Tutti i ragionamenti, i luoghi comuni, gli assiomi pirandelliani sono presenti in questa opera. Un testo di condanna, condanna di una società dominata da falsità, bigottismo e ipocrisia.

Protagonista di Pensaci, Giacomino! (1917) è lo scandalo: uno scandalo morale di cui è portatore il professor Toti, anziano insegnante di ginnasio che conduce senza pentimenti la sua solitaria battaglia contro le norme dell’istituto matrimoniale e le regole della rispettabilità borghese. Per sottrarsi a una vita povera di affetti decide di sposare la sedicenne Lillina che attende un figlio da un suo ex allievo, e accogliendoli nella propria casa instaura un singolare ménage à trois in cui contro ogni convenzione sociale ricopre il ruolo di padre della moglie, di nonno del figlio e di suocero dell’amante.

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Al centro de Il berretto a sonagli (1917) è invece lo scrivano Ciampa che, dietro la parvenza di una onesta reputazione, è da sempre a conoscenza dei tradimenti della moglie e lacerato tra l’amore e il senso dell’onore, tra consapevolezza e dissimulazione. Ma quando l’adulterio diviene pubblico, l’unico modo per mettere a tacere lo scandalo e preservare quel piccolo mondo di falso perbenismo è accusare di pazzia chi ha rivelato la tresca. Perché in una società in cui trionfa l’ipocrisia si può dire la verità solo indossando la maschera della follia.

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