A Marzo, Aprile e Maggio 2019 “Il Caso K” sull’opera di Franz Kafka

DALL’1 MARZO A MAGGIO 2019 PARTE “IL CASO K”, ALLA SALA GIUSEPPE DI MARTINO DI CATANIA, “IL PROCESSO” E “LETTERA AL PADRE” DI FRANZ KAFKA, REGIA DI ELIO GIMBO E GIANNI SCUTO, PER LA STAGIONE DI FABBRICATEATRO

Locandina Fabbricateatro Kafka

Il 2019 si aprirà per il Centro teatrale Fabbricateatro con un doppio giro di valzer nel cuore del mondo di Franz Kafka, il profeta del Novecento. I mesi di Marzo, Aprile e Maggio saranno infatti dedicati, con “Il Caso K”, a due allestimenti ricavati da altrettante opere dello scrittore praghese. Nella sala Giuseppe Di Martino di via Caronda 82, saranno in programma per l’intero mese di Marzo (1, 2, 3, 8, 9, 10, 15, 16, 17, 22, 23, 24, 29, 30 e 31), “Il processo” firmato da Elio Gimbo, seguito in Aprile (12, 13, 14, 26, 27 e 28) e Maggio (3, 4 e 5, 10, 11 e 12) da “Lettera al padre” per la regia di Gianni Scuto. Due registi, Elio Gimbo e Gianni Scuto, diversi per formazione e temperamento, ma uniti nel loro sviscerato amore per il teatro, porteranno in scena, quindi, due opere significative di Franz Kafka.

“Con Kafka – spiega il regista Elio Gimboci troviamo davanti ad un vero e proprio veggente del ‘900, sfuggente per quasi un secolo a qualunque esegesi definitiva. Noi partiamo dalle tesi che, da Walter Benjamin a Theodor Adorno fino a Michael Lowy, leggono nell’intero corpus delle sue opere una straordinaria, inesausta testimonianza contro l’autoritarismo, familiare e di Stato”.

Fabbricateatro ha, inoltre, in programma alcune iniziative da svolgere nello stesso arco di tempo in aule universitarie e in uno spazio dedito alla promozione e al consumo culturale come il Mondadori Bookstore di piazza Roma 18 a Catania, dove verrà proposta il 7 Marzo 2019 – alle ore 17.00 (ingresso libero) – una iniziativa di ricerca e divulgazione sulle influenze culturali sottese alle opere di Kafka. Saranno presenti Antonio Di Grado, Sal Costa e Giuseppe Dolei, modera Maria Lombardo. E’ noto come, mediante la lettura di Kropotkin e Bakunin, il giovane Kafka subì l’influenza del pensiero anarchico di matrice slava e perfino militò in alcuni circoli praghesi; d’altra parte il pensiero anarchico si combinò spesso, a cavallo dei due secoli e delle due guerre mondiali, col pensiero messianico ebraico, così come lo conosciamo ad esempio da Gershom Scholem; proprio sul ruolo e sugli intrecci tra queste due influenze nella formazione di Kafka ha scritto qualche anno fa Michael Lowy nel suo “Kafka, sognatore ribelle”.

“Il male del mondo per Kafka – conclude Elio Gimbosi chiama “principio di autorità” e non c’è pensiero, credenza, condizione che possa credibilmente riscattarlo, perché esso fonda il proprio potere sulla capacità di erodere dall’interno la resistenza delle numerose vittime grazie al suo principale alleato, il “senso di colpa”. Questo è il campo d’indagine comune ai due spettacoli e al pomeriggio di studio, che compongono il programma de “Il Caso K”, un campo da dissodare insieme agli attori degli spettacoli, ad un regista come Gianni Scuto, ad uno scrittore come Sal Costa, ad intellettuali come Antonio Di Grado e Giuseppe Dolei, ad una operatrice culturale come Valentina Agosta: personalità diverse fra loro, ma tutte portatrici della nostra medesima rivolta”.

LA COMPAGNIA FABBRICATEATRO

Nasce nel 1992 con il principale scopo di rinnovare le pratiche del teatro contemporaneo catanese sull’onda del movimento siciliano antimafia, per volontà di Elena Fava, Giacinto Ferro, Elio Gimbo – che ne è ancora il regista e direttore artistico – Cinzia Finocchiaro, Cinzia Caminiti, Bruno Torrisi, Domenico Gennaro, Marco Marano, Giusi Gizzo.

Nel corso dei primi 25 anni di esistenza la compagnia è stata veicolo di innovazioni tecniche grazie anche a rapporti di intensa collaborazione con altre importanti realtà teatrali di gruppo: gli allestimenti attori e pupi condotti con la Marionettistica fratelli Napoli, la collaborazione con il Living Theatre di New York e con l’Odin Teatert di Eugenio Barba, sin particolar modo con i referenti italiani, il Teatro Potlach di Fara in Sabina e il Teatro Ridotto di Bologna e il i progetti di “correzione teatrale dello spazio urbano” come: il teatro di paglia estivo, il Carro di Tespi e Shakespeare al Castello, i progetti di promozione e diffusione della cultura teatrale con la facoltà di Lettere quali TEATRIDEUROPA. Fabbricateatro ha sempre perseguito, soprattutto, il modello organizzativo del teatro di gruppo, per cui il lavoro teatrale è affidato ad un gruppo di lavoro stabile che al proprio interno costruisce una realtà organizzata quanto più possibile autonoma ed incisiva nelle scelte poetiche.

Oggi i suoi componenti stabili sono Elio Gimbo, Daniele Scalia, Sabrina Tellico. Molti qualificati artisti catanesi sono stabilmente coinvolti nelle nostre realizzazioni: la Marionettistica Fratelli Napoli, Cosimo Coltraro, Cinzia Caminiti, Gianni e Nicoletta Nicotra di Schizzid’Arte, Antonio, Giuseppe Carbone e altri.

SALA “GIUSEPPE DI MARTINO” E SPAZIO “PIPPO FAVA”

La Sala “Giuseppe Di Martino” è lo spazio al chiuso del nuovo Centro Teatrale Fabbricateatro. Ha una ampiezza di 45 mq, è dotata di impianto luci e fonica, ampi camerini con bagno autonomo, un piccolo foyer, è volutamente priva di strutture fisse atte a designare gli spazi di scena e platea, può accogliere sia spettacoli a pianta centrale che a visione frontale. I posti a sedere variano, perciò, da un minimo di 25 ad un massimo di 45 grazie ad un sistema di praticabili e panche che consentono in poco tempo di ricreare lo spazio della sala.

Il Centro dispone di analogo spazio all’aperto, intitolato a Pippo Fava, dotato di cortile e giardino en plein air dove svolgere attività affini alla linea della Compagnia Fabbricateatro, residente stabile del Centro.

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