Teatro Garibaldi Enna: domenica 25 febbraio “U Principuzzu nicu”

La lingua siciliana e quella italiana si fondono nella drammaturgia e nelle rime di U Principuzzu Nicu, la riscrittura in versi che Giovanni Calcagno ha liberamente tratto da “Il Piccolo Principe” 

Giovanni Calcagno_ Principuzzu Nicu2

La lingua siciliana e quella italiana si fondono nella drammaturgia e nelle rime di U Principuzzu Nicu, la riscrittura in versi che Giovanni Calcagno ha liberamente tratto da “Il Piccolo Principe” capolavoro senza tempo di Antoine de Saint-Exupèry, che domenica 25 febbraio alle ore 18 porterà in scena al Teatro Garibaldi di Enna per la stagione “Teatro ragazzi” firmata da Mario Incudine e organizzata dal Comune grazie alla sinergia con l’Università Kore.
Noto al pubblico teatrale e televisivo per le sue intense prove d’attore, Giovanni Calcagno sarà anche in scena con Luca Mauceri, autore anche delle musiche, e Salvatore Ragusa, che ha concepito le scene insieme ad Ignazio Vitali, nella Bottega degli Invisibili.

«Quando si legge Il Piccolo Principe– sottolinea Calcagno – ci si chiede spesso se sia una favola scritta per gli adulti o per i ragazzini. Tale ambiguità rende il racconto misterioso e inafferrabile: in questo senso, i viaggi dell’aviatore e del piccolo principe non sono solo spostamenti geografici o interstellari, ma anche avventure ed esplorazioni nei mondi interiori dell’uomo. Proprio per questo il libro porta con sé un insegnamento speciale. Tutto ciò ci è stato trasmesso da Saint-Exupéry, attraverso una storia che è semplice come i racconti dei nostri nonni. Questa semplicità è uno degli aspetti del testo originale che ho voluto maggiormente salvaguardare. E così ho riscritto in siciliano e in italiano, in endecasillabi e settenari, ogni capitolo di questa grande opera».

Ne è venuto fuori un testo teatrale portato in scena da una compagnia che fonda la sua forza nell’artigianalità e nella capacità di ognuno occuparsi di vari aspetti dello spettacolo.
Un modo di fare teatro molto caro a Giovanni Calcagno, che prima di raggiungere al successo del grande pubblico è stato tra i fondatori della Compagnia di artisti di strada Batarnù.
U Principuzzu Nicu è uno spettacolo che vive di atmosfere ed emozioni create con essenzialità e rigore, in cui l’unico elemento scenografico è l’aereo incidentato dell’aviatore perduto nel deserto.

«È un aereo composto da pezzi che mi ricordano le costruzioni di legno che trovavo dai miei nonni – conclude Calcagno – . Un aereo “a pezzi” che diventa un mondo capace di rievocare i tanti mondi del viaggio del piccolo principe. Un oggetto-metafora di un percorso interiore, perché alla fine sarà “riparato” dal lavoro che i due protagonisti avranno compiuto nel corso di questo incontro. Entrambi saranno così pronti a ripartire, seppure per destinazioni diverse».

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