QUESTO PICCOLO GRANDE CLAUDIO

Esattamente 138 giorni dopo il suo arrivederci novembrino, Baglioni risale sul palco del Pal’Art di Acireale, rinnovando, ancora una volta, quell’atmosfera tipica dei suoi concerti, dove tutto è tranquillamente familiare, a cominciare dalla fila agli ingressi che, a qualsiasi ora si arrivi, è sempre lunga e festosa, dove persone estranee, nell’arco di qualche minuto, condividono l’incanto tanto caro al loro beniamino

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Dopo le fatiche sanremesi, torna in pista il divo Claudio, con la seconda parte del tour ‘Al Centro’ che lo ha visto protagonista in lungo e largo per lo stivale, accompagnato da ben 410 mila biglietti staccati e da un coro di elogi della critica che lo ha financo premiato come ‘BestShow 2018’ (rivista Sound&Lite). Esattamente 138 giorni dopo il suo arrivederci novembrino, Baglioni risale sul palco del Pal’Art di Acireale, rinnovando, ancora una volta, quell’atmosfera tipica dei suoi concerti, dove tutto è tranquillamente familiare, a cominciare dalla fila agli ingressi che, a qualsiasi ora si arrivi, è sempre lunga e festosa, dove persone estranee, nell’arco di qualche minuto, condividono l’incanto tanto caro al loro beniamino. Il cantautore romano ripropone, in questa sua ultima fatica, la sua idea di musica associata allo spettacolo, avvalendosi di un palco posto al centro (appunto) del palasport per consentire una visione ottimale da tutte le tribune, e di 22 musicisti e 32 tra ballerini e performer che lo supportano in uno show che definire unico è veramente riduttivo. Il Mago ripercorre 50 anni di carriera, in ordine strettamente cronologico, mettendo al centro (ancora) della serata la musica, lasciando poco spazio alle parole (solo alla fine Baglioni si concede qualche battuta per ringraziare chi in questi 50 ha decretato il suo successo, lui che “questo successo pensavo non arrivasse mai e quando è arrivato temevo finisse subito”), dedicandosi ai 34 brani in scaletta, partendo da quel “Questo piccolo grande amore” che lo ha reso famoso e marchiato in maniera (quasi) indelebile.

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Nel suo rovistare il passato, il cantautore romano ripropone i suoi cavalli di battaglia, sicuro (a ragione) di soddisfare le attese della sua gente, ampiamente predisposta ad osannare qualsiasi accenno di note che arrivi dal palco: è così in un clima di partecipazione totale (una sorta di full immersion quasi religiosa), si rende omaggio alla primavera baglioniana con titoli come “Con tutto l’amore che posso”, “Amore bello”, “E tu”, “Sabato pomeriggio”, “Solo”, “E tu come stai”, “Strada facendo”, “Avrai”, mentre è con l’esecuzione de “La vita è adesso” (dall’omonimo album che detiene il maggior numero di copie mai vendute in Italia) che si raggiunge l’apoteosi della nottata. Davanti ad una platea entusiasta, senza fermarsi un attimo, Baglioni ripercorre velocemente gli ultimi anni di carriera, dando assaggi degli album più recenti, fino a salutare con quel “Con Voi” che è una sorta di ringraziamento a chi c’è stato e sempre ci sarà. Dopo tre ore ininterrotte di musica, entusiasmo, coinvolgimento, spettacolo allo stato puro (un plauso speciale ai 32 giovani artisti che, in taluni momenti, rubano la scena all’attore principale), si riaccendono le luci, luci che accompagno lo sciamare delle seimila e passa anime sazie e soddisfatte di aver passato una serata con il loro idolo: e se c’è chi ritornerà anche domani sera, se c’è chi custodirà questa esperienza tra le cose più care, se c’è chi la racconterà fino allo stremo, tutti, questa notte, ne siamo sicuri, si addormenteranno dalla parte del cuore.

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