Pietruccio Montalbetti, lo storico leader e fondatore del famoso gruppo degli anni settanta Dik Dik, si racconta in una inedita intervista per a Globus Magazine
I nostri genitori li hanno adorati e nelle sere d’estate tra una bibita e un lento, stretti al loro primo amore, ballavano le melodie del gruppo. I Dik Dik venivano ascoltati infinite volte fino ad usurare il “mangiadischi”; confrontandosi con miti mondiali come i Mamas & Papas e i Procol Harum senza mai esser da questi minimamente sminuiti.
Ed il loro successo non è mai scemato anzi, ancora oggi negli anni 2000, i loro concerti sono sempre apprezzati e seguiti.
Oggi abbiamo il piacere e l’onore di intervistare il fondatore del famoso gruppo musicale dei Dik Dik; la band che ha venduto circa 20 milioni di dischi. Il suo nome è Pietruccio Montalbetti milanese di nascita ma “vagabondo” nel cuore, il suo genio musicale ha fatto sognare milioni di anime. Lui si racconta con semplicità e schiettezza, due doti che lo contraddistinguono.
Vogliamo cominciare a raccontare ai lettori come è nato il mito dei Dik Dik?
“Sono il fondatore dei Dik Dik insieme a Lallo e Pepe ma prima di inserirli avevo formato una band di ragazzi del quartiere assumendo il nome i Dreamers (sognatori) ma non ero soddisfatto così ho inserito Lallo e Pepe ragazzi del quartiere di Milano in Via STENDHAL. In seguito altri due elementi Mario Totaro Tastiere e Sergio Panno Batteria, assumendo il nome Gli Squali dato che un produttore ci aveva chiesto di suonare con Miriam Del Mare una cantante che aveva fatto il festival di San Remo.
Ma ben presto ci siamo scocciati e io con grande assiduità sono riuscito ad avere una audizione con la Ricordi grazie ad uno stratagemma; una lettera da parte del vescovo di Milano monsignor Montini diventato poi Papa, il contenuto era semplice dato che frequentavamo l’oratorio per provare i vari pezzi musicali. Nella lettera di presentazione il futuro Papa scrisse: “SONO DEI BRAVI PARROCCHIANI”. La Ricordi vendeva gli organi da chiesa alla curia così ritenne “saggio” farci fare un provino durante il quale conobbi uno sconosciuto in cerca di fortuna che si chiamava Lucio Battisti! Così firmammo il contratto con la casa musicale Ricordi firma, ma era necessario trovare un nuovo nome e io per caso vidi sul vocabolario DIK DIK nome di una antilope africana”
Avete così cominciato a collaborare con Mogol, all’anagrafe Giulio Rapetti, e vi ha legato anche l’amicizia con Lucio Battisti. Con “Sognando la California “ nel 1966, ottenete il primo posto in classifica. Il vostro sound è stato paragonato ai mitici Beatles, la vostra musica è originale e semplice nello stesso tempo. Rapisce i cuori e li porta su una navicella verso viaggi immaginari, sull’Isola di Wight!
Voglio ricordare alcuni dei titoli dei vostri bravi di successo che sono stati eseguiti sui palcoscenisci di mezzo Mondo. “Viaggio di un poeta”, “Senza luce”, “Sognando la California”, ” Il primo giorno di Primavera”, “Io mi fermo qui”, ” Storie di periferia”, “Il vento”, “Come una bambina” e molti altri.
Lei Pietruccio certamente è un uomo poliedrico; non soltanto è un bravo musicista ma un uomo che vuole andare “oltre” la sua natura di “animale” da palcoscenico. Caparbio e tenace, ha voluto mettere il necessario in un piccolo zaino e solcare gli oceani e scalare le vette seguendo quella scia di avventura e di mistero che fin da piccino l’ha sempre caratterizzato; insomma raggiungendo la famosa Isola di Wight.
