Giunta alla decima edizione “La Gran Fondo di Scicli”

Gli Amici del Pedale di Scicli è una squadra forte, coesa e soprattutto consapevole di dove vivono e cosa significa da 40 anni condividere questo sport, il ciclismo. 

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La mia presentazione è dettata dalla mia totale finalizzazione della gara. Mi sento il bomber che finalizza il lavoro di squadra. Sì, perché Gli Amici del Pedale di Scicli è una squadra forte, coesa e soprattutto consapevole di dove vivono e cosa significa da 40 anni condividere questo sport, il ciclismo. Naturalmente giro di vite fisiologiche ed anche tristi. È l’anno in cui mancherà Nello Lorefice.

Le parole, gli stati d’animo, sono solo palle di cotone, leggere, senza dover per forza pesare. I suoi amici, il gruppo, ha il suo orgoglio e carattere nel petto, dentro il cuore. Tre anni fa fui invitato dal gruppo a testare in prima persona l’evento, Scicli e la sua nuova storia di vita quotidiana. Un’ amico ciclista mi disse “se avrai la possibilità di raccontare quella gara vivrai di emozioni e non ti staccherai più.” Credo che sia accaduto questo. Colpa di Montalbano? Forse ma non solo. Scicli è esplosa per il grande successo della fiction, ma è portatrice sana di rara bellezza siciliana. Sembra che ogni minuto viva una scena di film. Il suo stile, la sua posizione geografica ha in modo naturale una quinta teatrale sempre pronta, con luci sempre adeguate. La mia fortuna o privilegio è di avere quel tempo individuale per rubare attimi scultorei. Gli attimi scultorei che ogni anno Giuseppe Sammito, scolpisce nei conci di petra del luogo per firmare i premi dei vincitori, sembrano uguali nelle forme, ma nei dettagli ogni premio è unico per il singolo vincitore. Ma Scicli è anche Italo il cane gentiluomo.

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Storia incredibile ed inverosimile, aggiungo straordinaria. Ogni angolo, casa, spazio, ha una foto di Italo. Anche in questo caso il film della sua storia, a Scicli. Oggi più che mai Scicli ha cambiato atteggiamento nell’ambito del randagismo. Ogni domenica da Gennaio in poi vivo strade, centri storici, periferie. Questo è il mio sesto anno di passione, io con il microfono, loro sulle bici da corsa. Però l’attesa e la scossa che sente il ciclista per questa prima gran fondo della stagione, giunta alla decima edizione è uguale alla mia. Quest’anno Rosangelo Cannemolla ed il gruppo di lavoro hanno aggiunto uno scalino sociale, anche questo legato ad un nome. Salvatore Rametta, ragazzo netino, ciclista scomparso prematuramente. L’amicizia che vi è tra loro e Giorgio Giacomo Alfano, assieme a Corrado Protasi, ha trovato un legame scultoreo nella proiezione della vita. La donazione degli organi con la presenza ufficiale dell’AIDO. L’aspetto tecnico della gara: 125 ed 80 km. Verrà assegnato il titolo nazionale CSAIN. Gara che apre la stagione del Gran Tour Sicilia. Appuntamento a Scicli Domenica 25 febbraio. Tranquillo Montalbano, a Scicli ci penso io.

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