e Ayurveda possono interagire in un connubio attivo finalizzato alla cura e al potenziamento fisico. E perché no? Alla luce di quanto emerso dal congresso internazionale diventa quanto mai significativo per la medicina biointegrata avanzare alle istituzioni nazionali e regionali la proposta di intraprendere un percorso di valutazione delle proprie metodiche e dei riscontri, tutti qualitativamente scientifici, sull’efficacia delle cure e sull’enorme mole di percorsi terapeutici per la prevenzione della malattia.
‹‹Purtroppo a oggi ancora non è presente nel nostro ordinamento una legislazione che tuteli il professionista che ha seguito un determinato percorso di studi rispetto a chi, indebitamente, svolge la professione senza titoli. Con la nostra associazione – ha affermato il presidente di Ami Ayurveda, Roberto Giorgi, abbiamo già avanzato proposte sia in sede di legislatura che presso l’Ordine dei medici per lavorare con chiarezza e trasparenza.
Serve ora proprio da parte delle istituzioni una valida posizione di ascolto che induca alla volontà di aprire tavoli di confronto per costruire un percorso integrato che comprenda la medicina accademica biointegrata››. E difatti il filo conduttore del Congresso si è dipanato tra le molteplici prove scientifiche riportate, sia in campo clinico che in ambito biofisico quantistico, in merito alla veridicità di alcune metodiche evolute che hanno avvalorato l’enorme capacità di diagnosi e cura della medicina Ayurveda. ‹‹Stando così le cose e verificato il numero crescente di persone che si affidano ai medici Ayurveda, perché allora precludere ai tanti pazienti che lo desiderano, senza avere però le possibilità economiche, di curarsi con questa plurimillenaria medicina? E siccome è la scienza che supporta l’evoluzione della medicina millenaria Ayurveda diventa quanto mai auspicabile l’apertura del Sistema sanitario nazionale verso un percorso di convenzionamento. Questa scelta otterrebbe un grande consenso nella nostra Penisola – conclude Giorgi – esattamente come già accade in altri Paesi d’Europa dove curarsi con la medicina allopatica è perfettamente integrato nei sistemi di cura ambulatoriali e ospedalieri senza limitazione alcuna››.
La figura del medico di una volta, di come visitava i propri pazienti e di come approcciava alla cura, sia dottore che confessore, capace di indagare in profondità e mettere in piedi un’anamnesi utile non solo per la diagnosi, ma per la cura e per il sostegno dell’ammalato si avvicina molto al medico Ayurveda.
Oggi la diagnostica che ci permette di conoscere i tessuti sempre più nel dettaglio molecolare grazie a macchinari straordinari che lo scannerizzano millimetro per millimetro hanno in parte anche disumanizzato il rapporto medico-paziente.
L’Ayurveda con la propria tradizione sta cercando di recuperare questa distanza senza nulla togliere alla clinica medica tutti i protocolli di cui si avvale per integrarla con ulteriori specialità proprie.
La prevenzione
Lo scopo principale è indurre l’essere umano a seguire una alimentazione corretta (è il cibo il più potente strumento di prevenzione) coadiuvata da preparati ayurvedici e trattamenti sul corpo finalizzati al potenziamento fisico per di far sì che possa rimanere sano per lungo tempo.
Parlare di Ayurveda in questo periodo dell’anno può essere esplicativo di quanto sia importante il rafforzamento del corpo umano in termini di difese immunitarie approssimandosi la stagione autunnale e invernale con il relativo bagaglio di affezioni dell’apparato respiratorio, muscolare e digestivo.
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