Mafia: arrestato Vito Nicastri, il “re dell’eolico”

Duro colpo alla mafia siciliana. In manette l’imprenditore trapanese Vito Nicastri, il re dell’eolico, vicino al superboss Matteo Messina Denaro. 

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Duro colpo a Cosa nostra. In manette Vito Nicastri, noto imprenditore alcamese, definito il re dell’eolico, perchè era stato tra i primi in Sicilia a puntare sulle energie pulite. Nicastri legato al superlatitante di Castelvetrano Matteo Messina Denaro, ricercato dalle forze del’ordine dal 1993. Vito Nicastri, è finito in carcere insieme ad altre 11 persone sospettate di aver coperto e finanziato la latitanza di Matteo Messina Denaro.

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Nel corso dell’inchiesta sui presunti favoreggiatori del padrino di Castelvetrano erano già emersi i legami di Nicastri con il boss, che gli sono costati sequestri per centinaia di milioni di euro. Del re dell’eolico ha parlato in maniera approfondita nel recente passato anche il pentito Lorenzo Cimarosa, nel frattempo morto, indicandolo come uno dei finanziatori della ormai più che ventennale latitanza di Messina Denaro. Il collaboratore di giustizia ha raccontato di una borsa piena di soldi che Nicastri avrebbe fatto avere al capomafia attraverso un altro uomo d’onore, Michele Gucciardi. Secondo gli investigatori gli arrestati, servendosi anche di professionisti nell’ambito di consulenze agricole e immobiliari, hanno investito in colture innovative e nella ristorazione attraverso società fittiziamente intestate a terzi. Parte del denaro derivante dagli investimenti sarebbe stata destinata al mantenimento di Messina Denaro. Sono stati sequestrati tre complessi aziendali intestati a terzi ma considerati strumenti nelle mani dell’organizzazione criminale. Nicastri è stato arrestato all’alba con altri 11 boss, alcuni dei quali in contatto perfino con un ex sottosegretario agli Interni, Antonio D’Alì filmata dai carabinieri di Trapani con video e alcune foto che ritraggono il parlamentare trapanese accanto ad Antonio Gucciardi, due suoi fratelli e Girolamo Scandariato, tutti incriminati per associazione mafiosa nel blitz coordinato dalla procura di Palermo e attuato con i carabinieri dalla Dia. Nessun provvedimento a carico di D’Alì sul quale peserà comunque questa frequentazione con esponenti mafiosi,  visto che la Corte di Cassazione ha annullato lo scorso gennaio con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello di Palermo la sentenza con la quale era stato prescritto e assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

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