Lo spettacolo Fotofinish al Biondo di Palermo

Il teatro ironico e sovversivo di Rezza-Mastrella porta in scena un “classico” del loro repertorio , la cui prima edizione risale al 2003  Fotofinish_rezza_mastrella foto Giulio Mazzi

Dopo il successo di Fratto X, a distanza di due anni torna al Teatro Biondo di Palermo il teatro ironico, surreale, corrosivo e sovversivo di Antonio Rezza e Flavia Mastrella (Leoni d’Oro alla Carriera – Biennale Teatro 2018). Stavolta, l’incontenibile duo porta in scena, da martedì 9 a domenica 14 aprile, Fotofinish, un “classico” del loro repertorio, la cui prima edizione risale al 2003.

Fotofinish rezza_mastrella foto giulio mazzi _142Come sempre, al centro della scena è Antonio Rezza, che si “moltiplica” in variegate e stravaganti identità coinvolgendo il pubblico in una girandola di assurde situazioni; ad assisterlo Ivan Bellavista, mentre Flavia Mastrella – coautrice dello spettacolo – è l’ideatrice dei fantasiosi congegni scenici. Le luci sono di Daria Grispino. Lo spettacolo è prodotto da Rezza-Mastrella insieme a TSI – La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello.

Fotofinish è la storia di un uomo che si fotografa per sentirsi meno solo. Apre uno studio dove si immortala fingendosi ora cliente ora fotografo esperto. Grazie alla moltiplicazione della sua immagine arriva a credersi un politico che parla alla folla. Tra un comizio e l’altro arriva a proclamarsi costruttore di ospedali ambulanti, che si spostano direttamente nelle case dei malati. E all’interno di questi ospedali c’è sempre lui: nelle vesti del primario, del degente e delle suore, che sostituiscono la medicina con gli strumenti della fede. Ben presto, grazie all’inflazione della sua immagine, è convinto di non essere più solo. Dunque, continua nelle sue scorribande politiche, delegando sé stesso alla cultura, per costruire impossibili cinema dove l’erotismo differisce dalla pornografia solo per qualche traccia labile di dialogo. E ipotizza incendi e sciagure, ipotizza uscite di sicurezza per portare in salvo lo spettatore medio che lui stesso rappresenta. Di tanto in tanto torna dal fotografo, che è sempre lui, per costringersi a scattarsi nuove foto. A poco a poco impazzisce, ma mai completamente.Fotofinish rezza_mastrella foto giulio mazzi _294

Nel pieno del delirio arriva a farsi donna con tutta la sua nudità camuffata; e a farsi uomo nello stesso tempo, pensandosi ora l’una e ora l’altro e immaginando di uscire insieme.

Solo quando è costretto a mettere un cane a difesa della propria abitazione capisce di essere veramente solo e di essere lui stesso quel cane posto a tutela della proprietà. Ma con un colpo di coda inaspettato, da cane torna ad essere politico e accusa gli elettori di non aver capito, di non aver capito che nulla è mai esistito. L’unica cosa reale è la sua solitudine, che non può essere fotografata perché la solitudine è l’assenza di chi non ti è vicino.

 

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