“Quasi subito, dopo altri successi musicali, decisi di coronare il mio vero sogno fare L’ESPLORATORE. Un giorno comunicai al resto del gruppo che nei mesi di Gennaio e metá Febbraio avrei iniziato un percorso di viaggio in solitario e a tuttora non mi sono fermato di esporare e conoscere luoghi nuovi ed ameni. I luoghi che ho visto sono: Colombia Perù Bolivia Venezuela Capo Horn India ben 4volte il Pachistan L’indostan il Nepal Il Tibet La Tanzania i Kenia il Tanganica Il Mali il Burghinafasu il Sahara da Timbuoctù il Congo Cylon le isole Andamane le Filippine poi ho scalato i 7000 metri della montagna più alta delle Ande ( Aconcagua) i 6000 metri del Kilimajaro le isole Gualapagos le Canarie il Mozzambico e altre che non ricordo sempre solo alla partenza ma se necessario una guida locale Sudio le varie civiltá Maya Incas Atzechi”
Durante le sue avventure ha avuto modo non soltanto di ammirare e di conoscere dei luoghi incontaminati, quasi magici, ma anche ha conosciuto tante persone diversissime da noi per cultura e religione. Che può raccontarci di particolare, una sua suggestione che per sempre rimarrà indelebile nel suo cuore.
“Le mie esperienze di viaggi mi hanno messo in contatto con popoli che io definisco INVISIBILI dove il turista non arriva come gli Aucas gli Jivaro i Campa i Piarroa e altri Per capire un popolo è necessario immergersi nel loro mondo condividere il cibo e i sistemi di caccia e pesca Gli Aucas che si pesava fossero estinti li ho trovati dopo due settimane di navigazione con 5 indios che mi accompagnavano alcuni di loro hanno 6 dita per mano e 6 dita per piede Non conoscono il nostro mondo La cosa che più mi ha colpito è stata una donna che allattava il suo bimbo appena nato e in contemporanea un cucciolo di leopardo la cui mamma era morta cadendo in una trappola per cinghiali Tutti hanno un gran rispetto per la natura io dico che NOI ABBIAMO BISOGNO DELLA NATURA MENTRE LA NATURA NON HA BISOGNO DI NOI”
Un bellissimo messaggio di vita; noi tutti dovremmo sempre ricordare di proteggere ed amare la Natura. Madre Natura “grida allo scandalo” e implora gli uomini potenti a smettere di violentare e uccidere ciò che di bello esiste nella Natura. Ma la stessa è già “stanca” di fare capire agli uomini che stanno sbagliando e ben presto gli uomini capiranno le conseguenze delle loro azioni contro la natura ma forse sarà già tardi.
“In questi anni ho letto molto per capire, io purtroppo non ho il beneficio della fede ma ciò nonostante ho letto tutta la Bibbia i Vangeli e anche quelli Ipocrafi studio i principi della Fisica leggo alcuni passi del Corano che non ha niente a che fare con ciò che succede, ma é proiettato verso l’aiuto al prossimo”.
Lei Pietruccio oltre ad essere un talentuoso musicista si è rivelato anche un bravo scrittore. Ci potrebbe parlare dei suoi libri, magari citandone alcuni, e anche dirci qualche letteraria sua novità?
“Ho una buona vena letteraria scrivere è un fatto che ti aiuta a comprendere e ho già pubblicato 5 libri: I Ragazzi della Via STENDHAL, Sognando la California Scalando il Kilimajaro, Io e Lucio Battisti , Settanta a 7000 è quello recente La mia Amazzonia terra degli uomini Invisibili A febbraio pubblicherò un giallo poliziesco che si svolge fra il 1938 leggi razziali al 1948 il titolo provvisorio sará IL MISTERO DELLA BICICLETTA in lavorazione di vari argomenti compresi i viaggi ne ho altri otto”.
Nell’augurarle una vita lunga e serena e ringraziarla per l’intervista che mi ha concesso, sono certa che dopo la lettura di questo articolo moltissimi andranno a riascoltare piacevolmente i vostri successi… e l’avventura continua!