Facebook nella bufera per la fuga di notizie politiche da parte della Cambridge Analytica

La crisi di Facebook ha già fatto saltare le prime teste da Alex Stamos, responsabile della sicurezza delle informazioni a Alexander Nix, ceo di Cambridge Analytica. Intanto in borsa il titolo registra un -2,56%

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Si abbatte una bufera sul noto social network di proprietà di Mark Zuckerberg. Secondo le autorità statunitensi, europee, italiane e britanniche Facebook la società sarebbe coinvolta nella vicenda relativa alla fuga di dati relativi a 50 milioni di utenti, utilizzati illecitamente da Cambridge Analytica, società partner (fino a venerdì scorso) del social media e attiva nella promozione di Donald Trump alle presidenziali del 2016.

“È stato un errore fidarsi di Cambridge Analytica”, ha ammesso il numero uno e fondatore del più famoso social network, parlando della società che ha comprato i dati di 50 milioni di utenti. “Ci sono state molte forze in gioco su Facebook durante le elezioni presidenziali americane del 2016. Le elezioni di metà mandato del prossimo novembre saranno una sfida, un motivo di grande attenzione per noi. Chiedo scusa e sono disponibile a testimoniare davanti al Congresso”, ha aggiunto in un’intervista alla Cnn”.

Cadono, intanto, le prime teste in seno al noto marchio interattivo: oltre ad Alex Stamos, responsabile della sicurezza delle informazioni, è stato infatti silurato anche Alexander Nix, ceo di Cambridge Analytica.

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L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni si è mossa – si legge in un comunicato – «a seguito della recente diffusione di notizie relative all’attività svolta dalla società ‘Cambridge Analytica’, cui ha fatto seguito l’indagine dell’autorità indipendente britannica Ico – Information Commissioner’s Officer relativa ai rapporti tra partiti politici, “data companies” e piattaforme online per la profilazione degli utenti e la personalizzazione dei messaggi elettorali. 

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Le tecniche di profilazione degli utenti e di comunicazione elettorale ‘selettiva’ messe a punto dal social network «sembrerebbero essere state utilizzate – evidenzia l’Autorità italiana – nel 2012 anche su commissione di soggetti politici operanti in Italia. E’ stato sviluppato un filone specifico di attività riguardante il monitoraggio sulla parità di accesso all’informazione e la comunicazione politica per le elezioni del 4 marzo». La nota conclude precisando che «con una precedente comunicazione, sono state già richieste informazioni circa l’acquisizione di dati relativi a servizi e strumenti messi a disposizione da Facebook, sia per gli utenti sia per i soggetti politici, durante la campagna elettorale italiana per le scorse elezioni politiche 2018». Anche l’authority di vigilanza sulla privacy statunitense, la Federal Trade Commission, accusa Facebook di aver violato i termini del decreto del 2011 che regola l’utilizzo di dati e ne regola la diffusione con terze parti. Il decreto prevedeva che il social media chiedesse esplicitamente agli utenti il consenso a utilizzare in parte i dati, come parte di un accordo con le autorità federali che l’accusava di aver ingannato i consumatori costringendoli a condividere più informazioni di quanto fossero disposti a rilasciare. Un provvedimento sorto dopo che la società ha modificato alcune impostazioni dell’utente senza avvisare i suoi clienti.

A Facebook logo is seen on an iPhone in this photo illustration on November 20, 2017. (Photo by Jaap Arriens/NurPhoto via Getty Images)

Intanto, dopo lo scivolone di ieri sul mercato americano (-7%), continua il calo del titolo Facebook a Wall Street (-3% in apertura, poi è peggiorato ancora a -4,6%, per chiudere a -2,56%) che in termini pratici per gli utenti equivale circa 60 miliardi di dollari in due giorni. La nota piattaforma ha portato con sé il malore in borsa con gli altri social network trascinati al ribasso, da Twitter (che ha chiuso a -10,38%), a Snap (-2,56% in chiusura).

“I social media vanno regolati”, ha sottolineato Zuckerberg, aprendo all’istituzione di nuove regole e dicendosi sicuro che si voglia ancora sfruttare la piattaforma per inluenzare le prossime elezioni.

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